V - Coraggioso e virile

892 92 14
                                    

Henry, quasi del tutto in preda al panico, si rannicchiò velocemente sotto al letto del conte, sperando di essere abbastanza al buio da non essere visto.

Poi la porta si aprì, ed Henry - dalla sua posizione - riuscì a vedere solo le gonne lunghe fino al pavimento delle due addette alla servitù.

"Hai notizie di Rosine?", chiese una, dirigendosi verso l'armadio di fronte al letto.

"No", sospirò l'altra. "Inizio a credere che sia davvero scappata insieme alla figlia subito dopo l'incidente di Tobias".

"Poverino, è stato lasciato solo ingiustamente, ed è anche malato!".

"Stanotte non smetteva di urlare, sta avendo sempre più incubi".

"Cosa ha sognato?".

"Una donna", mormorò l'altra con una strana malinconia. "Sempre e solo una donna".

La seconda cameriera rimase in silenzio per un po', come se fosse pensierosa, prima di risponderle: "Credo che dovremmo spostarlo in questa stanza; dopotutto, al conte non serve più".

"Sì, faremmo meglio a proporglielo".

E se ne andarono chiudendosi la porta alle spalle.

Henry tentò di far tornare normali i battiti del suo cuore, inutilmente.

Tobias.

Chissà perché quel nome gli era familiare... Avrebbe chiesto spiegazioni ad Annabelle non appena fosse tornato al cimitero, ma prima aveva un'altra missione da compiere.

Se non avesse trovato la fede nella stanza di Frederik, avrebbe dovuto visitare il burrone in cui era avvenuto l'incidente: dopotutto, non sarebbe stato strano se fosse rimasta lì per caso, senza essere notata da nessuno.

Henry uscì da sotto il letto e corse alla piccola finestra della stanza, non volendo più mettere piede nel salone principale: non aveva nessuna intenzione di rischiare di essere scoperto, non dopo aver corso un rischio del genere poco prima.

Fece leva con le mani sul davanzale della finestra, così da darsi la spinta per posarvi i piedi e alzarsi; con molta attenzione, fece mezzo giro e si piegò sulle ginocchia, cercando in tutti i modi di resistere alla tentazione di guardare giù.

Si aggrappò di nuovo al davanzale con le dita e lasciò penzolare le gambe nel vuoto.

Avrebbe dovuto affrontare una caduta dal primo piano e solo in quel momento l'idea di fuggire esattamente come era entrato gli sembrò molto più allettante rispetto a prima.

Ma era agile e giovane, sarebbe sopravvissuto senza nessun problema.

Con un sospiro di incoraggiamento, Henry chiuse gli occhi e si lasciò precipitare nel vuoto.

Il tutto durò meno del previsto: nel giro di un secondo, si ritrovò a terra poggiato su un ginocchio solo e con le braccia ben tese sul terreno.

Era precipitato a pochi metri dalle due porticine da cui era entrato, e ne era uscito indenne.

Si lasciò il vicoletto alle spalle con una certa fretta, fischiettando allegramente con le mani in tasca mentre si dirigeva a passo svelto verso il precipizio nel quale era avvenuto l'incidente.

***

Quella camminata durò più del previsto, forse perché dovette affrontarla sotto al sole: Annabelle gli aveva indicato con una certa precisione quale sentiero seguire, quindi Henry sperò solo di non perdersi e di ricordare ogni singola indicazione.

The Sad WidowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora