°capitolo 11- Lost

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Sfornai la mia cheesecake alla banana, bruciandomi tutte le dita, e la misi sul tavolo.
Ci spolverai sopra dello zucchero filato. Era una bella sensazione quello strano solletichio su per il naso.

Ci misi sopra una candelina e la accessi.

"Buon compleanno buono a nulla." dissi per poi soffiarci sopra.

Era giunto anche il mio momento, avevo appena compiuto 23 anni.

Il fumo della candelina ondeggiò di fronte a me per qualche secondo, poi scomparve del tutto dissolto nell'aria.

Posai la torta sul bancone della cucina ed andai a sdragliarmi sul divano.
Era diventata vuota quella casa.
Non c'era più neanche il suo profumo.

Tastai con le dita il posto vuoto accanto a me, era come raschiare con le unghie, quel poco rimasto del suo sorriso.

Mi mancava. Ed era altamente seccante ammetterlo.

Il telefono iniziò a trillare come un forsennato. Con quella poca voglia di vivere che mi era saltata addosso proprio in quell'istante andai a rispondere.

'Si?'
'Zayn, devi venire subito qui.'
'Liam che succede?'
'Dafne è scappata.'

Lasciai la cornetta penzolante al muro, e mentre Liam cercava di capire cosa stessi facendo, ero già alla guida.

Che cose le era passato per la testa?
Era forse impazzita?

Mi schiaffeggiai mentalmente per la mancanza di umorismo che mi affliggeva i pensieri in quel momento.

Lei era pazza, lei era davvero tutta matta. Ma era bellissima. E avrei fatto di tutto per capirla, per assecondarla, per diventare pazzo a mia volta.

Lasciai la macchina al cancello e corsi dentro all'Asylum.

"Liam?" la mia voce fece eco sul corridoio, quasi volesse precedermi.

Corsi verso la reception trovando Harry a visionare i filmati delle telecamere di sicurezza.

"Dov'è Liam?"
"La sta cercando Zayn. È scappata, ma i filmati non la ritraggono mentre se ne va. È sparita da dentro la sua stanza, come volatilizzata nel nulla."

"Ma è impossibile.." la mia espressione cambiò, tutto era possibile con lei.

"Benvenuto all'Asylum Zayn, dove tutto è possibile, dove Alice si innamora del Cappellaio matto, dove la luce scompare ingogliata dalle tenebre."

Sentì il fiato rincorrersi nei polmoni.

Scossi la testa, mi massaggiai le tempie con le dita. Stavo impazzendo.

Lasciai Harry ai televisori e scesi le scale per il sotterraneo, da cui provenivano degli strani risolini.

Il corridoio era freddo e buio. Strinsi i pugni al petto, dietro l'angolo, un altro corridoio tremava al ritmo della luce al neon che si spegneva e si accendeva ininterrottamente.

In fondo ad esso due ombre ballavano sulle note di una musica inesistente, ricoperte di tenebre ed amarezza.

Il mio petto iniziò ad abbassarsi e ad alzarsi senza un preciso senso.
Sentivo il cuore strapparmisi a causa dei battiti troppo forti.

La gola secca, secca sete di lei.

Apparentemente sembravano due ragazze, coi capelli lunghi. Si muovevano in sintonia, e sembravano non essersi accorte della mia presenza.

La più grande fece un inchino verso di me, rise e tornò a piroettare nell'aria.

Forse, mi aveva notato.
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe.

"D-dafne?"
"Mmh?"
"S-sei tu?"
"Mhm."

Una delle due era sicuramente lei, quei capelli di miele continuavano a svolazzare.

"Posso v-venire Dafne?"
"Ma se poi tu vieni, mi porti via da lei."
"Lei chi?"
"...Zhora."

Le mie gambe cedettero all'improvviso.
Le orecchie iniziarono a ronzarmi nel cervello.
Mi accasciai a terra contro il muro, quel freddo muro di pietre disordinate, che in quel momento divenne l'unico mio appiglio.

Scoppiai in disperate lacrime di dolore, vedendo quei dolcissimi occhi marroni, danzare felici, sotto la luce al neon.   
                
Si tenevano per mano, girando in tondo e sorridendo una contro l'altra.

Era così bella lei, che non potevo più tenerla accanto a me.

Quel sorriso caldo e lo sguardo dolce, lei che mi aveva avvertito, lei che mi aveva implorato.

Il triste ricordo di qualche anno prima mi saettò nella testa, ma la scossi, e non gli permisi di pugnalarmi ancora.

"Vieni Zayn, balla con noi."

Scossi la testa e scoppiai in spasmi e convulsioni a causa del pianto.

"L-liam. Ti p-prego. A-aiutami.."

"Zayn...mi eri mancato."

Quegli occhi così belli e marroni, molto più dei miei, si sedettero accanto a me.

"Non piangere fratellone. Io ti voglio ancora bene."

Mi aggrappai alla sua camicia bianca e gli misi la testa in grembo.
Piansi su di lei. Gli riversai su quel bianco candido, tutto la rabbia ed il rimorso che avevo dentro.

Sembrava tutto fottutamente reale. La stavo toccando, la stavo stringendo.

La mia Zhora, sembrava viva.

Mise una mano dietro alla schiena e ne tirò fuori una farfalla blu. La teneva su due dita. Me la porse e sorrise.

"Tanti auguri Zayn. Ti voglio bene."

Si piego in avanti, coprendomi il viso con i suoi capelli neri. Erano ancora setosi, e profumavano ancora di shampoo per bambini.

Un piccolo e unico bacio si posò sulla mia guancia.

Un vuoto all'improvviso comparve sotto di me.
Se ne era andata, ancora una volta.

"Hei. Perché piangi."

Con le mani mi pulì il viso.

"Era mia sorella Dafne. L'ho uccisa io."

~"Dedicata a chi conosce il suo ruolo. Sorride agli altri però, piange da solo."~

Anthropophobia :: z.j.m ;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora