∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 8

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In foto: Indiana Evans come Laura

Canzone: Hunter Hayes - Someday girl

•••

Taylor

La chiave di casa era sotto lo zerbino, Taylor lo spostò con un piede e la afferrò sicura che non fosse il posto più furbo dove tenerla.
Oltrepassata la soglia, ciò che avrebbe voluto sentire era l'allettante profumo di pollo arrosto o di sugo al pomodoro, ma ciò che sentì realmente non fu altro che deodorante per ambienti.

«Eve sei a casa?» gridò e la sua voce rimbombò nel salotto ancora pieno di scatoloni per via del trasloco. Non le parve di sentire alcuna risposta, ma questo non voleva dire che la sorella non ci fosse. In genere si ignoravano a vicenda, Taylor proprio non capiva per quale motivo si stesse preoccupando se Shane l'avesse ferita. Eve non si era mica preoccupata quando era stato il suo cuore a finire in poltiglia.
Scacciò i pensieri negativi o positivi che fossero e dopo aver posato, o meglio lanciato, lo zaino sul divano, si fece un panino al burro d'arachidi.
Si disse che quel misero pasto non l'avrebbe fatta di certo arrivare a cena, ma ci avrebbe pensato più tardi quando il suo stomaco avrebbe ripreso a lamentarsi. Non mangiava un buon pasto fatto in casa da chissà quanto tempo.
Si arrabbiò al pensiero che ai suoi genitori non stessero a cuore certe cose.
Diede un morso vorace al toast, lasciando l'impronta della dentatura sul pane. Arrivò a sentire il gorgoglio dello stomaco attenuarsi solo dopo il terzo boccone e il corpo ricaricarsi di energia come la batteria di un cellulare.
Finì di mangiare e si diresse verso la porta. Tornò sui suoi passi quando ricordò di aver dimenticato lo skate, lo trovò accanto all'entrata proprio dove lo aveva lasciato l'ultima volta.
Quando uscì sul vialetto, non si aspettò di trovarsi davanti Eve, il capo chino sul cellulare. Ricevette un messaggio e Taylor fu sicura che fosse Shane solo dopo essersi sporta e aver visto la sua foto sotto il numero di telefono.

«Ehi!» disse Taylor prima di riuscire a frenare la lingua. «Pensavo fossi a casa.»

Il sorriso sulle labbra della sorella, scomparve come il buio una volta fuori dal tunnel. «Perché tu pensi anche?» chiese sarcastica, la ragazza non poté fare a meno di sentirsi offesa. «Grandioso, vuol dire che ti stai evolvendo.» Il suo sarcasmo era pungente, ma Taylor riuscì a mandare giù l'amaro che aveva in bocca e con esso anche una serie di insulti che aveva in serbo per lei da parecchio tempo.
Eve era una vittima delle circostanze, Taylor se n'era resa conto parecchio tempo prima, sarebbe sicuramente stata diversa se avesse avuto la giusta attenzione da parte dei genitori. Sarebbe stata una brava ragazza, lo sarebbero state entrambe.

«Mamma e papà non tornano a mangiare e nemmeno io, perciò arrangiati tu con la cena.» lo disse trattenendo ogni forma di emozione.
Davvero neanche lei sarebbe tornata per cena? O lo aveva detto solamente per fare un dispetto alla sorella?

Sul volto di Eve prese forma la stessa espressione che Taylor immaginò di aver avuto quando il padre le aveva dato la notizia a scuola.

Drizzò le spalle fingendo che quelle parole non l'avessero toccata. «L'arrangiamento è diventato uno stile di vita per me.» disse indifferente, ma lo sguardo risentito la tradì. Riuscì a intuirlo e scappò via prima che Taylor potesse cercare di consolarla.

***

Arrivò allo skate park con cinque minuti di ritardo rispetto a quanto aveva previsto. Non sarebbe successo se qualcuno, involontariamente, non avesse cercato di investirla mentre attraversa la strada con lo skate. Lo sguardo fulminante di Taylor aveva trovato quello del conducente, prima che si accorgesse che fosse lo stesso ragazzo che aveva incontrato a scuola, quello che supponeva fosse il nuovo bidello e che nessun altro oltre a lei aveva notato. Era la seconda volta che incontrava i suoi occhi marroni-blu, questo incontro le confermò che quel ragazzo non era certo frutto di un'immaginazione.
Quel pensiero stemperò nella mente quando la ragazza vide, a poca distanza da lei, gli Snake Attack, la sua crew di amici dalla quale era stata bandita.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora