∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 22

1.2K 88 7
                                    

In foto: Hunter Parrish come Jordan Parrish
Canzone: Brock Zanrosso - Perfect Storm
•••

Jamie

La mensa era strapiena di studenti quel giorno, gli unici posti liberi erano quelli al tavolo di Taylor, che stava seduta da sola accanto alla vetrata e uno al loro solito tavolo dove Jamie, Aaron e Torrence stavano pranzando.

«Che cos'ha?» chiese Jamie voltandosi a guardare la ragazza dai capelli bicolore, la preoccupazione che accentuava il suo sguardo. «È incazzata con noi?»

Guardò prima Aaron e Torrence subito dopo. Quest'ultima scosse la testa e si infilò in bocca un chicco d'uva.

Jamie sospirò, voleva disperatamente andare da lei e consolarla qualsiasi fosse stato il motivo che la rendeva così triste. Ma non poteva.
Aaron era li e lui non voleva che li vedesse insieme. Non da soli almeno.

«Va da lei.» Per un attimo, Jamie pensò che fosse stata la sua coscienza a parlare, poi alzò lo sguardo dal piatto e si ritrovò gli occhi di Aaron nei suoi.

L'espressione dell'amico era come una pagina di geroglifici, criptata e impossibile da leggere persino per Jamie.

«Non posso farlo.» bisbigliò congiungendo le mani.

Ci mise tutta la sua forza di volontà per non voltarsi di nuovo verso di lei. Taylor era come una calamita per il suo sguardo, a volte sentiva solo il bisogno di guardarla per far passare ogni timore.
Come cazzo aveva fatto a perdere la testa in quel modo?

«Perché no?» gli disse Aaron.

«Mi sono incazzato con te per aver messo Taylor prima della nostra amicizia, non posso fare lo stesso errore.» concluse lanciando un breve sguardo verso la ragazza che, tra tutte, i suoi occhi bramavano.

«Non è un errore se sono io a permettertelo.» Aaron gli diede un calcio sotto al tavolo come di rimprovero. «Sei il suo migliore amico, va a parlarle.» ordinò e il suo sguardo era del tipo che non ammetteva repliche.

Ma Jamie rispose con un: «Perché io? E non tu? O Torrence?» alzò le spalle. «Anche voi siete i suoi migliori amici o sbaglio?»

«Si,» replicò Torrence con lo sguardo perso. «ma lei vorrebbe parlare con un ragazzo dagli occhi verdi,» contò sulle dita. «i capelli scuri e un ego delle misure del Gran Canyon.» Jamie non riuscì a capire il perché delle risate dei suoi amici e allora si guardò intorno.

«Matt?» disse incerto. «il giocatore della squadra di baseball della scuola?»

«Alza il culo Jamie,» gli intimò l'amico, gli occhi al soffitto. «parla di te.»

Jamie fece ciò che gli era stato detto e si alzò realizzando un istante dopo le parole della ragazza dai capelli bianco sporco.
Alzò il dito medio verso di lei e la guardò contraccambiare. Solo dopo raggiunse Taylor. Il cuore che cominciava ad accelerare, mentre tutto dentro di lui era già un casino.

Taylor

Lo stomaco di Taylor non volle saperne di cibo quel giorno. Ciò che era successo quella mattina nell'aula di arte, l'aveva turbata.
Chi poteva nascondersi dietro il numero sconosciuto da cui riceveva messaggi?
Ricordò il primo messaggio che le era stato inviato, quello che aveva ricevuto durante l'assemblea.
Te la farò pagare.
Che cosa aveva fatto di preciso? Per che cosa avrebbero dovuto fargliela pagare?
Pensò ad ogni persona a cui potesse aver fatto un torto.
Shane era il primo della lista.
L'ho picchiato.
Gli Snake Attack.
Li ho abbandonati.
Cloe.
L'ho tradita.
River.
L'ho lasciato.
Taylor cominciò a scorrere tra i vecchi messaggi, ne rilesse un paio.
Aveva salvato il numero come "My stalker" in rubrica.
Durante la seconda ora, aveva pensato che il sarcasmo avrebbe potuto aiutarla a sdrammatizzare e che l'avrebbe fatta sentire un po' meno "vittima". Be' non era così, non la aiutava.
Taylor si sentiva male, non fisicamente, ma emotivamente. Era questo il problema dei sentimenti, non esisteva una medicina che ne attenuasse i sintomi.

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora