In foto: Dominic Sherwood come Dylan
Canzone: Backseat serenade degli All time low
•••Taylor
Jamie era volto verso di lei, ma non parlava con lei. In realtà era come se Taylor nemmeno ci fosse. Jamie stava parlando con qualcuno, lo sconosciuto era voltato di spalle.
Era strano, Taylor lo vedeva, ma non riusciva a capire ciò che il sogno le mostrava, non riusciva a distinguere la lunghezza e il colore dei capelli, l'altezza o i vestiti che indossava.
Era sicura fosse un ragazzo, ma non sapeva come facesse a dirlo.
Lo sapeva e basta come quando vai a dormire perché sai che fuori è buio.
A un certo punto comparve anche Aaron, la sua immagine era ben distinta, come quella di Jamie e uguale a come la ricordava.Taylor aveva fatto quel sogno per quattro giorni consecutivi, la prima volta si era convinta che fosse stata l'influenza a farle sognare cose strane e così la seconda, ma la terza volta non sembrò più una questione di allucinazioni da febbre alta.
Era stata malata cinque fottutissimi giorni per via di quella corsa sotto la pioggia e ancora non aveva visto i ragazzi.
«Io sono abbastanza brava ad interpretare i sogni, mia nonna me lo ha insegnato quando ero piccola.» stava blaterando Torrence seguendola come un'ombra tra gli scaffali della biblioteca.
Era così che Taylor si metteva in pari alle lezioni perdute, si rifugiava in biblioteca e studiava fin quando ne aveva la possibilità.
Taylor si finse colpita. «Sul serio?»
«Si, se mi raccontassi il sogno forse potrei darti una mano.»
Ci provò. Tentare non costava nulla e comunque sapeva che se anche avesse rifiutato, la ragazza dai capelli bianchi l'avrebbe costretta a raccontarle il sogno.
Le disse ciò che aveva visto, anche se non era molto.«Verdetto?» chiese riportando lo sguardo sullo scaffale.
Partì dalla lettera A a cercare il volume di Biologia della lezione che aveva perso due giorni prima.
Torrence si portò due dita sul mento, strofinandole, come si fa nei film per far capire che qualcuno sta pensando. «Dove si trovavano nel sogno?» si informò l'amica con un tono di professionalità che le ricordò sua madre.
«Non lo so,» Taylor fece spallucce con il braccio destro dritto sulla testa per andare ad afferrare il libro di biologia. «non ho visto nessun posto.» spiegò a fatica. «Riuscivo a vedere solo Jamie, Aaron e questa figura che sapevo essere un ragazzo.» Taylor cominciò a sentirsi frustrata, non solo perché non riusciva a raggiungere il libro sullo scaffale, ma anche perché non c'era possibilità di capire chi fosse il ragazzo del sogno.
«E dicevano qualcosa?» continuò l'altra.
Taylor rispose senza pensarci su. «No. Solo c'era...» si interruppe. Alla fine si arrese e lasciò il volume di biologia in quel maledetto scaffale troppo in alto perché potesse raggiungerlo. «Jamie ha abbracciato lo sconosciuto.» Ma non era un abbraccio di quelli che si danno gli amici.
No, non lo era. Taylor sapeva che era diverso. Fu in quel momento che ricordò la confessione (che non era stata proprio una confessione) di Jamie al covo, quella riguardante un fratello che diceva di non avere.
Si era ripromessa di non investigare su questioni personali che non la riguardavano, ma la curiosità la uccideva. Soprattutto dopo quel sogno.Non si era accorta che l'amica stava parlando. «... e il fatto che tu non abbia sentito niente forse significa che perderai l'udito.» Torrence spalancò la bocca come per sbadigliare e sbarrò i grandi occhioni blu. «OMMIODIO! Taylor diventerai sorda!» trillò Torrence sconvolta.
Qualcuno nella biblioteca le zittì costringendole ad abbassare la voce.
STAI LEGGENDO
Baby, you are my trouble
RomanceQuando incontra Jamie e Aaron per la prima volta, Taylor non sa che il fato ha già scelto per lei: uno dei due ragazzi è la parte che la completa, ma è difficile capire quale sia se il destino continua a prendersi gioco di lei. Nel frattempo, Taylor...