∁ᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 25

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Canzone: Unbreakable - Benjamin
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Taylor

Le ginocchia di Taylor tremarono, non osò guardarsi in giro.

Il bianco è il colore degli angeli. Ti senti un angelo Taylor?

Quelle parole le apparivano davanti agli occhi ogni qual volta serrava le palpebre.

«Oh mio Dio!» Taylor si strinse tra le sue stesse braccia, tremando. «Come cavolo ha fatto a infilarmelo nel vestito?» ebbe un fremito improvviso come fosse nuda sulla strada durante una notte gelida.

Era raccapricciante l'idea che un pazzo  sconosciuto si fosse avvicinato tanto a lei da infilarle un foglietto nel vestito.

«Non lo so, ma troverò chiunque stia giocando con te in questo modo.» la voce di Jamie era profonda e roca, era arrabbiato.

Si guardò intorno, squadrando ogni studente, con gli occhi iniettati di sangue.
Taylor voleva dirgli che non doveva farlo. Che voleva solamente che lui la abbracciasse e la scaldasse.
Ma non fece in tempo. Jamie aveva già inquadrato la sua vittima accanto alla porta che dava sul parcheggio.

«Jamie cosa vuoi fare?»

«Parlargli.» disse secco. Si girò verso di lei e aggiunse: «Tu aspetta qui»

«Non ci penso proprio!» esclamò la ragazza cercando di mantenere il passo, anche se il vestito lungo le rendeva la cosa difficile.

Jamie puntò Shane come un toro punta un fazzoletto rosso. Quando se lo ritrovò davanti, lo afferrò per il bavero della camicia spingendolo di più contro lo stipite della porta.
Un respiro soffocato uscì dalle labbra di Shane e una piccola parte di Taylor, la più spregevole, desiderò che Jamie lo strangolasse.
Alcuni professori accorsero in suo aiuto, qualcuno tentò di fermarlo, ma solo con le parole.

«Sei tu che scrivi messaggi a Taylor?» gridò furente Jamie e incurante di ciò che gli succedeva attorno. Shane fece il misero tentativo di sferrare un colpo nel fianco di Jamie, ma quello fu più veloce e lo parò con l'altra mano. «Rispondi alla domanda o ti stacco la testa dalle spalle!» lo esortò parlando tra i denti.

Taylor ebbe paura delle sue parole e disse: «Abbiamo un concetto molto diverso della parola "parlare".»

«Abbiamo un concetto diverso di molte parole. Mi sembrava di averti detto di aspettare la.» Jamie si girò brusco verso di lei. Aveva lasciato la presa su Shane, che ora si massaggiava il collo con le mani. La professoressa Rowling, nel suo tubino bianco, fu la prima a raggiungerlo per vedere come stesse.

«Me ne fotto di quello che mi hai detto.» disse Taylor.

Perché credeva di poterle dare ordini?
Il Jamie aggressivo e possessivo non era quello che conosceva.
Non era quello che lei voleva.

Jamie sbuffò come esasperato portandosi le mani tra i capelli composti. «Sto solo cercando di aiutarti!»

«In questo modo non lo stai facendo!» rispose lei a tono. «Shane non centra,» Non credeva di averlo detto sul serio. Eppure eccola li, a difendere uno stronzo infame che le aveva frantumato il cuore. «non è lui la persona che cerchiamo.» aggiunse seppur con una smorfia di sdegno verso il suo ex.

«Come fai a saperlo?» cercò di capire Jamie. La guardava come se fosse impazzita, ma lei sapeva quello che stava dicendo.

«Non si è mai avvicinato a me,» rifletté facendo un segno con la mano verso Shane, «non avrebbe potuto infilarmi il bigliettino nel vestito.»

Baby, you are my troubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora