Epilogo

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Erano passati cinque anni da quando Damon aveva lasciato Pittsburgh.

Cinque anni dalla morte di Brian.

Cinque anni di tortura.

Di malinconia.

Non era riuscito a tornare lì per molto tempo.

Non ce l'aveva fatta.

Il vampiro passeggiava tranquillo sotto la pioggia invernale della Pennsylvania.

Odiava i cimiteri.

C'era sempre un'invisibile sensazione di tristezza che t'avvolgeva non appena ci mettevi piede.

Scorreva tra lapidi ingrigite e vecchiotte, immerso nel silenzio più assoluto, interrotto solamente dal leggero ticchettio della pioggia.

Raggiunse quella di Brian.

-Eccoti qui.-

Sorrise non appena la sua mente proiettò l'immagine dello splendido ragazzo.

Dio, se era bello.

In quegli anni non se l'era dimenticato.

Come poteva.

Lo sguardo di Damon s'intristì di nuovo, il sorriso si spense piano piano, poiché quasi nulla era cambiato in quei cinque anni.

Il senso di colpa lo perseguitava.

Il dolore lo avvolgeva ogni notte.

Poi però c'erano quei momenti in cui ricordava la prima volta che avevano fatto l'amore, quando era stato suo per ore che parevano secoli solo a pensarci.

Non aveva creduto alle parole di Brian, non a quelle che gli avevano detto che la colpa non era sua.

No.

Invece lo era.

-Lei è il signor...ehm... Damon?-

Un uomo con un'impermeabile spuntò accanto a lui.

Damon lo guardò: aveva l'aria seria, quasi cupa, un ombrello di colore scuro ed uno strano cappello in testa.

-S-Si, sono io.-

Allora il tizio sconosciuto si mise a frugare nella tasca del cappotto nero pece e tirò fuori una busta da lettere.

- Questa è per lei.-

Il vampiro l'afferrò.

-Chi la manda?-

-Non ne ho idea. Mi hanno detto di consegnarla ad un certo Damon che avrei trovato proprio qui, in questo esatto momento.-

Il ragazzo corrugò le sopracciglia.

-Tenga, le servirà.- sorrise l'uomo porgendogli l'ombrello.

-Oh, no, la ringrazio...-

-Lo prenda.-

Damon ubbidì.

In My VeinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora