Topolino

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Navigando in rete si scoprono storie al limite dell'incredulità, come quella che attribuisce la paternità di Topolino ad unNapoletano, proprietario di un'azienda di sciroppi e liquori con sede a Caivano, nata nei primi anni '20 del secolo scorso. Questa storia sembra essere abbastanza conosciuta nell'ambiente e numerosi storici ed intellettuali hanno indagato sull'effettiva credibilità di una simile teoria. DaAngelo Forgione a Marco Rossano, da Ruggero Guarini all'archivio Flavio Beninati, la lista di coloro che si sono occupati delle origini partenopee di Topolino sembra essere piuttosto lunga e nutrita.

Dalle ricerche effettuate sembra proprio che il Topo del visionarioWalt Disney abbia in realtà numerosi punti di contatto con quello stampato sulle etichette dell'azienda "La Sorgente" di Carmine Cammardella. Gambe esili, coda lunga, pantaloncini corti e grandi bottoni sulle tasche, guanti e grandi occhioni: insomma un sosia perfetto del famosissimo "Mickey Mouse" statunitense, nato però ben sette anni prima del suo gemello.
La leggenda vuole che il disegno napoletano sia nato dalla mano e dalla fantasia di Michele Sòrece, ispirato proprio dal suo nome.Sòrece, partito a metà degli anni '20 per trovare fortuna negli Stati Uniti, una volta giunto in terra americana avrebbe conosciuto un giovane e ambizioso Walter Elias, meglio conosciuto al grande pubblico come Walt Elias Disney. Ma dalle ricerche effettuate da Forgione pare non sia emerso alcun documento a riprova di una simile ipotesi. Non esiste infatti alcun Michele Sòrece emigrato negli Usa, si potrebbe quindi pensare che tutta questa storia sia stata costruita a mestiere.

Molto più probabile invece che a disegnare il topolino sia stato un illustratore dell'epoca, Quirino Cristiani, nato in Italia negli ultimi anni dell'800 ed emigrato in Argentina per circa 5 anni. Quirino, famoso grafico di inizio secolo, fu contattato daCammardella per realizzare un logo facile da ricordare. In un'epoca come quella, dove la maggior parte dei consumatori non sapeva leggere, era importante contare su un'immagine forte capace di identificare il prodotto.

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