Il Campo

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Dopo aver sfrecciato per i quartieri di New York per un po' finalmente ci fermiamo. Ripenso a come mi aveva chiamata quel coso e al 'campo'. Che campo sarà? E che dirò a mio padre? 'Hei ciao papi sai sono scappata e ho distrutto il cortile della scuola con un ragazzo barbuto e c'è ancora un Muffin?'
Con il fiatone chiedo -che.. Divolo è.. Successo?-
Il ragazzo si toglie le scarpe e, con mia grande sorpresa vedo che al posto dei piedi ha.. Degli zoccoli caprini?
-ehi, ma sei una capra?- chiedo ancora sbalordita
-un satiro per l'esattezza. Chiamo un taxi per il campo poi ti spiegheremo tutto.- risponde tirandosi fuori da una tasca una moneta d'oro,
-che campo? E che moneta è? Non mi sembra americana..- dico
-il campo mezzo-sangue dove i semidei possono passare gli anni in tranquillità senza essere attaccati dai mostri.- dice -e questa è una dracma d'oro- conclude poi fa un lungo fischio e un taxi con alla guida tre vecchiette arriva,
-potrebbe essere un po'.. Pauroso, ma non possiamo fare con calma. Sento puzza di mostri.- dice aprendo la portiera, mi infilo e mi sistemo. Quando siamo sistemati entrambe Grover dice -Long Island, campo mezzo-sangue.-
-bene! Si parte, e dammi l'occhio!- dice la prima vecchietta e guardando lo specchietto mi rendo con che quelle tre.. Sono cieche! E si condividono un occhio! La donna mette in moto e partiamo alla velocità della luce. Vorrei aprire la porta e buttarmi giù ma la rimango paralizzata. Guardo fuori dal finestrino e vedo il paesaggio cambiare, ora siamo su una collina davanti ad una cascina, ci fermiamo e finalmente le tre vecchiette smettono di litigare per l'occhio. -okay, fai molto veloce. Corri su per la collina e vai là- indica la costruzione, annuisco e mi fiondo fuori al suo via. Sto correndo e ad un tratto sento qualcuno dietro di me, faccio l'errore di guardarmi alle spalle e vedo uno di quei raccapriccianti mostri che mi stavamo per schiacciare a scuola. Ma questo è più grande e raccapricciante ed ha uno sguardo più famelico. Vorrei urlare ma non mi esce suono dalla bocca e rimango paralizzata. Quando il mostro si riduce in polvere e dietro di lui spunta una ragazza olivastra, una ciocca dei biondi capelli mossi le ricade sul viso. Mi fa un sorriso poi si gira ed attacca un 'altro mostro che combatte cotto Grover. Quando ha finito mi guarda e sorride,
-ALEX!- grida qualcuno da dietro
-Oh oh- fa lei e il suo sorriso si spegne, un ragazzo alto, molto simile a lei, con uno sguardo severo arriva di corsa e si ferma davanti a lei.
-MA SEI DIVENTATA MATTA?! POTEVI MORIRE!- continua lui gridando
-Ho cercato di salvarla e come vedi ci sono riuscita! E anche Grover!- sbotta
Lui sospira e si accorge di me solo quando Alex mi indica, mi guarda un po' e poi mi dice
-oh, scusami ma Alex è una tale incosciente- dice guardandola
-comunque per una volta ha fatto qualcosa di buono. Io sono Tom. E tu sei?- dice sorridendo
-Ehm.. Zoe- rispondo sbattendo le palpebre, essere attaccata DUE volte in un ora da dei robi giganteschi? Ma scherziamo?
Grover ci raggiunge ansimante,
-G-Grazie Alex- dice stramazzando a terra, lei sorride.
Tom si carica il satiro svenuto sulle spalle e camminiamo verso la punta della collina che, al contrario di come sembra, è popolata da ragazzi che giocano a basket, scalano un muro da cui scende un liquido rosso, parlano, passeggiano e si battono con delle spade.. Si battono con delle spade? E ridono? Ci passo il più lontana possibile e seguo il gruppo, mentre cammino alcuni ragazzi mi guardano e normativo tra loro. Arriviamo ad una casa azzurra con sotto la veranda un tavolo rotondo, seduti attorno ci sono un uomo con una camicia hawaiana che beve diet coche, un un'uomo alto con un pullover, ed un ragazzo scuretto e paffutello. Appena arriviamo l'uomo con il pullover viene da noi e solo ora mi accorgo che per metà è un uomo.. e per l'altra è uno stallone bianco. Con tutte le stranezze di oggi non sto a fare domande e mi limito a guardare.
-Oh dei Grover. Sapevo che dovevamo affidare questa missione a qualcun altro. Portalo dentro e lascialo riposare.- dice a Tom poi porta la sua attenzione su di me.
-Io sono Chirone e lui è il Signor D, Dioniso.- dice indicando l'uomo con la camicia che sorseggia diet coche.
-Dioniso? quel Dioniso? Il Dio del vino? Ma non esiste!- dico e il Signor D mi guarda storto,
-Signorinella come puoi vedere io sono qui in carne ed ossa! e devo badare a voi marmocchi..- borbotta -Simon vai, qui dobbiamo parlare.- dice guardando il ragazzino che annuisce e si porta via la sua pepsi.
-Beh, sai gli dei dell'olimpo?-
-Mh si, quelli greci i dodici dei- dico incerta
-esattamente, ecco.. Loro esistono. Ancora.- dice il cavallo e sorride -A volte si innamorano di dei mortali e hanno figli con loro. Questo figli sono i Semidei, tutti questi ragazzi che vedi sono semidei, ed anche tu sei una semidea.- mi guarda ed i mille pensiero che mi passano per la mente mi impediscono di parlare.
-Per esempio Alex, è figlia di Apollo.- e fa un cenno ad Alex che mi sorride -Sta sera scopriremo di chi sei figlia, se il dio o la dea ti riconosce. In caso contrario rimarrai nella casa di Ermes fino a che non si faranno sentire.- conculude
-Posso farle fare il giro del campo e darle un arma?- chiede la figlia di Apollo con negli occhi speranzosi.
Chirone sospira poi acconsente e ci lascia andare.

Storia di una SemideaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora