Cap.6 Desideri

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Il mondo cammina sempre troppo in fretta per chi vuole che il tempo si fermi. Magari quando capita un momento inaspettatamente bello, che ci riempie di gioia, e... Tac! Non facciamo in tempo a realizzare che è già passato, andato e l'unico modo per ritrovarlo è invocarne il ricordo. Così succede anche agli innamorati, quando si trovano a condividere prime esperienze e attimi emozionanti.

Questo ad Edith e Chris capitava un po' troppo spesso. Per ogni attimo condiviso valeva la pena fermare il tempo; ma ahimè tutto scorre e ciò che rimane è solo una dolce rimembranza.

Stavano facendo piccoli passi avanti i due ragazzi. Chris riusciva a tenerle la mano e solo a volte ad abbracciarla. I baci poi bruciavano e solo poche volte riuscivano ad intensificarli, approfondirli. Ma ad Edith, ora come ora, bastava anche quel tenue contatto tra le labbra premute piuttosto che niente. È strano per come la mente umana riesca ad accontentarsi. E così Edith preferiva accontentarsi delle briciole; si, erano meglio le briciole piuttosto che il nulla. Il nulla la spaventava; non avere nessun contatto con Chris, non poter sentire la pelle soffice e liscia del suo innamorato scontrarsi con la sua... No non l'avrebbe più tollerato. Quelle briciole l'avrebbero sfamata, non sapeva ancora per quanto tempo, ma avrebbe cercato di resistere a lungo. Per non perderlo. Per non perdersi.

Stavano passando i giorni e le giornate trascorse con Chris stavano diventando sempre di più. Ogni giorno aggiungeva un nuovo tassello all'album dei ricordi, ed una nuova pagina nel suo diario. Oramai lì dentro, non parlava d'altro se non di questo ragazzo che sembrava un miracolo dal cielo.

Era rinata da quando lo aveva conosciuto, anzi si poteva dire che aveva iniziato a vivere. Sorrideva continuamente, Edith, ormai non faceva altro. Quella gioia di vivere che le sembrava esserle stata negata nella fanciullezza, era tornata prepotente e indomita nel suo cuore. Ora niente e nessuno l'avrebbe fermata dal raggiungere la felicità che si meritava.

Dormiva beatamente, la ragazza, sul suo letto in camera. La notte precedente non aveva dormito granché e quelle poche ore di sonno erano state intervallate da bruschi risvegli. Dormiva a pancia sotto, con la testa piegata di lato sul cuscino per respirare; sembrava un cucciolo. Sulla scrivania difronte al letto erano poggiati ancora i libri di storia ed italiano aperti, con delle matite a tenere il segno su alcune pagine da preparare per delle verifiche, che avrebbe avuto in settimana. Sicuramente aveva fatto tardi la sera prima per studiare, perché nonostante fosse sabato sera, voleva portarsi avanti con lo studio per trascorrere l'intera domenica con il suo innamorato. Quella sedia che si ostinava a tenere al lato dell'armadio, aveva tanti di quei vestiti sopra, che neppure s'intravedeva lo schienale. Nonostante la madre la pregasse di sistemare quei vestiti, lei puntualmente la lasciava lì strapiena di roba. Sulla porta era in piedi Chris. La guardava dormire. Aveva un sorriso stralunato mentre la osservava e non riusciva ancora a credere che quella creatura lo amasse. Eppure erano passati sei mesi, cavolo erano volati! Ancora i contatti erano brevi e limitati. Ci stava lavorando, ci stava quasi riuscendo. Ma non era ancora abbastanza. Avrebbe voluto tanto farle capire quanto era importante per lui. Era indispensabile. E la desiderava... oddio la desiderava da morire. Continuava ad osservare il suo corpo, quei glutei sodi che fuoriuscivano dai pantaloncini del pigiama che le fasciavano il bacino così bene, ma erano così maledettamente corti. Abbassò il suo sguardo verso la patta dei pantaloni ed un rigonfiamento lo fece sentire profondamente in imbarazzo. La bramava, troppo. Eppure solo il pensiero di toccarla lo faceva star male. Sapeva che le emozioni che avrebbe provato non sarebbero mai andate via; e se poi sarebbe andata via lei? Aveva una paura fottuta. Paura! Forse anche lei ne aveva, forse non gliene aveva mai parlato per non farlo star male. Con tutti quei forse e quelle paure non sarebbero andati mai da nessuna parte. Ogni volta che la baciava la sentiva tremare contro i suoi vestiti. Avrebbe voluto sentirla tremare sotto di lui, contro la sua pelle.

Trovarsi, poi perdersi. || "Storie di Niente" di E.A.ParsonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora