La base militare

194 12 0
                                    

Dopo due ore di viaggio siamo finalmente arrivati alla base militare.
Tutti i passeggeri scendono ordinati dalle proprie macchine mentre i guidatori restano a bordo per dirigere il proprio veicolo al parcheggio.
Dopo ore di fila scendo dal camper mentre Marcus -mio padre- va a parcheggiare nel sottosuolo.
Mi metto in fila per entrare senza sapere bene cosa ci sta all'interno di quel bunker.
La fila è piuttosto ordinata e migliaia di migliaia di persone passano davanti a militari che fanno gli domande. Dopo molto -ma davvero molto- tempo arriva il mio turno.
《Buongiorno. Quanti anni ha?》Mi chiede il militare affianco a me.
《Sedici.》Dico con la voce tremante.
《Allora non ha diritto ad arma. Intanto può prendere questa torcia e queste provviste.》Mi passa la torcia e ciò che intendeva per "provviste" cioè una bottiglietta da mezzo litro d'acqua liscia.
Dietro di me un ragazzo mi posa una mano sulla spalla facendomi sussultare. Poi chiede al militare: 《Perché lei non ha diritto all'arma? In caso di emergenza come dovrebbe fare?》chiede sicuro di sé.
《State bloccando la fila》Fa il militare.
《Basta che le da un arma.》Ribatte il ragazzo.
《Quanti anni hai?》 Chiede anche a lui.
《Venti.》Risponde sicuro.
《Okay, basta che vi muovete.》Dice dando un arma ed un giubotto anti-proiettili con aria scocciata ad entrambi.
Entriamo nel seminterrato e ci separiamo insieme dalla fila.
《Ehm.. grazie 》Faccio io. 《Come ti chiami?》Chiedo.
《Sebastian, tu?》Chiede guardandomi sicuro dall'alto verso il basso.
《Lucinda.. ma va bene anche Luce.》Rispondo velocemente.
《Va bene, Luce.》Dice e fa per andarsene quando -non so perché- lo blocco istintivamente per il polso.
《Che c'è?》Chiede sorpreso.
Non so davvero cosa rispondere.. so solo che... che... 《Ho paura.》Dico tutto d'un fiato. Di scatto gli lascio il polso e mi tappo la bocca come per impedirle di dire qualcos'altro di imbarazzante.
《È tutto okay. Non ti preoccupare.》Dice sorridendo, con un sorriso stupendo, il più bello che abbia mai visto. Avvicina la sua mano alla mia e mi afferra con una presa ferrea.
Resto rigida ma quando sento la sua mano calda stringermi, mi lascio trasportare lontano da tutta quella folla.
Ci sediamo vicini su una panchina vicino ad una macchinetta del caffè.
《Sei venuta da sola?》Chiede accarezzandomi la guancia per spostarmi i capelli dagli occhi.
《No... sono venuta con mio padre.》Gli dico mentre entrambi ci alziamo per infilarci il giubotto anti-proiettili. 《Tu sei qui da solo?》
《Si..》Dice con aria un po' triste fissando il muro davanti a noi. Ci rimettiamo a sedere.
Non faccio in tempo a continuare la conversazione che sentiamo delle urla. Entrambi alziamo lo sguardo, prendiamo le torce e le armi e cominciamo a correre verso la folla urlante.
ZOMBIE.
Eccoli.
Sono lenti ma tanti.
Ho paura. Ho tanta paura.
Sento un colpo di pistola: dietro di me Sebastian mi aveva appena salvato la vita.
Ho paura. Ho tanta paura.

Virus ZombieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora