Il viaggio

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Dopo un'ora che mi ero addormentata mi sveglio perché sento delle urla.
Tutta sudata mi metto dritta a sedere e mi guardo intorno, mi accorgo che ad urlare era stata la bambina che ora sta dormendo nuovamente.
È sudata, si agita e geme. Urla di nuovo nel sonno e comincia a piangere.
Decidiamo di svegliarla: la scuoto piano piano mentre le sussurro all'orecchio una canzoncina come faceva sempre mia madre con me...
Un urlo lancinante esce dalla bocca della bambina. Un urlo che potrebbe spaccare i finestrini. Un urlo di terrore e disperazione.
È fra le lacrime mentre mi fissa negli occhi.
Ha gli occhi di un verde scuro ed i capelli rossi carota le cascano a grandi boccoli sulle spalle fino ad arrivarle sotto il petto.
Continua a fissarmi ed a trattenere il fiato fra le lacrime.
Non so cosa fare.
《Ciao.》Fa Sebastian.
Vorrei dargli uno schiaffo! Come se ne esce!?
《C-ciao..》Sussurra piano piano la dolce bambina.
Poi si gira verso il finestrino e guarda fuori. Piange ma non lo da a vedere.
Poi chiede molto piano, così piano che la sento a mala pena: 《Dov'è la mia mamma ed il mio papà?》.
《Non qui.》Risponde piano e dolcemente Sebastian.
《Okay...》Dice sussurrando la bambina per poi rimettersi a dormire.
Dopo soli pochi minuti che dorme mi casca sulle gambe ed io comincio ad accarezzarla.
《Ci sai fare con i bambini》Dice piano Sebastian per non svegliarla.
《Si,》Cerco di cambiare discorso 《comunque ci siamo scordati di chiederle il nome》.
《Glielo chiederemo dopo.》Dice controllando l'orologio 《Mancano tre ore di viaggio. Dormi.》.
Annuisco e mi giro verso il finestrino tenendomi la bambina sulle gambe.
Prima di chiudere gli occhi guardo fuori: orde di zombie camminano verso di noi, anche se ci mettiamo poco per seminarli con l'auto, sono davvero tanti.
Passo le tre ore di viaggio a guardare fuori dal finestrino intere città distrutte nel giro di poche ore.
Usciamo dall'auto strada ed imbocchiamo una stradina di terra e fango mentre ci dirigiamo nel bosco.
Gli alberi si fanno più alti e fitti ai nostri lati.
Dopo circo trenta minuti vedo una grande casa di legno in lontananza.
Sento surrurare Sebastian "Eccomi, Zio".
Una mezz'oretta dopo ci fermiamo sullo sterrato davanti alla casa.
《Svegliatevi..》Fa lui piano.
Non so perché ma faccio finta di dormire, forse perché mi sento in colpa per averlo sentito sussurrare allo Zio.
Comunque scende dalla macchina e si avvicina al mio sportello.
Lo apre e mi si avvicina, mi guarda per pochi secondi e poi mi scosta i capelli dal viso con la mano.
《Ei..》Sussurra 《siamo arrivati..》dice piano.
《Mh..》Faccio io.
Appena mi sente si allontana di scatto facendomi sussultare e si schiarisce la voce.
《Si insomma, eccoci》Fá duro.
Mi fá cenno di svegliare ma bambina mentre lui prende le cose che si era portato e le armi.
Decido di non svegliarla ma di prenderla semplicemente in braccio e portarla dentro.

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