"Scusa, io.. non volevo.. é che ero in ritardo e.." balbettai, desolata.
"Non sei l'unica. Non ci credo, mi pare di essere il protagonista di uno di quei romanzi rosa, dove un uomo viene travolto da una ragazza e pum! Amore a prima vista!" Replicò, ridendo.
Sollevai lo sguardo, solo per incrociare un paio di occhi color cioccolato che mi scrutavano divertiti. Davanti a me c'era un ragazzo altissimo, o almeno mi pareva, visto che era seduto per terra e si teneva su con i gomiti. Era moro e portava due paia di occhiali dalla montatura rotonda. Aveva il naso diritto e due belle labbra carnose, piegate in un sorriso divertito.
"Si, ti piacerebbe!" Risposi, indispettita perché avevo malissimo al sedere.
"Ah, certo che mi piacerebbe, innamorarmi di una ragazza attraverso uno di quei soliti cliché letterari. Però, purtroppo, il mio orientamento sessuale me lo impedisce." Detto questo, si tirò su e mi porse una mano affinché io potessi fare altrettanto. Accettai il suo aiuto e gli rivolsi un piccolo sorriso. "Dai, nessun rancore per prima. In fondo, è il primo giorno anche per me e non voglio farmi nemici da subito. Preferirei aspettare minimo una settimana." scherzò, rivolgendomi un caldo sorriso amichevole.
Effettivamente, non volevo nemici neanche io.
Essendo terribilmente curiosa, chiesi: "Cosa intendevi prima, quando hai detto che il tuo orientamento sessuale non te lo permette?" Lo osservai meglio e vidi che portava una camicia a fiori a maniche corte e un paio di shorts di jeans. Ai piedi portava un paio di havaianas arancione fluo. Come avevo intravisto prima, era alto e dinoccolato, abbastanza magro e snello. Sembrava uno di quei nerd da stereotipo.
"Beh, tesoro, sono gay! Pensavo fosse evidente, insomma non faccio niente per nasconderlo e non ho problemi a metterlo in chiaro sin da subito."
"Ah! Mi dispiace ma sono una frana nel riconoscere queste cose" ammisi, imbarazzata.
"Nessun problema. Ora, visto che nessuno dei due vuole fare tardi il primo giorno di scuola, direi che sarà meglio avviarci. Ah, tu hai storia dell'arte la prima ora? Che fortuna, hai l'aula proprio qui di fronte. Io invece ho matematica, devo correre da tutt'altra parte." Disse, sbirciando sull'orario delle lezioni che avevo tenuto stretto in mano tutto il tempo. "Il professor Quint è un pezzo di pane, non ti farà storie. Basta che ti scusi. L'ho avuto l'anno scorso, è adorabile. Sembra uno i quei personaggi degli show per bambin..." si fermò, con l'aria vagamente imbarazzata. "Parlo troppo, è meglio che vada. Senti, ci si becca più tardi, ti aspetto in pausa pranzo! A proposito, sono Vincent."
E sparì, senza che io potessi replicare. Che tipo strano! Era simpatico, però, e sembrava essere una persona genuina. Sperai proprio di rivederlo.
Raccolsi lo zaino e mi avviai verso l'aula. Bussai e abbassai la maniglia, pregando tra me e me che Vincent avesse ragione sul professor Quint. Una volta aperta la porta, mi ritrovai davanti un uomo sulla cinquantina, vestito in modo.. abbastanza strano. Aveva addosso il completo di una tuta verde a righe bianche e ai piedi portava delle Vans viola. Alzando lo sguardo notai che era pelato, e che aveva un naso enorme. Mi rivolse uno sguardo incuriosito e leggermente esasperato.
"Ah! Abbiamo una ritardataria tra noi! Ci dica, qual'è il suo nome?"
"Salve, ehm.. scusi per il ritardo. Sono Freeman, signore. Non capiterà più, lo giu-" non mi lasciò finire la frase, e disse: "Non si preoccupi, signorina Freeman. Può succedere, i ritardi fanno parte della vita, ma cerchi di non approfittare della mia bontà e circoscriva questi ritardi ad eventi isolati, grazie. Ora, prenda posto in uno dei banchi vuoti" E riprese tranquillamente la sua lezione.
Vincent aveva ragione, era un tipo tranquillo, il professor Quint. Un po' eccentrico, e questo non me l'aveva detto. Beh, in fondo è eccentrico anche Vincent, pensai. Mi avviai verso uno dei banchi in fondo, sentendomi addosso gli sguardi incuriositi del altri studenti man mano che procedevo. Trovai posto vicino ad una ragazza con una massa di capelli neri ricci, simili a quelli che di solito vedi alle donne africane. Quando sollevò lo sguardo accennai un sorriso, che ricambiò di cuore. Era una di quelle persone che, quando sorridono, diventano bellissime e ti viene voglia di ridere insieme a loro.
STAI LEGGENDO
Solchi nel cuore
ChickLitWow. Lui era così.. Wow. Non riuscivo a trovare le parole per descriverlo, era come se un dio greco si fosse reincarnato in lui. Rimasi ferma impalata a guardarlo per non so quanto tempo. Infatti, lui se ne accorse e si girò verso di me, rivolgendom...