Improvvisamente, mi sentii parecchio a disagio. Gli occhi magnetici di Noah mi stavano letteralmente divorando, il suo sguardo vagava dalle mie gambe incrociate al viso come se volesse ricreare una fotocopia di me nel suo cervello. Abbassai lo sguardo, imbarazzata , poi mi girai verso il bancone, afferrai lo shottino più vicino a me e lo buttai giù di fretta. Avevo bisogno di un po' di sicurezza in più e sapevo che l'alcool mi avrebbe aiutato. Ma poi la voce inacidita di Noah mi raggiunse e capii subito che non sarebbe stata una serata facile.
"Sono felice di vedere che hai fatto amicizia, Lucy." Si girò verso Jace e disse: "Wilfred. Vedo che non ti sei stancato di fare il cascamorto con ragazze alle quali non potresti mai interessare." Rivolse al ragazzo seduto vicino a me un ghigno divertito e si mise le mani in tasca.
Jace, dal canto suo, ricambiò il sorriso e ribattè: "Ah, Willow. Mi feriscono le tue parole. Sai, almeno io le ragazze le tratto come tali, e non come oggetti destinati solamente al piacere personale. L'ultima volta che ti ho visto cercavi di scappare da un'arpia parecchio incazzata con te perchè l'avevi illusa di essere speciale per te, e non una fra le tante. Com'è andata a finire alla fine? L'hai convinta a fare un altro giro sulla tua giostra o l'hai scaricata definitivamente?"
Il sorriso sparì dal viso di Noah e il suo sguardo si rabbuiò. "Vai a farti fottere, Wilfred. Lux, vieni via, lascialo perdere."
"E tu chi saresti per darmi ordini? Andiamo, Noah, stavamo semplicemente parlando" Non sapevo perchè, ma sentivo come il bisogno di chiarire cosa stessimo facendo io e Jace fino a quel momento. Noah, evidentemente scocciato, replicò: "Ah si? E dimmi, Wilfred, stavate parlando di come vorresti scopartela? Si vede lontano anni luce dal tuo sguardo disperato. Scommetto che è da tantissimo tempo che non vedi una bella fica." Ridacchiò e si rivolse di nuovo verso di me. "Dai, te lo dico per l'ultima volta, vieni con me." Ero scioccata da quanto era volgare e disgustoso quello che aveva appena detto Noah. E in più, come si permetteva di darmi ordini? Non ero una bambola, non poteva farmi fare quello che voleva. Non ero come tutte le altre. "Non esiste, Noah." E mi rigirai verso il bancone, desiderosa di un altro shottino. Dio, la serata stava lentamente diventando un disastro.
Ma una mano mi afferrò il polso prima ancora che potessi avvicinarmi al bicchierino e mi costrinse a girarmi di nuovo dall'altra parte. Disintegrai Noah con gli occhi, sperando di fargli male quanto lui ne stava facendo a me con la sua morsa d'acciaio. "Ma che diavolo!? Lasciami in pace, vattene!" E cercai inutilmente di divincolarmi dalla sua presa. Jace venne in mio aiuto. "Willow! L'hai sentita, lasciala. Mi sembra chiaro non ti voglia seguire."
Noah sembrava quasi fuori di sé, e non capivo perchè. Cosa gli prendeva? In biblioteca era una persona diversa, era amichevole. Non capivo cosa potessero essere successo, cosa lo avesse indotto a comportarsi ancora così con me. Avevo di nuovo davanti agli occhi lo stronzo dell'appartamento 21 A. "Lux. Avanti, scegli se divertirti con me o con questo sfigato."
Lo guardai confusa e infastidita e non dissi niente.
Frustrato, lui lasciò la presa sul mio polso, il quale massaggiai per cercare di attenuare il dolore. "Fai come ti pare. In fondo, i perdenti come lui sono gli unici ragazzi ai quale potrai aspirare." Detto questo rivolse uno sguardo inceneritore a Jace e girò i tacchi, diretto verso un tavolo dove erano seduti Luke e altri due ragazzi che non avevo mai visto.
Ero intontita. Non riuscivo a capire come potesse trattarmi così dopo quello che mi aveva detto in biblioteca, dopo la sua offerta di amicizia. Pensandoci bene, non è che mi avesse detto chissà che cosa, ma pensavo fosse sincero. Mi aveva preso in giro, e questo mi faceva male. Il cuore mi sembrava più pesante che mai ed era l'ultima cosa che volevo. Ero venuta qui anche per cercare di ricominciare a vivere, di tornare ad essere la Lucy che ero sempre stata. Nessuno poteva portarmi via tutto quanto di nuovo. Ma soprattutto, non avrei più permesso a nessuno di trattarmi così, come se non valessi niente. Chiusi gli occhi cercando di scacciare indietro le lacrime e quando li riaprii mi trovai davanti il viso di Jace, corrucciato in un'espressione preoccupata. "Hey. Non permettere a quello stronzo di condizionarti la serata. Questa era solo la prova che non vale la pena di stare con gente come lui." Mi rivolse un sorriso pieno di tenerezza e ricambiai, timidamente.
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Solchi nel cuore
Chick-LitWow. Lui era così.. Wow. Non riuscivo a trovare le parole per descriverlo, era come se un dio greco si fosse reincarnato in lui. Rimasi ferma impalata a guardarlo per non so quanto tempo. Infatti, lui se ne accorse e si girò verso di me, rivolgendom...