Capitolo 12 -Un nuovo allenatore per la Raimon

499 39 3
                                    

Solitamente la gente passa il sabato mattina sotto le coperte, a guardare un film, ad ascoltare la musica e fare cose tranquille in circostanze tranquille. Non è mai stato nel mio stile e agli altri della squadra non sarebbe mai passato per la testa. La sveglia come al solito mi fracassò le orecchie. "La odio questa stupida sveglia" dissi scostando le coperte. Mi preparai in fretta e furia e andai a svegliare Camille. "Camille...svegliati" dissi ma lei non si mosse "svegliati! Dobbiamo andare a scuola!" gridai "va bene" rispose lei alzandosi dal letto "stasera tornano i nostri genitori sarà meglio mettere in ordine..." commentò mia cugina "credo tu abbia ragione...la streghetta non fa altro che stare davanti al computer lo facciamo fare a lei" dissi io. "Elynor!" gridai spalancando la porta della camera di mia sorella che ovviamente aveva in mano il computer e la televisione accesa. "Io e Camille dobbiamo andare a cercare con i ragazzi della squadra un nuovo allenatore...metti un po' in ordine per piacere" dissi "si si...non ti preoccupare...divertiti, ora vai ciao!" disse sbattendomi la porta in faccia. "Camille sei pronta?" chiesi "si arrivo!" gridò mentre scendeva le scale. Presi una felpa a caso dall'attaccapanni e uscii di casa mentre me la infilavo. Il brutto presentimento che avevo sentito il giorno precedente continuava a riemergere e scomparire e non sapevo quanto lo avrei sopportato ancora. Senza che me ne accorgessi arrivammo a scuola. "Buongiorno ragazzi!" dissi raggiante entrando nella sede "ciao ragazze!" dissero Silvia e Celia all'unisono. Ci sedemmo in un angolo e partecipammo attivamente alla conversazione che si stava animando. "Voi che proponete?" chiese Mark "secondo me dovrebbe essere Nelly a trovarci un allenatore...è stata lei a cacciare Wintersea e a metterci nei guai  che ci tiri fuori lei da questa situazione" disse Kevin "per me potremmo chiedere alla federazione calcistica se ce ne procura uno" propose Steve "oppure potremmo tenerci Wintersea finché non ne troviamo un altro" disse Max appoggiandosi ad una pila di copertoni "anche tu hai ragione" commentai "serve almeno una settimana perché la federazione ce ne invii uno" disse continuando il discorso "per me dovremmo trovare qualcuno che possa darci sicurezza" disse Jim comparendo dietro me e mia cugina con la solita aria da fantasma che ci fece trasalire "qualcuno che ci guidi alla vittoria contro la finale che vada bene a tutti" disse Bobby "grazie questo lo so benissimo!" sbottò Mark che subito dopo si buttò a terra "è proprio difficile essere ottimisti sta volta" disse mettendo il muso. "Dai Mark non ti preoccupare!" dissi. Rimanemmo in cerca di una soluzione per un paio d'ore ma nessuna delle proposte che ciascuno di noi tirava fuori sembrava essere efficace. "Sentite facciamo così lo so che la finale è domani ma adesso non mi pare il caso di disperarci...andiamo a casa, rilassiamoci, pensiamo e chiediamo a qualche amico o parente" dissi "hai ragione magari se ci rilassiamo un po' riusciamo a tirare fuori qualcosa" disse Nathan assecondandomi. "Andiamo a mangiare qualcosa?" propose Mark "perché no!" rispondemmo io e mia cugina all'unisono "io ci sto!" disse Nathan "se non vi dispiace vengo anche io" disse Axel "allora andiamo al ristorante cinese dove andiamo di solito...quello di Hillman!" disse Mark. Lungo la strada anche se avevano deciso di distrarci non facemmo altro che parlare della scelta di trovare un nuovo allenatore. "Non so le idee sembrano buone ma poi quando vai ad analizzarle a fondo o ci vuole troppo tempo per farcene inviare uno nuovo oppure la persona a cui lo vorresti chiedere non è interessata o di calcio non ne sa niente" dissi "il problema forse è che ci ragioniamo troppo...potremmo provare a chiedere ad un conoscente...a tuo padre per esempio!" disse Camille prendendomi in giro "ma vuoi scherzare?! Fosse per papà io non giocherei nemmeno! Papà vuole che io abbia una brillante carriera credo che con la prima scusa: che sia un brutto voto, la mancanza di impegno o l'esclusione dal torneo mi ritirerebbe dal club di calcio" dissi "com'è che tuo padre non ti appoggia? Insomma giocare a calcio ti piace perché tuo padre preferirebbe che facessi altro?" mi chiese Mark "perché mio padre non ha passato una giovinezza facile come la mia...si ora è un uomo d'affari ma gli è costata fatica e sacrifici ed io che ho l'opportunità di studiare devo fare ciò che voleva fare lui..." dissi "ma tuo padre non può decidere ciò che ami fare" ribatté Mark "è una mia scelta...mi sento in dovere di renderlo fiero soprattutto perché anche se non vuole darlo a vedere so che ripone molte speranze in me...non voglio deluderlo...ma non stavamo parlando del rapporto che ho con mio padre ma dell'allenatore" dissi cambiando argomento "per me potremmo considerare l'idea di chiedere ad un professore della scuola" disse Nathan "non è male come idea anzi direi che è un'ottima idea" disse Camille "no ragazzi mi dispiace deludervi ma Nelly ha specificato che i professori non vogliono avere niente a che fare con il calcio" dissi io smorzando l'entusiasmo. "Eccoci" disse Mark una volta arrivati al ristorante. Ci sedemmo al bancone dove il cuoco stava impiattando le ordinazioni. "Per l'allenatore ci verrà in mente qualcosa parliamo piuttosto della strategia da adottare in partita" disse Mark "potremmo inventarci una nuova tecnica speciale" dissi "si negli appunti di mio nonno ci sarà sicuramente qualcosa" disse Mark "oppure potremmo pensare a rafforzare la difesa" disse Cam "anche la difesa è necessaria per vincere" disse Nathan "certo...io direi che abbiamo un bel po' di lavoro da fare" concluse Mark. "Dunque voi siete i giocatori della Raimon" disse il cuoco senza staccare gli occhi dalle pentole "si perché?" chiesi io "gli appunti di cui hai parlato poco fa...sono appunti maledetti...portano sfortuna" disse il cuoco "no gli appunti del nonno ci hanno permesso di arrivare in finale...sono utilissimi" disse Mark con convinzione "tu sei il nipote di David Evans!" disse il signor Hillman sorpreso "si perché lo conosci?" chiese Mark senza ricevere risposta. Una volta finito di mangiare uscimmo dal ristorante con la testa piena di pensieri. "Non so voi...ma io sono senza idee" dissi "neanche io sono riuscita ad inventarmi nulla" disse Camille "stavolta siamo nei guai fino al collo" disse Nathan "forse una soluzione c'è..." disse Axel "che vorresti dire spiegati" gli disse Mark "potremmo chiedere a Hillman...ha palesemente conosciuto tuo nonno magari può darci qualche dritta...o addirittura farci lui da allenatore" disse Axel "hai ragione! Sei geniale! Diciamolo agli altri della squadra sentiamo se sono d'accordo!" gridò Mark attirando l'attenzione dei passanti. Convocammo una riunione con gli altri della squadra ed esponemmo l'ottima idea che aveva avuto Axel. A tutti andò a genio l'idea di chiedere ad Hillman di diventare il nostro allenatore. Ora però restava da convincere lui. La mattina successiva tornammo al ristorante di Simour Hillman per proporgli di diventare il nostro nuovo allenatore. "Allora che ne dici?" chiese Mark una volta esposta l'idea "dico che non sarò il vostro allenatore" rispose cacciandoci fuori. Passammo la giornata ad autocommiserarci e quando tornammo a casa le idee vennero ancora meno. "Magari se canto un po' mi viene l'ispirazione" pensai ad alta voce. Mi sedetti e cominciai a cantare qualcosa ma la situazione non fece che peggiorare. "Magari se mi metto a scrivere qualcosa trovo qualche idea...però dov'è la penna?" mi domandai sempre più stressata "ah si giusto è in camera di Camille!" pensai alzandomi dalla sedia. Percorsi il corridoio chiamando mia cugina che era in camera sua ma non rispondeva. Spalancai la porta e la trovai seduta alla scrivania con la musica nelle orecchie. Mi avvicinai senza farmi sentire e vidi che stava disegnando...Nathan!? "Camille!" gridai e finalmente rispose "B-belle!" gridò lei in imbarazzo "il disegno che hai fatto è...bellissimo...perché non mi avevi detto che disegni?" chiesi io ammirando il foglio "diciamo che lo ho scoperto solo oggi di saper disegnare..." disse arrossendo un po' "ma allora ti piace Nathan!" dissi accennando un sorriso malizioso "probabile..." disse lei tornando al disegno "comunque sono venuta solo per prendere la penna" dissi mentre tastavo con le mani la sua scrivania. Ricevetti una chiamata: Mark. "Ehi Mark! Dimmi tutto!" dissi. Mia cugina voltò lo sguardo verso di me "ho fatto un patto con Hillman poi ti racconto tutto...comunque: tu e Camille dovete venire al campo al fiume" disse "ok arriviamo" dissi. Chiudemmo la chiamata "che voleva Mark?" chiese Camille "credo che Hillman diventerà il nostro nuovo allenatore ha detto di andare al campo" dissi "allora che aspettiamo?!" gridò lei scattando in piedi. Raggiungemmo il campo in cinque minuti e ad aspettarci c'era tutta la squadra che guardava Mark ed Hillman in campo. "Che vuole fare?" chiesi rivolta ad Axel "lo ha sfidato se fa tre tiri e segna almeno una volta lo lasceremo in pace se Mark le parerà tutte allora avremo un nuovo allenatore" disse lui "ce la farà?" chiesi "per me si" rispose Axel "se sei così fiducioso...non ho altra scelta" dissi. Sorridemmo all'unisono. Attendemmo l'inizio della sfida. Hillman tirò e Mark riuscì a respingere la palla, stessa cosa accadde la seconda volta. "Ho ancora un tiro a disposizione non illudetevi" gridò il cuoco "neanche tu dovresti illuderti di aver già vinto!" gridò Mark di rimando. L'ultimo tiro fu decisamente più potente e Mark utilizzò la "mano di luce" per pararlo. "Hai visto?! Adesso rispetterai il patto?" chiese Mark "sicuro! Hai dimostrato di essere tenace e un portiere formidabile!" disse il nostro nuovo allenatore. "Siamo fuori pericolo" pensai ma qualcosa ancora non andava quel presentimento a perseguitarmi e non accennava ad andarsene. Tornai a casa e mi buttai sul letto con la speranza di cancellare la sensazione che mi stava opprimendo "cosa succederà? E soprattutto perché ho la vaga impressione che Stella sia coinvolta?" mi chiesi tutta la sera. Uno dei problemi era stato risolto ma finché non si sarebbe cancellata quella sensazione non avrei avuto un attimo di pace. Ero preoccupata e molto.

Ho bisogno di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora