Capitolo 3

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"-Ma tu stai bene?-" domanda Allison, dopo che le ho raccontato tutto su ieri e stanotte.

"-Penso di sì...solo che è stato tutto come un sogno, e non capivo se era realtà o no.-" mi tremano le mani.

"-Tu quando non sei sicura che sia realtà, contati le dita delle mani, nei sogni ne hai sempre qualcuna in più.-"

Mi conto le dita delle mani.
1,2,3...10.
Non è un sogno. Sto parlando davvero con Allison.

"-Grazie.-" dico abbracciandola.

"-Ma ieri come mai sei dovuta scappare a casa prima?-" domando.

"-Mm...beh i miei avevano bisogno del mio aiuto perché...perché non trovavano l'inalatore di mio fratello.-"

"-Ah, alla fine lo avete trovato?-"

"-Sì sì, andiamo in classe?-"

Annuisco e ci incamminiamo nell'aula di fisica.

Finita l'ora vado verso il mio armadietto per prendere gli altri libri, ma Damon mi raggiunge camminando di fianco a me.

"-Hei.-" sorride.

"-Ciao.-" saluto a mia volta.

"-Come ti senti?-"

"-Bene, perché?-" chiedo fermandomi nel mezzo del corridoio, lo stesso fa lui.

"-Beh, spero non ti dispiaccia, ma mentre parlavi con Allison stamattina ti ho sentito e volevo solo assicurarmi che ti sentissi bene.-" gli occhi fissi sui miei.

"-Oh...io sto bene, grazie per aver chiesto.-" continuo a camminare.

"-Ti andrebbe di studiare con me oggi?-" domanda ad un tratto.

"-Em...sì, perché no?-" sorrido arrossendo.

Sorride anche lui e si tocca il retro del collo con la mano, quasi imbarazzato.

"-Va bene...allora, dopo ti aspetto all'uscita.-"

"-Sì, okay. A dopo.-" lo saluto e lo lascio davanti il mio armadietto, mentre io raggiungo l'altra aula.
Sento i suoi occhi su di me, ma non mi volto e continuo a camminare, non rendendomi conto del mio sorriso in facciaz

Suona l'ultima campanella ed esco da scuola, trovando Stiles ed Allison ad aspettarmi e un po' più dietro di loro vedo Damon appoggiato alla sua moto.

Vado da Allison e Stiles spiegandogli che non torno con loro perché vado a casa di Damon.
Stiles mi schiaccia solo l'occhiolino, Allison, invece, mi dice di stare attenta.
Li saluto e vado verso Damon.

"-Ecco, questo è tuo.-" dice porgendomi il casco.

Lo prendo e lui sale in sella mettendosi il suo, salgo anche io e lo indosso tenendo le braccia attorno al suo torace.

"-Pronta?-" domanda.

"-S...-" neanche il tempo di rispondere che la moto parte e io mi stringo di più al suo corpo per paura di cadere.

La moto si ferma davanti una grande villa e scendiamo.

Lo seguo fino a dentro casa.
Davanti a me, un grande salotto fatto con travi di legno, compreso di divani e mobiletti vecchio stile.

"-Lydia? Vuoi entrare o...?-" chiede con un furbo sorriso in faccia.

Sorrido abbassando lo sguardo e lo seguo in cucina.

"-Allora, per oggi ti va di mangiare un qualcosa di italiano? Dato che mio padre era siciliano ne so un po' di cucina tipica.-" ammicca con lo sguardo, appoggiandosi con il bacino al tavolo da lavoro.

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