3. Sogno o son desta?

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I suoi occhi furenti rossi come il fuoco si fiondarono su di me, ma il suo sguardo era come perso nel vuoto. Perchè non mi guardava in faccia? Eppure ero lì, davanti a lui. Da quella distanza potevo ammirare il suo volto, i suoi lineamenti definiti. La mia attenzione si spostò un pò più in basso, all'altezza della clavicola, intravidi da sotto la sua candida camicia di cotone delle piccole cicatrici bianche, chissà come se le era fatte...beh sicuramente in qualche rissa, dopotutto non aveva un'aria troppo da bravo ragazzo...

Fece per allungare una mano, io rimasi immobile, non sapendo cosa fare. Merda, la sua mano era sempre più vicina, e quando lo fu abbastanza da toccarmi, chiusi gli occhi mentre questa mi attraversava lo stomaco. Non sentii niente, assolutamente niente, solo un fastidioso vuoto, come quando ti manca tanto una persona oppure quando sei sulle montagne russe e stai per fare la discesa finale, quella più alta e pericolosa. Abbassai lo sguardo e vidi la sua mano che mi aveva penetrato la pancia fino al polso. Ma cosa cazzo?? Ritrasse la mano. Perchè non avevo provato dolore? Perchè non riusciva a vedermi e toccarmi? Forse ero invisibile?

Mille domande mi frullavano in testa continuando a sdoppiarsi e moltiplicarsi, ma i miei pensieri furono interrotti da due rubini rossi che scintillavano a terra, grandi e luminosi; erano gli occhi della ragazza intenti a guardare un punto fisso sopra di lei, tra le tenebre della notte. Il ragazzo le porse una mano per aiutarla a rimettersi in piedi, questa sollevò un angolo della bocca, come in segno di sfida, scansò bruscamente l'aiuto e si alzò di scatto con un balzo felino. L'espressione un pò delusa del ragazzo per il rifiuto mutò in un sorrisetto compiaciuto, mentre attorcigliava le sue lunghe dita affusolate tra i capelli di lei che, con un ghigno accattivante, lasciò intravedere di proposito i canini, ora aguzzi e taglienti.

-Non sei niente male per essere una non morta da solo qualche minuto eh?- le sussurrò lui all'orecchio. -Perchè? Avevi dubbi?- rispose lei passando distrattamente e con fare provocatorio la lingua sulle labbra rosso fuoco che risaltavano sul suo viso livido. Aspetta, frena frena frena, ha detto "non morta"? Ho sentito bene? Cosa dovrei essere una specie di creatura mitologica che vive in eterno? E ora faccio pure la stronza con questo che neanche conosco? La mia vista cominciò ad oscurarsi finchè non vidi più niente. Nero. Solo nero e il silenzio più totale.

*la sveglia suona*

DRIN DRIIINN DRIIIIINNN DRIIIIIINNNN

Aprii gli occhi a fatica, il bagliore accecante proveniente dalla finestra mi costrinse a coprirmi il volto con entrambe le mani. Cosa era successo? Dove ero io? Cioè non io, intendevo l'altra me...si insomma, quella che era con il ragazzo misterioso. Ben tornata nel mondo reale Alex, era solo un sogno. Com'è che ero già sveglia? Erano già le 7:00? Mi girai dal lato del comodino e presi il cellulare, segnava le 7:35. Aspetta...le 7:35?!? Ma che cazz?? Dovevo andare a scuola!

Saltai all'aria correndo verso il bagno e mi guardai allo specchio. Ah, ma splendido. A pochi centimetri da me c'era il riflesso di una ragazza con i capelli a pazza, centinaia di ciuffi all'aria che fuoriuscivano da una treccia mal fatta, con le occhiaie e lo sguardo di una drogata che è tornata a casa dalla discoteca verso le 5:00 del mattino. Se si potesse scegliere tra vedere me in quel momento o un criceto appena schiacciato da un autobus, credo che sceglierei il criceto senza pensarci due volte.

Mi sciacquai velocemente la faccia e mi diressi verso l'armadio, afferrando le prime cose che mi capitarono sotto mano. Si, io. Quella che di solito passa quindici minuti solo per scegliere qualcosa didecente da mettere. Presi al volo dei jeans blu chiaro strappati sulle ginocchia e una t-shirt bianca con una scritta nera "I'm not perfect"e le maniche in pizzo, che lasciavano intravedere le spalle, delle All Star nere e via. Spazzolai i capelli, mi lavai i denti, presi lo zaino e scesi le scale tre volte più rapidamente di come avrebbe fatto una fangirl nella tipica gara di ogni concerto, ovvero il "Chi arriva prima alla biglietteria per comprare i posti in prima fila". A volte mi faccio paura da sola...

Entrai in cucina. -Ciao mamma- dissi lasciandole un bacio veloce sulla guancia, -Ciao Alex, come mai così di fretta?- rispose lei dolcemente, sorseggiando del caffè fumante. -Mamma sono in ritardo! Perderò l'autobus!- dissi a voce più alta di quanto mi aspettassi, -Ehi sta calma, siediti e fa colazione. Io e tuo padre dobbiamo parlarti di una cosa molto importante. Lui scenderà a momenti, è di sopra-.

 -No, scusa mamma, ma stamattina non ho proprio tempo da perdere per mangiare. Per quanto riguarda quello che dovete dirmi tu e papà sono certa che potrà aspettare. Ne riparliamo a pranzo. Ciao!- dissi salutandola con la mano mentre con l'altra agguantavo un panino con il prosciutto e lo infilavo nello zaino. -Ciao papà!- urlai attraversando il soggiorno sperando mi sentisse dal piano di sopra. Sbattei involontariamente la porta alle mie spalle e corsi alla fermata dell'autobus. Cazzo ditemi che non l'avevo perso, credo che non mi sarebbe andata molto a genio l'idea di dover fare ben 15 chilometri a piedi in meno di 5 minuti. Voltai l'angolo e...

SPAZIO AUTRICE

Spero che tu sia allenata a correre Alex...Ma chissà cosa avrebbero mai dovuto dirle i suoi genitori, era davvero così importante? Lo scoprirete presto! Ricordate di mettere una bella stellina per questo capitolo e di condividere questa storia con i vostri amici su i social che preferite

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Se perdo te perdo tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora