Una figura nera incappucciata comparve a pochi metri dall'altra me nel bel mezzo alla strada. Un urlo strozzato uscì dalla mia bocca per la paura. Rimasi dove ero, paralizzata, a guardare la scena. La figura sconosciuta fece cenno alla seconda me di avvicinarsi. Per una attimo la vidi esitare, ma subito dopo cominciò lentamente a fare i primi passi e raggiungere quello che, a giudicare dalla statura, mi sarebbe sembrato un ragazzo sulla ventina. Non avevo un buon presentimento. Il ragazzo avanzò sotto la fioca luce del lampione e si scoprì il volto. Il viso ben delineato, i capelli biondo platino alzati in una cresta e gli occhi socchiusi color ghiaccio; indossava una camicia bianca sbottonata e molto ampia, che lasciava intravedere il suo fisico scolpito, e dei jeans strappati dello stesso colore della notte e molto attillati... era...era bellissimo. Adesso erano faccia a faccia, sentivano l'uno il respiro dell'altro. Lui le mise una mano su un fianco e una intorno alla vita, in modo da far entrare i due corpi in completo contatto e iniziò a baciarle lentamente il collo scendendo fino alla clavicola, per poi risalire. Lei gli buttò le braccia al collo e lo strinse a sè ancora di più. Perchè mi lasciavo baciare da quel ragazzo? Ero ubriaca? Non lo conoscevo nemmeno...
D'un tratto lei cominciò a dimenarsi come se stesse iniziando a provare un senso di fastidio, poi a gridare, quando...ma che diamine? Lanciai un urlo ma mi portai subito entrambe la mani alla bocca per soffocarlo, quando lui le si avvinghiò sul collo mordendola. Il corpo cadde a terra stremato, quasi privo di vita, mentre il ragazzo non osava lasciar andare la presa. Mi strofinai gli occhi più e più volte sperando di aver visto male, di essermi immaginata tutto, ma purtroppo non fu affatto così. Notai del sangue macchiare il colletto della sua camicia e mentre si rialzava intravidi due canini appuntiti più del normale sporgere dalla sua bocca, sotto un sorriso quasi soddisfatto, i suoi occhi color ghiaccio avevano mutato colore, ora erano di un dorato intenso che tendeva sul rosso-arancione.
La ragazza ebbe uno spasmo, il suo respiro cominciò ad aumentare, mentre inarcava sofferente la schiena, gemendo, come se sotto essa ci fossero dei chiodi in metallo appuntito. Dai due buchi incisi con quel morso fatale, ancora evidente zampillava il sangue. Provai una forte fitta allo stomaco, come se qualcuno mi avesse appena tirato un pugno. L'istinto di sbattere contro un muro e prendere violentemente a schiaffi quel mostro che ora sghignazzava seduto sulla panchina, con un'aria pressapoco divertita, era ormai ben sopra le stelle. Cosa cazzo aveva da ridere quel bastardo? Una persona ti sta morendo sotto gli occhi e tu cosa fai? Ti metti aridere? Ma hai il cervello che ti va a puttane o cosa? Un impulso omicida arrivò d'impulso al mio cervello, dovevo mettere fine a tutto questo, non importava a costo di chi o cosa. Insomma stavo guardando me stessa morire sotto i miei occhi, cosa mai avrei dovuto fare? Aspettare che il Principe Azzurro mi venisse a salvare? Beh, no grazie. Avevo diciassette fottutissimi anni, tra poche settimane sarei stata anche maggiorenne, riuscivo a cavarmela da sola, riuscivo a salvarmi da sola. Mi serviva un'arma, e anche alla svelta, e dato che una spada angelica non sarebbe di certo piovuta dritta dal cielo sarebbe stato meglio sbrigarsi.
Mi guardai attorno e a pochi metri da me notai un cantiere, c'era una casa in costruzione. Corsi velocemente verso l'entrata. "Attenzione vietato l'accesso ai non addetti ai lavori", diceva una scritta a caratteri cubitali su un enorme cartello. Fottesega. Mi addentrai, stando attenta a non inciampare tra le vecchie assi di legno abbandonate a terra e arrivai davanti a un grosso capannone in telo verde coperto da buchi, probabilmente opera dei topi. Entrai e trovai un cumulo di tubi in ferro arrugginito impilati su una vecchia carriola impolverata con la ruota sgonfia e ingarbugliata da ragnatele. Senza pensarci troppo ne afferrai uno e filai immediatamente via.
Con passo felpato mi avvicinai a lui sempre di più, fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza. Portai il braccio con il tubo dietro la testa per prendere meglio la mira e tirare con più potenza e, con tutta la forza che avevo, lo scagliai nella sua direzione. Ma questo, invece di colpirlo, lo attraversò come fosse un fantasma e cadde a terra con un frastornante suono metallico. Si girò di scatto. Oh porca troia che cazzo avevo combinato!
SPAZIO AUTRICE
Mmm Alexia cosa combini? Forse non è proprio un fantasma ma di certo c'è sotto qualcosa...Spero vi stia piacendo, per ora è più sull'horror diciamo, ma tranquilli che gli intrighi amorosi non tarderanno troppo ad arrivare. IMPORTANTE: Sapete ci metto tanto a scrivere un capitolo, almeno qualche ora l'uno, devo stare attenta alla grammatica, allo stile, a scegliere il titolo, alle immagini, a lasciarvi sulle spine e non svelarvi troppe cose tutte in una volta, quindi magari potreste farmi un piccolo favore? Potreste condividere questa storia su qualche social? Che ne so, WhatsApp, Instagram, Twitter, Facebook? Qualche lettore in più non mi dispiacerebbe... :D Grazie di cuore a chi lo farà.
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Se perdo te perdo tutto
RomansaPROLOGO Alexia Cash è una ragazza come le altre, o almeno non ancora per molto...l'imprevedibile mondo dell'adolescenza è come una strada piena di buche con alla fine uno splendido tramonto. RAGAZZI, COTTE, FALSI AMICI, TROIE, STRONZI, BRUFOLI E IL...