Ah era ancora lì...botta di culo. Appoggiati al palo della fermata trovai Jonathan e Letty parlare, sembravano entrambi di pessimo umore. Jonathan è il mio vicino di casa, e anche il mio migliore amico da quando avevo 6 anni; era un tipo molto sveglio e spiritoso, occhi azzurri e capelli neri, di statura alta e un pò esile. Ricordo ancora come ci conoscemmo: era il primo giorno di scuola delle elementari, io, come di mio solito, arrivai in classe per ultima, in perfetto ritardo, trovando tutti i posti già occupati, o quasi...all'ultimo banco c'era lui, John, nascosto tutto solo in quell'angolo, così non avendo altre alternative mi sedetti vicino a lui. All'inizio eravamo tutti e due molto timidi, ma era normale per dei bambini; dopo le prime ore di lezione cominciammo a parlare e sfottere la maestra di ginnastica perchè aveva un culo grosso quanto la cattedra, tanto che riusciva a malapena a muoversi. Da quel giorno diventammo inseparabili.
Letty invece era la mia migliore amica, capelli rossi e occhi verdi, aveva un bel fisico, anche se detestava mostrarlo. La conobbi alle medie, quando per ora di pranzo scoppiò una battaglia di cibo alla mensa della scuola e lei mi rovesciò in testa metà piatto di spaghetti, io ovviamente contraccambiai spalmandole del delizioso budino al cioccolato su tutta la faccia.
In quel momento però erano entrambi depressi, come se l'intero mondo gli fosse finito addosso.
-Ehi ragazzi che succede? Dalla vostra faccia sembra che sia appena finita la nutella- dissi provando a strappargli un sorriso, ma senza risultati.
-No Alex...di peggio- rispose angosciata Letty.
-C'è davvero qualcosa di peggio di finire la nutella?- domandai.
-Alex dalla tua faccia sembra che tu sia preparata- mi rispose John.
-Preparata? Preparata per cosa?-chiesi incuriosita.
-Ah visto Letty? Nemmeno Alex ha studiato per il compito...siamo fottuti- disse lui.
Aspetta che?? Compito? Io non sapevo niente, quando? Dove? Chi? Cosa? Perche??
-Porca puttana compito di cosa?? John io non so un cazzo!- strillai.
-Nessuno sapeva niente, è un compito a sorpresa di storia, abbiamo avuto una soffiata stamattina dai ragazzi del secondo anno. Ah e non chiamarmi John ti prego, mi ricorda troppo il nome del padrone di Garfield...lo sai che voglio che mi chiamiate Jace, fa più figo...-
Beh inutile dire che anche sotto pressione e non avendo studiato una beata minchia per un fottuto compito a sorpresa del cazzo, l'umorismo di John...ehm volevo dire, di Jace non era da meno, anche se nei suoi occhi si intravedeva un velo di tristezza.
Salimmo sull'autobus, sedendoci tra gli ultimi posti, dietro dei ragazzini del primo anno che cazzeggiavano tirandosi a vicenda delle palline di carta, ricordo che ai tempi lo facevo anche io.
-Letty!-
gridò una figura massiccia tra i primi sedili, che facendosi largo tra un fiume di studenti, si sedette in un posto libero di lato a Jace. Era Scott, il capitano della squadra di calcio della scuola al quale correvano dietro quasi tutte le puttanelle dell'intero istituto, il classico tipo tutto muscoli e niente cervello. Non che tutti gli atleti e gli sportivi siano così, per carità, sarebbe la fine, ma lui era proprio quel tipo di persona. Nessuno di noi tre gli rispose.
-Ehilà io sarei qui...- cantilenò lui muovendo le braccia in aria come per attirare l'attenzione.
-Oh Scott, guarda guarda, non ti avevamo proprio visto sai?- dissi recitando la parte di quella che è appena caduta dalle nuvole, notando Jace ridacchiare sotto i baffi.
-Taci Cash, possibile che tu abbia sempre qualcosa da dire?- provò a zittirmi lui, ma ovviamente senza alcun risultato.
-Oh ma come? Prima ti lamenti perchè non ti abbiamo cagato e ora ti arrabbi ancora di più perchè la sottoscritta si è degnata di risponderti?- continuai.
Mi fulminò con lo sguardo, che si spostò velocemente da me a Letty, che non lo aveva ancora degnato nemmeno di un semplice 'ciao', beh come biasimarla? La guardava, incantato
-Ehi Let, s-sentilo so c-che noi, c-cioè, i-io e tu, non ci frequentiamo molto, e beh...s-sai com'è mi chiedevo se ti andrb di uscxr c m-me-.
Disse l'ultima frase tutta d'un fiato e così rapidamente che non capii niente e, a giudicare dalla faccia della mia amica, lei non aveva compreso tanto più di me.
-Che c'è Scott? Sei diventato balbuziente o hai preso qualche lezione di arabo?- lo provocai.
-Scusa Scott,non ho afferrato, non è che potresti ripetere?- disse lei spostando una cioccar ossa di capelli dietro l'orecchio e sporgendosi in avanti per sentire meglio.
-Mi chiedevo se ti andrebbe di uscire con me...- mormorò lui.
SPAZIO AUTRICE
Uhh il capitano della scuola di calcio che chiede a Letty di uscire? Chissà cosa ne pensa Alexia...
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Se perdo te perdo tutto
RomancePROLOGO Alexia Cash è una ragazza come le altre, o almeno non ancora per molto...l'imprevedibile mondo dell'adolescenza è come una strada piena di buche con alla fine uno splendido tramonto. RAGAZZI, COTTE, FALSI AMICI, TROIE, STRONZI, BRUFOLI E IL...