La macchina sfrecciava come un razzo sull'asfalto. Involontariamente mi tenevo saldamente aggrappata al sedile con entrambe le mani, nonostante avessi la cintura di sicurezza allacciata. Avevo gli occhi sbarrati sulla strada e sentivo il cuore accelerare insieme al motore. Non avevo paura, no, ero solo terrorizzata.
Quel ragazzo guidava come un pazzo!
Sapevo che non avrei dovuto salirci, quel giorno mi ero spinta troppo oltre i miei limiti e stavo già iniziando a pentirmene.
'Diamine Mya, ma ti sei fottuta il cervello forse?'
Respirai a fondo, mi sentivo esasperata.
Ma poi sentii la sua risata melodiosa, e mi dimenticai di tutto per un momento interminabile.
Posai gli occhi su di lui, era davvero splendido. Le ciocche ribelli dei suoi capelli svolazzavano all'indietro spinte da quel filo di vento pungente che penetrava dal finestrino socchiuso, lasciando il viso scoperto in tutta la sua rara bellezza. Non riuscivo proprio a capire come mai non soffrisse il freddo, io stavo letteralmente tremando.
La macchina iniziò a rallentare, ma il mio cuore continuava a battere all'impazzata.
Avevamo appena imboccato la strada del mio quartiere.
'Un momento...!' Sgranai gli occhi.
Ma come diavolo sapeva che era quella la strada? Mi ero appena ricordata di non avergli spiegato dove fosse.
"Aspetta, ma come fai a sapere..." non riuscii a terminare la frase che la macchina si fermò di botto facendomi sobbalzare sul sedile.
Adesso ci trovavamo proprio di fronte a quella che era casa mia.
"So molte cose di te Mya Lawson" disse, guardandomi dritto negli occhi.
'Ok, è un maniaco, lo sapevo.'
Rise come se mi avesse letto nel pensiero.
"Credo proprio di averti turbata, non è vero?"
Quella voce vellutata, quella bellezza quasi disumana, quel modo gentile di porsi; no, non poteva essere un maniaco. Certo, aveva chiesto informazioni su di me invadendo la mia privacy, ma credevo comunque che non fosse un ragazzo con cattive intenzioni. Vero?!
"Affatto, è solo che sei un tipo bizzarro." dissi cercando di sdrammatizzare.
"Oh, sono molto più di questo, credimi."
Si avvicinò a me e mi prese una ciocca di capelli tra le mani e iniziò a giocherellarci.
Lo lasciai fare in preda all'imbarazzo.
In poco tempo ero finita a pochi centimetri dal suo viso angelico, e altro che farfalle nello stomaco, stavo avendo dei veri e propri tornadi interiori.
Mi alzò delicatamente il viso con l'indice ed incontrai i suoi grandi occhi di cenere accesa.
"Voglio che tu esca con me sabato sera." disse con tono serio.
Era stato talmente diretto che mi aveva completamente disorientata.
"I-io...Uhm" mi bloccai sentendo le mie guance trasformarsi in due semafori, in quel momento avevo realizzato di non aver avuto a che fare con quel genere di cose da tempo e non sapevo più come comportarmi.
"Passo da te alle otto?" continuò lui.
Come faceva ad essere così sicuro che gli avrei detto di si? O comunque potevo benissimo essere impegnata. Si, impegnata a guardare la tv o a leggere un libro. Chi volevo prendere in giro?
"Perché ci tieni tanto ad uscire con me?"
Fui più schietta di quanto potessi immaginare, tanto che lui mi guardò incuriosito e sorrise nuovamente.
"Beh, è semplice, perché mi piaci!" sbottò.
Ma cos'era una gara a chi era più brutalmente onesto?!
E poi come poteva dirlo? C'eravamo conosciuti giusto qualche ora prima.
Anzi, rettifichiamo, lui aveva conosciuto me.
Tuttavia, sentivo che anche a me piaceva lui.
"Si." risposi timidamente.
"Si?" mi chiese lui, anche se sembrava lo chiedesse più a se stesso.
"Uscirò con te."
La sua espressione si addolcì e allungò la mano per sfiorarmi il viso con la punta delle dita che sentii gelide sulla pelle, forse stava soffrendo il freddo. Ma contrariamente a quanto pensassi non sembrava affatto infreddolito, anzi.
Mi feci cullare da quelle carezze, non mi ero mai sentita così.
Tornai in me non appena sentii il telefono squillare e lui fece una sottile smorfia.
Mi misi a frugare nella borsa per trovarlo e non appena lo afferrai controllai lo schermo per vedere chi fosse. Anche se sapevo benissimo che poteva essere solo una persona: mia madre.
Sicuramente era un po' preoccupata per il lieve ritardo.
Solitamente ero a casa il prima possibile non avendo una vita sociale.
Pigiai sul tasto per rispondere.
"Kate?" dissi come se niente fosse successo.
"Mya, stai bene? Come mai ancora non sei a casa?"
Come non detto, era preoccupata.
"Kate sto bene, sono solo 15 minuti di ritardo" ridacchiai per tranquillizzarla, lei fece un sospiro.
"Certo, è solo che solitamente torni a casa presto e quindi mi sono un po' preoccupata" fece una breve pausa e poi aggiunse "Beh, l'importante è che sia tutto ok, ci vediamo a casa tesoro."
Pensava forse che mi sarei suicidata siccome per lei ero depressa.
"Va bene Kate." riattaccai la chiamata e mi venne da ridere a pensare a quante cose erano cambiate in una mattinata sola.
Mi sentivo diversa, ma la cosa, stranamente, mi piaceva.POV autrice:
Allora ragazzi, siamo al sesto capitolo.
Volevo ringraziarvi innanzitutto per i 580 visti, che non sono niente però messi a confronto con i meravigliosi commenti che mi avete scritto, grazie davvero di cuore! Magari questo piccolo traguardo potrà sembrare insignificante, ma per me significa moltissimo.
Poi volevo anche scusarmi se solo oggi ho pubblicato il sesto capitolo. Purtroppo ci sono stati alcuni imprevisti, per cui non ho trovato il tempo di scrivere e pubblicare. Sapete sono molto pignola, per cui o faccio le cose come si deve o preferisco non farle.
Cercherò di essere il più presente possibile.
Grazie ancora!❤️
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Moonlight Shadow☽
VampireSo che una descrizione dovrebbe appunto descrivere la storia che sto scrivendo. Inizialmente l'ho fatto. Ma poi ho deciso di cancellarla. Perché? Voglio prima finire la storia, tutto questo perché potrei cambiare idea su qualcosina e migliorarla, s...