CAPITOLO 1.

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LOUIS POV.

Come ogni giorno le piccole Phoebe e Daisy urlano per casa, svegliando tutti. Oggi però sono già sveglio perché finalmente è arrivato il gran giorno: la partenza per il college. Mi mancheranno molto quelle due pesti. Ho un'idea, le registro così posso mettere le loro 'adorabili vocine' come sveglia, penso tra me e me.

Come immaginavo sono entrate, senza neanche bussare, urlando che dovevo scendere a fare colazione. Mi alzo di mala voglia dal letto, infilo un paio di jeans neri, una maglietta bianca e le mie solite e adorate vans nere. Mi do una sistemata ai capelli e scendo giù a mangiare le solite uova strapazzare con il bacon.

Finita la colazione prendo la mia valigia rossa e il mio zaino nero e salgo in macchina. Prima di partire controllai se avevo dei messaggi sul cellulare e, scorrendo i mille messaggi di raccomandazione di mia madre, trovai un messaggio di Styles: H. "Finalmente oggi ci vediamo, vedi di non farmi incazzare Tomlinson, sennò le prendi". Non ho minimamente la forza di rispondere, quindi chiudo la chat e appoggio il cellulare sul cruscotto dell'auto.

Sono passate due ore da quando sono partito da Doncaster e tra pochi minuti dovrei essere arrivato. Spero di non incontrare Harry, penso. Non lo sopporto proprio e vorrei godermi almeno il primo giorno in pace senza di lui.

Come speravo, di Harry nessuna traccia e prego di non incontrarlo. Mi dirigo verso la camera che mi è stata assegnata, la 23, e in lontananza vedo un ragazzo alto e muscoloso. Fa che non sia Harry. Continuo a camminare e, man mano che mi avvicino, sembra sempre più lui. Sono a pochi metri da lui e senza ombra di dubbio è Styles, mi stava aspettando sulla porta. Ma come faceva a sapere che era questa? Mi informerò poi. Appena mi accorgo che sta guardando il cellulare cambio rotta ma qualcosa, o per meglio dire qualcuno, mi afferra un polso e mi sbatte con le spalle al muro. Prima che io possa impedirglielo, Harry afferra saldamente il colletto della mia maglietta e alza il mio corpo da terra, avvicina la bocca al mio orecchio e, con un sorriso beffardo, mi sussurra: H. "Eccoti qua, da quanto tempo eh. Pensavi di sfuggirmi oggi? Ho visto come mi cercavi in mezzo alla gente sperando disperatamente che io non fossi lì. Infatti ero qui ad aspettarti, volevi scappare da me? Hai paura?" L. "Harry...i-io non vo-volevo scappare...no-non ti av-avevo vi-visto" cercai di balbettare una frase ma, evidentemente, non ci riuscii. H. "Oh certo, dovrei credere ancora alle tue storielle del 'non ti avevo visto'? Stai cercando di dire che sono stupido? Vuoi le botte Lou?" mi disse in tono minaccioso. L. "No-no Harry i-io...no-non vo-volevo dire qu-questo...non mi pi-picchiare...ti-ti pr-prego...lasciami no-non respiro..." risposi con il poco fiato che mi rimaneva in gola. Mi lasciò cadere per terra e se andò con passo disinvolto, come se tutto questo fosse normale. Entrai in camera mia e disfai la valigia, in attesa del mio compagno di stanza. Non ero stato assegnato a Liam e mi sarebbe toccato subirmi una persona totalmente sconosciuta per tutto l'anno.

Visto che non si era ancora presentato nessuno in stanza, presi il mio cellulare e mi diressi in cortile dove vidi Liam che salutava i suoi genitori. Non mi era sembrato il momento di disturbarlo, così tornai in stanza dove mi appisolai senza maglietta.

La giornata era passata in fretta e quando mi svegliai erano le 2 di notte, cosi mi rimisi a letto aspettando la mattina seguente per presentarmi a quel ragazzo biondo che dormiva nel letto a fianco al mio.

Come tutto può cambiare ||LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora