Capitolo 3.

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La mattina dopo, mi trovavo seduto su una sedia, in cucina, in completo silenzio. Stavo meditando con una semplice tazza di latte caldo e una busta di cereali buttati sul tavolo.
Non capivo del perché io mi fossi svegliato così presto, erano solamente le sei e mezza del mattino.
E non era proprio accettabile che io mi svegliassi a quell'ora; non ero mai stato un mattiniero, soprattutto sapendo che mi sarei dovuto alzare per rompermi le palle (e scaldare la sedia) a scuola.
Perché, sì, ci andavo solo per cazzeggiare con Liam.
Beh, ecco, non sarebbe più stato così.
Ma il problema non era solo rappresentato dal fatto che l'avrei dovuto evitare per tutto il giorno.
Stavo anche pensando e riflettendo a quella notte...

-Ehi, Zayn, ti ho fatto una domanda!-

Scossi immediatamente la testa, dopo aver analizzato la figura del mio amico svolazzarmi una mano davanti alla faccia. Tirai uno sbadiglio, per poi ritornare alla mia tazza di latte e cereali.
-Ah, ciao, Louis.- Mormorai.
-A che stavi pensando?- Chiese, corrugando la fronte e sedendosi vicino a me, dopo essersi preso una brioche dallo scaffale.
Oramai, faceva come se fosse a casa sua.
A me andava bene... la situazione cambiava dal momento in cui rompeva qualche oggetto di casa.
Di certo mia madre non avrebbe gridato di tutto a lui.
-Nulla.- Alzai le spalle, facendo l'indifferente.
Lui mi guardò storto, mordendo un pezzo di brioche, dopo averci levato la carta.
-Nulla? Andiamo, Zayn, sono le sei e trentadue e tu stai già facendo colazione.- Mi fece notare con ancora il boccone in bocca. -E tu non ti sei mai svegliato alle sei e trentadue.-
-Non si parla con la bocca piena, schifoso.- Lo ripresi, cercando di cambiare discorso.
-Cambi discorso?- Alzò un sopracciglio, accorgendosene immediatamente.
Mi aveva in pugno. Ero costretto a dirglielo.
-Capita anche a me di non avere sonno...-
-C'è altro, eri assorto nei tuoi pensieri.- Sibilò, divertito, ignorando la mia frase. -Dimmi cosa hai fatto ieri sera, animale.-
Posò una mano sul mio braccio, pretendendo una risposta soddisfacente e immediata.
-Ascolta, non solo sei rimasto qui a dormire, ma adesso mi devi anche scassare le palle?- Mi voltai a guardarlo, infastidito.
Lui spalancò gli occhi, facendo comparire un sorrisetto da stronzo sul viso.
-Amico, come sei messo male. Sembri assatanato, non hai proprio dormito, eh?- Mi tirò una gomitata, ridendo.
-Avevo caldo.-
In verità, usavo i maglioni anche in primavera... ero un tipo molto freddoloso.
Ma non volevo dirgli cosa fosse successo, mi avrebbe preso in giro per tutto il giorno.
-Sì, certo, raccontala a qualcun altro.- Mi tirò una gomitata, per poi iniziare a raccontare: -Erano le tre di notte ed io non ti ho visto nel letto. Harry stava russando come un troglodita in calore, quindi ho deciso di non svegliarlo...- Mi spiaccicai una mano sulla fronte, perché sapevo già come sarebbe finita quella conversazione. -Sentivo delle voci dalla cucina...-
-Perciò...- Lo indussi a continuare, con un sospiro arreso.
-Raccontami tu.- Si morse il labbro, trattenendosi dal non scoppiarmi a ridere in faccia. -Era un gioco da ragazzi, vero?-
-Sei uno stronzo.-
Aveva visto tutto.
-Dai, andrà meglio la prossima volta!!- Mi rassicurò, continuando a ridere.
Sapevo mi avrebbe deriso.
-Senti, io ho iniziato bene...- Cercai di difendermi.
-Raccontami.- Batté il dito sul tavolo, impaziente ed elettrizzato, aspettando che io iniziassi a raccontare.
-Beh...-

INIZIO FLASHBACK

-Mi hai spaventata, cretino!-

-Eh dai, era solo uno scherzo!-

Iniziai a ridere, sedendomi sul tavolo.

-Non me ne fare a quest'ora!- Mi rimproverò, riprendendo a versarsi dell'acqua dentro un bicchiere di plastica.
Semplicemente ero entrato in punta di piedi in cucina e le avevo stretto i fianchi, siccome era girata, spaventandola.
Ed era stata prevedibile la sua reazione.
-Andiamo, chi pensavi fosse??-
-Non lo so... un ladro che mi vuole uccidere?- Provò a rispondere, girandosi verso di me, sempre appoggiata sul muretto del lavandino, con il bicchiere in mano.
-Tu li fai scappare i ladri.- La rassicurai, ironico, e mi fece una smorfia antipatica, portandosi il bicchiere alla bocca.
-Perché sei qui, comunque?-
Aveva lasciato la luce della cucina spenta, stavamo al buio ed erano solamente le tre di notte.
-Avevo sete.- Alzò le spalle, indifferente. -Tu, invece?-
-Non avevo tanto sonno.- Risposi, abbassando lo sguardo sul pavimento.
Non facevo altro che pensare a come mi sarei dovuto comportare con Liam.
Non facevo altro che pensare con quale orgoglio io mi sarei dovuto allontanare dal mio migliore amico.
Con quale forza?
-Stai pensando a Liam?-
-Sì...- Confermai, svogliato.
-Secondo me...-
-No, Watson, non mi dire niente, non cambierò idea.- La interruppi, sapendo già come avrebbe finito la frase.
Secondo me stai esagerando e ti stai facendo mille problemi che non esistono.
Beh, no, non stavo affatto esagerando, era giusto.
-Come vuoi ma stai esagerando!- Me lo disse comunque e le lanciai uno sguardo di rimprovero.

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