Il mattino seguente, Alec, aprendo gli occhi, scorse la figura dormiente di Magnus nel letto accanto a lui.
Aveva il viso umido, probabilmente aveva pianto; non era la prima volta che lo vedeva così. Non capiva perché,ma sapeva che aveva a che fare con lui e il sol pensiero che lo stregone stesse male per colpa sua gli provocava una stretta al cuore. Pensò che sarebbe stata una cosa decisamente carina preparargli la colazione per quando si fosse svegliato, soprattutto dopo tutte le volte che Magnus aveva fatto lo stesso per lui. Si alzò piano dal letto, per non svegliare l'altro, che tanto era caduto in un sonno profondo. Raggiunse la cucina e aprì mobili e frigorifero. Ci vollero pochi minuti per constatare che c'era poco e niente e che con quella roba non avrebbe potuto preparare niente di decente. Lasciò un biglietto con scritto che sarebbe tornato a breve, afferrò il pomello della porta, lo girò ed uscì di casa per poi scendere la scalinata che collegava l'appartamento alla strada sottostante.
Non conosceva la zona e per di più era la prima volta che usciva da quella casa da quando aveva perso la memoria, ma si mise comunque a cercare una caffetteria dove poter prendere dei cornetti. Percorreva la via con le mani infilate nelle tasche dei vecchi jeans che indossava anche la sera precedente. Scorse in un vicolo un gruppo di ragazzi che ne circondavano un'altra più indifeso e dall'aria decisamente meno minaccioso.
«Frocio» sentì dire. «Femminuccia» insinuò un altro. «Ti piace vero?» fece un altro ancora indicandosi le parti intime «Dillo che ti piace e che lo vorresti» aggiunse tirando un calcio al ragazzino e facendolo rotolare sull'asfalto umido e logoro. Il cacciatore poteva continuare per la sua strada fingendo di non aver visto nulla, ma decise di intervenire in soccorso del ragazzino. Ma come? Non aveva armi con sé. Non c'era tempo per procurarsene una,dato che nel frattempo il ragazzo riceveva altri calci, e il corpo di Alec si mosse automaticamente in direzione del gruppetto di bulli. Proteggere gli altri era nel suo DNA.
«C'è qualche problema?» chiese con voce autoritaria. Avvicinandosi,però, notò che i ragazzi erano tutti più muscolosi di lui,ed anche più alti, ma lui era uno Shadowhunter. Non avevano i suoi anni di addestramento, purtroppo per loro. Senza nemmeno girarsi uno rispose: «E chi saresti tu? La sua fidanzatina?» fece sghignazzando. «No, la tua,ma come non mi riconosci?» disse Alec con una punta di sarcasmo e provocazione,quanto bastava per mandare su tutte le furie il bruto che gli si scaraventò addosso e gli diede un pugno abbastanza forte da fargli sanguinare il labbro. Il Cacciatore rimase in piedi con lo sguardo fiero verso l'altro. «E' tutto quello che sai fare?» fece alzando la testa «Ho combattuto demoni decisamente più forti» disse pulendosi il sangue dalla bocca. Gli tirò un pugno dritto nello stomaco che lo costrinse a piegarsi e ad indietreggiare. Mentre si portava le mani al ventre,Alec gli diede un calcio in pieno volto facendogli uscire non poco sangue. «Quanto a stupidità siete ai loro livelli» fece alludendo ai demoni,anche se gli altri ragazzi non capivano di cosa stesse parlando. Un altro gli si gettò addosso cercando di colpirlo,ma non fece in tempo che Alec aveva già schivato il colpo e gli afferrato il braccio, che gli girò dietro la schiena in procinto di romperlo,per poi dargli un calcio sulla spina dorsale facendolo così cadere a terra. Posò lo sguardo verso l'asfalto e vi trovò un paletto di ferro abbastanza appuntito e lo raccolse. I bulletti erano rimasti in quattro, due dei quali se la diedero a gambe. «Qualcuno vuole farsi sotto?» chiese ridendo il giovane Lightwood. Gli ultimi due ragazzi erano a spalle a muro indecisi se attaccare o imitare i loro compagni fuggiaschi. Alec non sopportava questa loro perplessità e codardia, così lanciò con forza il paletto che si andò ad infilzare nel muro a pochi centimetri dalle loro teste. Nei loro occhi c'era il terrore, corsero via, inciampando ogni tanto. Ora che il pericolo era a terra in lacrime o scappato dalla paura,il cacciatore potè dedicarsi alle sue intenzioni,ovvero raggiungere il prima possibile una caffetteria.
«Aspetta» gli fece il ragazzino a cui aveva salvato la pelle,Alec si girò verso di lui, «Grazie per avermi aiutato» disse a testa alta e Alec gli vide il volto: aveva un ematoma sulla guancia e il labbro rotto. «Di niente» disse sbrigativo per poi rigirarsi e incamminarsi verso la strada principale. «Io sono Kyle» disse timidamente il ragazzo andando gli dietro. «e tu?» Senza nemmeno voltarsi l'altro risposte «Il mio nome è Alexander,se è quello che vuoi sapere»
«In verità,la cosa che vorrei sapere è il motivo per cui mi hai aiutato» chiese cercando di estorcergli informazioni a lui utili.
« Non so,mi andava di farlo,adesso con permesso,accetto i tuoi ringraziamenti ma devo andare» lo liquidò svelto. «Non è che anche tu..» il ragazzino sembrava volerlo trattenere a tutti i costi. «Si,sono gay,se è quello che intendi» rispose cercando di completare la sua frase «Anche io!» disse pimpante. «Si, lo immaginavo» fece abbozzando un sorriso. «Dai Alex vieni con me ti offro un caffè per ringraziarti» continuò, cercando di abbordare il ragazzo mentre il suo interlocutore fece una faccia stizzita e irritata. «Se proprio vuoi chiamarmi usando un diminutivo,chiamami Alec, tutti mi chiamano così» stava per cacciarlo in malo modo, ma si fermò a pensare che alla fine l'avrebbe portato in caffetteria, così disse:«e va bene,fammi strada»
Nel frattempo, nella camera di Magnus, la luce insistente del sole filtrava attraverso le tende color rubino, costringendo lo stregone ad aprire gli occhi. Allungò una mano sperando di trovare il corpo del suo amato ragazzo smemorato ma l'unica così che percepì fu il lenzuolo che copriva il materasso. Si alzò, facendo leva sulle braccia,si girò e scese dal letto. Camminò per il loft a piedi scalzi, ancora assonnato. Dove poteva essere Alec? Si diresse in cucina e sul tavolo trovò un biglietto.
Lo afferrò e lo lesse.
Sono uscito, penso che tornerò mentre tu starai ancora dormendo, ma nel caso ti fossi già svegliato,tornerò a breve. Alec.-
Una volta letto,posò il biglietto e si sedette sul divano di pelle ad aspettarlo,proprio come la volta in cui Alec tornò a casa ferito, dimenticandosi completamente di lui.
Alec e Kyle si incamminarono per le tortuose strade di Brooklyn. Il ragazzo appena conosciuto era davvero logorroico. Vaneggiava quasi più di Jace quando parlava di armi o del suo terrore per le anatre. Senza che Alec chiedesse nulla, Kyle iniziò a parlare di sé,di come la sua famiglia avesse accettato il suo coming out e di come non lo facessero mai sentire fuori posto. Le parole però si perdevano nel vento,il Cacciatore non lo ascoltava,l'ultima cosa che voleva era sentire la storia strappalacrime della sua famiglia perfetta. Iniziò a pensare che il paletto avrebbe dovuto lanciarlo a lui. -«E tu?» chiese curioso il ragazzino. Aveva i capelli biondo cenere ed occhi castani circondati da lunghe ciglia,era più basso di lui e decisamente più magrolino. «Io cosa?» chiese con non curanza il ragazzo dagli occhi azzurri continuando a camminare. Kyle svoltò a sinistra seguito da Alec. –«Qual è la tua storia? I tuoi sanno che sei gay?» chiese con disinvoltura. Ci fu un attimo di silenzio, poi in modo freddo rispose « La mia vita non ti riguarda.» Il ragazzino si sentì offeso « Dai io ti ho parlato di me» cercò di convincerlo. «Già,ma nessuno te l'ha chiesto» rispose spiazzando il suo novo compagno di strada. Kyle sembrava dispiaciuto. «E' solo che volevo un confronto,sei il primo con cui parlo.»
« E va bene» Alec gliela diede vinta pur di farlo stare zitto. «Ho capito di essere gay qualche anno fa,i miei non lo sanno e nemmeno lo sospettano,l'unica a conoscere la verità è mia sorella minore»- raccontò tutto di un fiato. Arrivarono alla caffetteria,salirono quei tre gradini ed entrarono. Nell'aria c'era profumo di pancake,caffè e sciroppo d'acero. Si sedettero ad un tavolo e vennero raggiunti dopo poco da una giovane ragazza in divisa, venuta a prendere le ordinazioni. Aveva qualcosa di strano,notò Alec, infatti quando ella si voltò poté veder sbucare dalla gonnellina di cotone color panna una coda da topo. Lo sguardo di Alec si posò prima sulla coda,poi su Kyle e di nuovo sulla coda. A quanto pare il suo nuovo amico non vedeva niente,ovviamente non aveva la vista,era solo un mondano. Era così abituato ad essere circondato da shadowhunters,demoni e nascosti,che frequentare un mondano era quasi impensabile. Eppure era lì seduto con uno di loro,ad attendere il suo caffè. La cameriera tornò,posò le loro bibite calde sul tavolino, mentre dava un'occhiata più accurata al Cacciatore e nei suoi occhi scoppiò una scintilla.«Io ti conosco!» affermò rivolgendosi ad Alec «Tu sei il ragazzo di Magnus Bane!» esclamò «Mi dispiace signorina» disse confuso «ma non ho un ragazzo» fece, per poi guardare l'ora. «Si è fatto tardi» richiamò la giovane strega che sembrava conoscerlo «Mi porti un cappuccino con doppia panna e quella brioche lì con i canditi colorati,tutto in un sacchetto grazie» ordinò sbrigativo. La ragazza ammiccò «Questa colazione porta il marchio di Magnus Bane» ,si protese verso il bancone e gli portò quanto ordinato. Il ragazzo lo afferrò e uscì con passo svelto dalla caffetteria. Kyle lo seguì. «Perché mi segui?» Alec era infastidito. «Non ho di meglio da fare, e poi a quanto ho visto non sei della zona,dico bene?» fece allegro con una scrollata di spalle. «Esatto» fece con noncuranza il Cacciatore,continuando per la sua via con alle spalle il biondino che non faceva altro che fissarlo con i suoi occhi nocciola che scrutavano i folti capelli corvini, le spalle possenti, la line preferita dei fianchi e persino le curve del suo fondoschiena. Camminarono in questo modo fino a che Alec non arrivò all'entrata dell'edificio in cui viveva Magnus. «Beh io sono arrivato» fece cenno con la mano in segno di saluto, pronto ad aprire la porta, ma il ragazzo gli afferrò la maglietta ,lo avvicinò a sé e si sollevò sulle punte delle sue converse rosse. Nemmeno in punta di piedi arrivava all'altezza del Cacciatore,ma alzando ulteriormente il viso potè arrivare alle sue labbra e baciarlo. Chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento per lui magico,a differenza di Alec che aveva gli occhi spalancati e lo sguardo terrorizzato. Il ragazzino si distaccò con lo sguardo fiero aspettandosi, magari, di aver fatto cadere la sua nuova conoscenza ai suoi piedi. I suoi sogni vennero infranti guardando il viso di Alec che sembrava volesse ucciderlo. «Per l'angelo,cosa diavolo ti salta in mente?» lo rimproverò. Per lui era una cosa impensabile. Per quanto ricordasse era il suo primo bacio ed avrebbe voluto darlo a qualcuno per cui provava qualcosa,non un moccioso conosciuto in mezzo alla strada. «Scusa,pensavo di piacerti» disse mortificato «E come mai questa idea malsana?» chiese con aria di rimprovero. «Mi hai subito detto di essere gay,hai chiaramente detto di essere single,mi hai detto di chiamarti con un diminutivo ed hai accettato il mio invito» spiegò timidamente. «Per l'angelo!» esclamò portandosi le mani alla testa «Vai a casa Kyle» fece girandosi. «Alec,so che non è la situazione migliore questa,ma mi piaci e vorrei che qualche volta mi chiamassi» gli disse porgendogli il numero. Il Cacciatore lo prese e se lo infilò in tasca,per poi voltarsi e dargli le spalle «Adesso vai a casa» fece aprendo il portone e dirigendosi verso l'appartamento di Magnus.
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Amnesia
FanfictionE se Alec avesse perso la memoria in battaglia? E se tutti i suoi ricordi di Magnus fossero ormai perduti?