Magnus, Jace o Kyle?

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Alec salì di corsa le scale e raggiunse in fretta la porta dell'appartamento dello stregone. Aveva il respiro pesante e le guance arrossate. Non faceva altro che pensare a quello che era successo. Era furioso con Kyle, ma soprattutto imbarazzato. Come aveva potuto prendersi così il suo primo bacio? Per l'Angelo, da quanto si conoscevano? Un'ora e mezza? Aveva il bigliettino con il suo numero nella tasca, lo afferrò e dopo avergli dato un'occhiata, lo accartocciò nervosamente. Non sapeva cosa fare, di certo il ragazzo non somigliava a Jace, ma nel complesso baciarlo (nonostante tutto) non era stato così terribile come si costringeva a pensare. Rimise a posto il foglietto ormai ridotto ad una pallina, girò il pomello della porta ed entrò nel loft, dove Magnus lo aspettava seduto a braccia conserte.
«Finalmente sei tornato.» fece alzandosi dal divano «Stavo iniziando a preoccuparmi».
«Scusami,ci ho messo più tempo del previsto. Un inconveniente,ho dato una mano ad un moccioso mondano che aveva problemi con dei bulli.» disse posando il sacchetto bianco sul tavolo da pranzo.
«Come mai l'hai aiutato? Insomma, pensavo tu non sopportassi molto i mondani» chiese confuso Magnus.
«E tu come fai a sa...? Lasciamo stare. Quei teppistelli se la prendevano con lui perché era gay.»
«Capisco» fece infine Lo stregone, che sapeva quanto stesse a cuore la questione al Cacciatore e un po' lo capiva. In più poi, era tipico di Alec preoccuparsi sempre degli altri e pensare a loro, talvolta anche prima di se stesso. Non che gliene importasse molto dell'opinione della gente,era stato con donne e uomini di diverse età,nazionalità,era,rango sociale, ma Alec era diverso,era più sensibile. Tra shadowhunters era diverso, e lui lo sapeva,non era ben vista l'omosessualità e sapeva che in parte il suo ragazzo odiava sé stesso per questo suo lato, e che pensava più ai suoi difetti che ai suoi pregi, mentre lo stregone pensava che non ci fosse niente di più perfetto al mondo.
«Ad ogni modo» fece il ragazzo rompendo il silenzio calato in quegli attimi di tensione «Ero sceso per questo» indicando il sacchetto proveniente dalla caffetteria in cui lavorava la strega-ratto. Alec aprì il sacchetto, e con un fazzoletto afferrò la brioche colorata da tanti zuccherini variopinti e il cappuccino e li porse allo stregone.
«Oh,grazie Alexander,grazie tante» gli occhi felini dello stregone si illuminarono,afferrarono il bicchiere e il fazzoletto e li posizionò davanti a sé. Era stato un pensiero davvero carino,in effetti quando i loro sentimenti non erano ben chiari all'altro Alec non si era mai comportato così,si era sempre mostrato abbastanza distaccato,questa volta no. Avevano dormito insieme e questo non faceva altro che appagare in parte il cuore dello stregone. Risentire il suo corpo vicino al suo era così bello,e baciarlo dopo così tanto tempo gli era sembrato un sogno,al tal punto di non sapere se fosse stato reale o meno. Per qualche momento Magnus credeva che il suo Alec fosse tornato, poi si rendeva conto che era ancora lontano, molto più di quanto immaginasse. Il Cacciatore aveva un'aria strana e non ci volle molto prima che Magnus se ne accorgesse. Dopotutto lo conosceva da tempo, più di Alec stesso.
«Tutto bene?» chiese preoccupato «Hai l'aria di uno a cui sia appena successo qualcosa di brutto»
«Tutto okay,è solo un pó di stanchezza, vado a stendermi» fece pallido il ragazzo.
«Si certo vai,in effetti non hai una bella cera,ti serve qualcosa?». Gli occhi di Magnus facevano trasparire tutta la sua preoccupazione per Alec. Il cacciato fece cenno di no con la testa e si avviò verso la camera da letto. C'era qualcosa in più ai giramenti di testa,se lo sentiva. Avevano dormito insieme,avrebbe dovuto significare qualcosa,era sceso appositamente per prendergli la colazione ed ha preso le cose che in assoluto preferiva, ma perché era così distante? Era successo qualcosa e stava a Magnus scoprirlo. Tutti sapevano che era una persona molto determinata, e non si sarebbe lasciato distrarre da nulla di che non avrebbe capito cosa turbava il suo fidanzato.
Nel frattempo Alec era steso sul letto, con un braccio piegato dietro la testa e una mano poggiata sulla pancia, che fissava con sguardo perso il soffitto. Stava pensando (ancora) a tutto quello che era successo dal giorno prima fino a quel momento. Si era così divertito a cucinare il pollo,anche se il risultato finale non è stato dei migliori,avevano passato la serata con la sua famiglia,la sera avevano dormito insieme. Avrebbe potuto rifiutare quell'offerta così esplicita di Magnus ma non l'aveva fatto,voleva dormire in quel letto,con quella persona,svegliarsi e vedere per prima cosa il suo volto. Si disse che quasi si stava innamorando di Magnus,ma poi era arrivato Kyle, comparso così dal nulla, rubandogli il suo primo bacio e con questo anche un pezzo di cuore. Magnus o Kyle? E perché non pensava più a Jace? Scegliere di amare lui sembrava la soluzione più facile. Ma non ci si puó obbligare ad amare qualcuno,e sapeva che i sentimenti che provava al momento per il fratello erano ben diversi da quelli che ricordava di sentire. Che cosa era successo? Aveva dimenticato,ma cosa? Perchè era lì da Magnus? C'erano tante domande e nessuna risposta o meglio risposte che ricordasse. La cosa lo spaventava, e molto. Ripescò dalla tasca il pezzetto di carta gialla col retro stampato-doveva essere un pezzo di un volantino- dove era scritto il numero del ragazzo conosciuto in giornata,prese il cellulare e digitò il numero di Kyle.
Chiamarlo o non chiamarlo? Che enorme dilemma,con entrambe le mani sosteneva il cellulare, ma erano ferme, immobili, dato che lui era nel panico più totale.
Nel momento in cui sembrava aver preso una decisione,qualcuno aprì la porta. Come gesto spontaneo lanciò il telefono facendolo cadere sul pavimento di fianco al letto. Magnus entrò in camera con in mano un vassoio con una tazza vuota accanto a una teiera dalla quale usciva del fumo.
«Ti ho portato qualcosa da bere» fece avvicinandosi al letto. Poggiò il vassoio sul comodino e attese una risposta da parte di Alec. -Pronto,chi è?- fece una voce quasi non udibile,che rimase ignorata .
«Grazie,lo berrò più tardi» rispose in modo molto distante. -Alec,Alec sei tu?- continuò la voce,ad un volume così basso da essere paragonata ad un ronzio. Lo stregone uscì dalla camera profondamente ferito. Perché si comportava così? Sembrava andare tutto così bene. Voleva indietro il suo Alec,il suo amore, così si chiuse in camera,sollevò quei pesanti libri polverosi e li fece cadere sulla scrivania provocando un gran tonfo. Tutta la polvere uscì dalle pagine scolorite,così tanta da far tossire lo stregone. Magnus si sedette alla scrivania e cercò altre informazioni per far tornare la memoria al suo ragazzo.


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