Fu una notte di pioggia.

Un altro mondo (pt.1)

Una meravigliosa giornata di sole, passeggiavo sotto casa e avevo una sola missione, andare a comprare le sigarette dal tabacchino.

Fischiettavo allegramente guardandomi intorno e curiosamente notai che, nonostante fosse quasi mezzogiorno, in giro non c'era anima viva, ma non diedi peso alla cosa.

D'un tratto dall'altra parte di strada vidi Elena che correva verso di me sorridendo.

"Piccola mia!" pensai mentre le andavo incontro.

Lei mi saltò addosso e mi abbracciò, poi mi diede un bacio.

<Hei guerriero!> mi disse con gli occhi lucidi dalla felicità.

<Hei principessa!> le risposi io, poggiandole le mani sulle guance.

Mi prese per mano e disse:

<Andiamo, è tardi!>

Guardai l'orologio: erano le tre del pomeriggio.

Lei si mise a correre come una bambina e io la inseguii per diversi metri, finchè accelerò il passo superandomi in velocità e sparì dietro una curva.

Con il fiato che iniziava a mancare, cercai di correre il più velocemente possibile in modo da raggiungerla ma, una volta oltrepassata la curva, di lei non trovai più neppure una traccia.

"si è nascosta" pensai, e mi misi a ridere.

<Non crescerai mai, vero?> urlai in modo che mi sentisse.

Non udii alcuna risposta.

<Bene vedo che sei determinata!>

Mi misi a cercarla dietro le macchine posteggiate e non la trovai, allora guardai dietro i cassonetti della spazzatura e ancora niente, tentai l'ultima carta: la cabina telefonica.

Aprii la cabina urlando ma feci la figura dell'idiota, perchè dentro non c'era proprio nessuno.

Decisi allora di barare e chiedere a qualcuno per strada se l'avesse per caso vista, mi guardai attorno ma non trovai nessuno.

Non c'era la coppia di vecchietti con la granita, non c'era il ragazzino che fumava sulla panchina, non c'era la cicciona con il cane e non c'erano nemmeno i bambini con la bicicletta.

"Come diavolo è possibile" pensai tra me e me, e guardai di nuovo l'ora: erano le sei del pomeriggio.