La partenza

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E' un'anima blu. Lei, una semplice ragazza, ormai certa della sua natura e allo stesso tempo confusa per come ne è venuta a conoscenza. Lei, che mai avrebbe creduto a quelle favole, e che ora ne era una prova tangibile. E soprattutto lei, che aveva sempre amato la sua famiglia, per poi scoprire che non ne faceva effettivamente parte.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che quella fortuna, o quella disgrazia, toccasse proprio a lei; sapeva di avere dei difetti, se ne rendeva conto, ma a quanto pare l'anima non mentiva mai e, in qualche modo, il suo destino era ormai scritto.
Sta andando a scuola; Naaryn le ha detto che quello sarebbe stato l'ultimo giorno, per un po'. Cosa avrebbe dovuto dire alle sue amiche? Non ne aveva la più pallida idea.
Si trova sul sedile posteriore a giocare con l'elastico, tenendolo a mezz'aria sulla mano e facendolo tornare sulla superficie liscia del suo palmo, per poi farlo alzare di nuovo, più in alto, e ripetere nuovamente il gioco, o l'allenamento. La voce di Andior tuona all'improvviso nelle sue orecchie, così come la sera precedente, durante la prima, e per lei unica nel Regno dei Dormienti, seduta di addestramento; Eva così decide di attenuare i suoi poteri, per non rimanere nuovamente stordita da quelle parole.
-Andrea eccoci! Buona giornata!-; il piccolo Lupo apre gli occhi ancora impastati e sporge lo sguardo fuori dal finestrino, per trovarsi di fronte l'edificio a due piani giallo che è la sua scuola, così immenso e pericoloso agli occhi del bimbo che, con un filo di voce, mentre saluta il padre, e sguardo assonnato carico di riluttanza apre la portiera; nel girarsi per salutarla, Eva nota sulla guancia destra e pallida ancora il segno del sedile, e trattiene a malapena una risata, della quale Andrea sicuramente non si è accorto. Apre anche lei la portiera, gira intorno alla macchina e, dopo aver salutato per un ultima volta con la mano il bimbo, si posiziona al posto del passeggero, guardando dritta avanti a lei, lungo la strada irradiata dai forti bagliori dell'alba di quel tardo autunno, che gioca con i suoi colori e con quelli delle ultime foglie appese agli alberi che costeggiano l'asfalto scuro. Vedrà per l'ultima volta quell'alba, lo sa. La macchina parte, e a ogni metro percorso, lei si sente un metro più vicina alla sua assurda avventura che presto dovrà compiere.

-Siamo arrivati Eva.-
La ragazza allontana il turbine di pensieri e ricordi che le sta mordendo instancabilmente la testa, per tornare alla realtà e rendersi conto che effettivamente il grande parallelepipedo grigio incombe su di lei, in controluce, apparendo ancora più massiccio e inflessibile nel compito che durante quell'ultima giornata le sarebbe spettato.
-Allora io vado..-
-Aspetta un attimo- dice l'uomo, poggiandole delicatamente un braccio sulla spalla, mentre sta già aprendo la portiera,- lascia che ti dica una cosa anche io-.
Eva si sente spiazzata per un attimo e, non sapendo cosa rispondere annuisce semplicemente.
-Da oggi la tua vita cambierà per davvero. Tornerai nella tua terra, sarai addestrata dalla più grande Ribelle che la nostra storia abbia mai conosciuto e.. diventerai un' Ibrida senza precedenti, per giunta protettrice di un'anima blu. Ma una cosa è importante, e dovrai marchiarla a fuoco nella tua mente-; l'uomo chiude gli occhi per un istante, mentre i suoi canini si allungano, seguiti da orecchie e unghie: si sta trasformando anche lui, ma perché?
Riapre gli occhi, mostrandoli nel loro vero colore: un celeste brillante, simile al colore del cielo in quel preciso istante, fuori dall'auto.
-Questa è solo una forma di te stessa-,continua,-ma quello che alberga nel tuo cuore è sempre ciò che ti difenderà dal male. Ricordati dei tuoi amici, dei bei momenti e di tutto ciò che questo luogo ha saputo donarti, perché lì, di bontà e fedeltà, ne troverai ben poca, e sarai costretta a scegliere più volte di chi fidarti-. Ripete l'azione, assumendo in un attimo la sua forma umana.
-Ora vai, e trova spazio nella tua mente per un'ultima immagine di coloro a cui vuoi bene. Li dovrai ricordare così, nei momenti difficili-.
Una lacrima di commozione scende lungo la guancia calda della Volpe. Si getta tra le braccia dell'uomo che da sedici anni considera il suo eroe, l'uomo che ha sempre provato, ed è riuscito, a proteggerla. Lasciarsi indietro anche lui vuol dire essere davvero scoperta, vulnerabile. Si perde per poco in quell'abbraccio, affondando la testa nel suo petto, e intaccando il leggero maglione di Andior di un alone opaco, là dove la lacrima ha trovato anch'essa riparo.
-Sarai forte, piccola. Ne sono sicuro.- continua l'uomo, in un sussurro. Eva si stacca dall'abbraccio, e lo guarda negli occhi.
-Grazie...-. E' l'unica cosa che in quel momento riesce a dire; sorride, con gli occhi ancora pieni di lacrime, non sa se di felicità o di profonda tristezza, per poi aprire la porta e ritrovarsi nella fresca aria mattutina, il leggero vento a muovere i suoi capelli color del fuoco; i suoi grandi occhi verdi si fissano sul portone in legno del grande edificio, ne scrutano l'interno. Inizia a camminare sicura di se, convinta a compiere il suo primo, difficile compito.

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