I trust you.

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LOUIS P.V.

- Siediti, non vorrai mica ascoltare tutta la storia in piedi? - Liam mi guardava divertito incrociando le braccia al petto. Si stiracchiò meglio sulla sedia.

Se non fosse stata per la curiosità che avevo di sapere la storia di Harry, lo avrei già preso a pugni. Che faccia di cazzo che aveva.

-Togliti quel cazzo di sorriso dalla faccia, Liam, e parla- trascinai con forza la sedia ringhiando quelle parole tra i denti, presi posto.

- Con calma Louis. - la sua voce era maliziosa e tranquilla. - tanto il tuo ragazzo non si muove da la. - replicò e questo non fece altro che alterarmi. Cercai in tutti i modi di riprendere contegno.

- La dove? - chiesi curioso. Un altro ghigno da parte di Liam.

- Epping forest. A qualche centinaia di metri da qua, su una collina. - era piuttosto informato su Harry e questo mi rabbuiò molto. Cosa c'era tra i due? Che legame?

- E tu come fai a saperlo? - domandai esterrefatto.

Liam incrociò per un momento i suoi occhi con i miei. Erano molto più grandi e rotondi contenenti due pupille marroni intense che mi fissavano, parevano trapelare un qualcosa di estremamente triste e malinconico: delusione, rammarico, voglia di riscatto. Fosse stato solo per i suoi occhi, Liam poteva apparire come un ragazzo buono, un samaritano che ti soccorre dopo che i briganti ti fanno del male...ma nel complesso, era inquietante, tremendamente inquietante.. abbassò lo sguardo sulla torta che Harry aveva lasciato lì e gli scappò un sorriso come se avessi letto per intero la sua storia e lui se ne vergognasse. Decisi che era meglio non andare oltre, dovevo scoprire la storia di Harry.

- Conosco Harry da troppo ormai. - cominciò a raccontare improvvisamente gesticolando con le mani per aiutarsi - lui aveva otto anni ed io ero il suo tutore -

- Tutore? Perché, quanti anni hai? - chiesi perplesso. Appariva per lo più come me.

- 27 anni. - fu la sua risposta. Mi spiazzò completamente. Sembrava un adolescente comune che lavorava per guadagnare quel poco che gli avrebbero permesso di uscire il sabato sera.

Non risposi, mi limitai ad annuire abbassando il capo e...

- Comunque, lui aveva otto anni, io diciassette ed ero il suo tutore. - riprese dettagliante - suo padre conosceva la mia famiglia ed io ero etichettato come uno studente modello, un ragazzo per bene ed educato. - prese una paura tossicchiando leggermente.

- Un giorno si presentò a casa mia. Aveva il viso triste, affranto e gli occhi lucidi. Mi implorò, chiese alla mia famiglia se potessi seguire suo figlio negli studi, dato che avevano riscontrato in lui segni che era dislessico. Io rimasi perplesso, immobile. Non avevo mai seguito nessuno ma cosa potei rispondergli? Potevo mai negargli il mio aiuto? Non era da me e così, accettai. - un'altra pausa.

E allora mi immagini un piccolo Harry dalle guance paffute che correva ovunque senza vincoli e restrizioni. Mi immaginai il padre, una persona che lo amava davvero e che avrebbe fatto di tutto per aiutarlo. E poi immaginai Liam...e tutto si fece scuro.

- Iniziai il giorno dopo, andando a casa sua e cominciando a fare amicizia con Harry. Era insicuro, piccolo e impacciato. Aveva paura persino di me. Ma una cosa è certa...ha degli occhi bellissimi. - mi irritò leggermente quella frase, anche perché sentivo gli occhi di Harry solo miei e di nessun altro.

- Con il passare del tempo, Harry migliorava e tra noi si era instaurata una certa intesa...a-avevamo fatto una specie di p-patto. - Liam balbettava e iniziò a sudare freddo.

- Liam, tutt'apposto? - cercai di informarmi scuotendolo.

- Io gli promettevo di farlo migliorare e lui in cambio doveva... - ignorò la mia domanda.

- Doveva? - il mio tono aumentò di volume. Feci pressione sul tavolo, sapevo che quello che stava per dirmi non era affatto piacevole.

- Doveva...f-farmi una sega. - rivelò lui facendomi sgranare gli occhi.

Ed eccola un'altra immagine che si faceva largo nella mia mente: un Harry innocente, ingenuo che pur di arrivare al massimo livello doveva sottoporsi ad azioni che neanche sapeva cosa fossero. Un Harry che vedeva Liam nudo e gli afferrava il pene solo per soddisfare i suoi bisogni. E lui non sapeva niente. Sentii il formicolio sotto i palmi delle mani farsi sempre più forte, la rabbia ribolliva tenacemente e la voglia di uccidere quell'essere davanti a me era salita ad un livello inimmaginabile.

- Per quanto tempo è andata avanti questa storia? - cercai di apparire calmo ma Liam trasalì lo stesso al suono della mia voce.

- P-Per cinque anni. Dopo...me ne andai. Sono un mostro, lo so. - si lamentò portando le mani al suo volto e fingendo un pianto.

- Un mostro? Un mostro, Liam? Come minimo dovresti marcire in galera...non posso crederci. - passai velocemente una mano tra i capelli cercando di mettere in ordine tutte quelle informazioni.

- Lo so, lo so, cazzo. - urlò lui.

- Perché non ti ha denunciato? - chiesi.

- Non sapeva neanche cosa cazzo fosse una sega...per lui era un gioco. - rispose. Sbarrai gli occhi...un gioco??? Sospirai.

- E dimmi, come mai non ti ha riconosciuto? - domandai. Mi era sfuggito quel particolare.

- Ho tagliato i capelli e subito un'operazione poco dopo. Una cosa chirurgica, guarda. - mi indicò una cicatrice che aveva in basso a sinistra del viso.

- E perché? -

- Ho deluso il papà di Harry. Lui credeva in me ed io non ho accettato la sua fiducia. Da lassù ora, sta scoprendo la verità. Volevo chiedergli scusa ma non sono riuscito in tempo a focalizzarlo. - sbottò guardando in cielo per poi ritornare a me. Quindi il padre di Harry era morto?

- Tu non chiederai scusa a nessuno...perché non ti accosterai più ad Harry. Questa è una promessa. - mi alzai dalla sedia e afferrai la torta che Liam aveva davanti. Mi guardò divertito.

- Sempre se lui non voglia accostarsi a me. - seguì una risata ed io trasalii. Dovevo avvertire Harry...per forza.

- Non si accosterà, Liam. Perché io lo proteggerò. - ringhiai allontanandomi.

- Hai intenzione di proteggere un ragazzino mentalmente instabile che vomita goni cosa che mangia? - disse sogghignando.

- No. Ho intenzione di proteggere un ragazzino che TU hai demoralizzato. Alzerò le difese che TU hai fatto crollare. Non è lui quello mentalmente instabile...sei TU - andai via. Per sua risposta ebbi una risata, una risata che mi fece accapponare la pelle.

Tutto troppo in fretta era successo e lì avevo Harry che mi fissava sornione. Volevo che si fidasse di me, doveva fidarsi di me. Io lo avrei protetto. Con me sarebbe stato al sicuro perciò...

- Posso baciarti, Harry? - gli chiesi e il mio cuore riprese a battere.



HARRY P.V.


- C-Cosa? - dissi sperando di aver capito male.

- Posso appoggiare delicatamente le mie labbra sottili sulle tue così piene ed invitanti? - spiegò Louis usando parole poetiche e un tono suadente.

Arrossii alla sua performance, labbra "piene ed invitanti"? ma davvero?
Indietreggiai leggermente mantenendo una distanza di sicurezza tra me e lui.

- Perché? - chiesi semplicemente riacquistando il mio contegno.

- Cosa perché? - replicò Louis come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

- Perché vuoi baciarmi, Louis? - ripetei con calma cercando di apparire tranquillo.

- Affinché tu possa fidarti di me. - rispose con tono sincero.

La fiducia, che grande parola. Un peso che cedi a determinate persone sperando che loro la conservino e non la buttino, un peso che dovrà essere sopportato e curato. Era difficile fidarsi, soprattutto per me.

- La fiducia non si compra con un bacio, lo sai questo? - gli feci notare cominciando a calciare piccoli sassolini. Alzai un po' di terreno.

- Ho cercato di comprarmela difendendoti da Jake e gli altri, ma non ha funzionato. - portò le mani in tasca e palpò quelle di dietro cacciandone un accendino. Portò una sigaretta alla bocca e l'accese. Aspirò profondamente.

- Capiscimi, è difficile... - dissi voltandogli le spalle e guardando il panorama che si parava davanti.

Cercai di cacciare dentro le lacrime che volevano fuoriuscire dai miei occhi. non potevo piangere, non era il momento idoneo. Louis stava facendo di tutto affinché potessi fidarmi di lui ma era una smisurata ambizione per me regalare la mia fiducia alle persone, specialmente ad un ragazzo che conoscevo da tre giorni circa. Tutto questo perché avevo avuto molte delusioni, molte persone che si avvicinavano al sottoscritto solo per interesse o per soddisfare bisogni personali...come lui, un ragazzo di nove anni più grande di me che mi sfruttava a suo piacimento in cambio di lezioni che mi aiutavano a migliorare a scuola. All'inizio credevo fosse un gioco ma poi tutto si era trasformato in una vera e propria dipendenza da parte sua. Iniziai ad avere paura, volevo che andasse via, che la smettesse e che quel patto fosse bruciato. Fu così che lo minacciai, lo costrinsi ad allontanarsi da me per non denunciarlo. E lui esaudì la mia scelta. Scappò dal paese ed ora non avevo più sue notizie quando...

- Ho parlato con Liam, lui mi ha detto che eri qui. - la voce di Louis mi fece tremare dalla paura.

Liam? Quel nome si insinuò nella mia pelle rivestendomi di brividi. Scossi la testa mentre affioravano ricordi.


- Più veloce Haz, così possiamo continuare a studiare. - si lamentava Liam per via della mia lentezza.

Stavamo di nuovo facendo quel gioco che a lui piaceva tanto ma che a me non tanto garbava. Dovevo prendere in mano il suo...suo...coso che aveva in mezzo alle gambe e fare su e giù. Diceva che allenava il mio braccio e che sarei diventato più veloce a scrivere ma non avevo trovato nessuna miglioria. "Colpa tua Haz" si giustificava. Era sempre colpa mia, ogni cosa che andava male, Harry ci finiva sotto. Velocizzai i miei movimenti mentre sentivo Liam ansimare ed emanare suoni grotteschi. Quel coso che avevo tra le mani era diventato duro ed ora cacciava del liquido biancastro che le macchiò costantemente. Lo lasciai e corsi in bagno per togliermi via quella sostanza appiccicosa. Quando tornai, Liam era ancora in estasi...buttato sul divano senza ancora il pantalone.

- Bravo, Haz. - si complimentò con una voce affannata. - con le mani ci sai fare...immagino con la bocca. - continuò prima di soffocare una risata. Non capivo quello che diceva. Ero un bambino di soli dieci anni.

- Studiamo? Domani ho la verifica di italiano, voglio prendere il massimo. - esultai felice e per un po' dimenticai l'accaduto.

Liam mi sorrise prima di alzarsi e rimettersi i pantaloni. Mi accarezzò i capelli scompigliandoli.

- Sai che se prendi il massimo...voglio i diritti d'autore, no? - chiese lui con voce ingenua. Deglutii.

- S-Si...due volte quello che abbiamo fatto poco fa? - cercai di specificare.

- Bravo bambino. - si congratulò con me.

Ma l'incubo, non sarebbe finito.


- D-Dove l'hai incontrato? - chiesi spaventato. E se mi avesse seguito? Lui sapeva di questo posto...lui sapeva tutto di me.

- Al bar di prima. - parole fredde furono quelle di Louis. Sussultai...mi aveva visto allora. E perché io non lo avevo notato? Dov'era?

- T-Ti ha detto...tutto, immagino. - replicai.

Sentii la terra emettere strani rumori e ne dedussi che erano dei passi. Louis si stava avvicinando. Portò di nuovo la sua mano sulla mia spalla e la strinse leggermente come per dire "io ci sono, sei tu che non mi vedi, ma io ci sono e ci sarò". Mi voltai.

- Si. Mi ha detto tutta la tua storia, dal suo punto di vista. - spiegò guardandomi negli occhi più serio che mai.

- E tu non sei scappato? - continuai cercando di intravedere nei suoi occhi quale fosse la risposta.

- Sono scappato, certo...per venire da te. - mi disse marcando l'ultima parola.

E fu allora...fu in un attimo che mi resi conto della vera presenza di Louis lì, su questa terra. Alzai gli occhi al cielo e sorrisi...tra le nuvole, sapevo che lui era lì a guardarmi e sapevo che era felice. Era stato papà a portarmi quel ragazzo sulla mia strada...e se era stato papà, non era altro che per il mio bene. Così...

- Baciami, Louis. - dissi convinto e sicuro.

Il ragazzo moro di fronte a me parve un po' perplesso all'inizio ed io mi maledissi credendo di aver sbagliato ma un secondo dopo, sul suo viso si dipinse un sorriso smagliante che cacciò via ogni mia preoccupazione. Si avvicinò e poggiò delicatamente le sue "labbra sottili sulle mie piene ed invitanti". Fu un bacio dolce, non quelli eccitati e pieni dalla voglia di urlare "posso scoparti, ora?" ma uno di quelli che voleva urlare "abbiamo tutto il tempo che vogliamo". La sua bocca si muoveva sulla mia in maniera lenta, come se avessimo dato inizio ad un film senza intervallo e senza una fine. Mi cinse il collo con le braccia ed io ricambiai la stretta come se tenessi sparsa colla ovunque sul mio corpo. Davvero desideravo, che quel momento fosse infinito. Si staccò dopo un po' e unì la sua fronte alla mia, i nostri nasi si sfioravano complici, i nostri occhi si guardavano quasi a volersi mangiare l'uno con l'altro e le nostre bocche, si scambiavano respiri accogliendo quello dell'altro e immagazzinandoli dentro di sé, già avevano voglia di baciare nuovamente ma solo le stesse labbra di poco prima. E vi giuro, tutto in quel momento era perfetto.

- Ti fidi di me Harry? - sussurrò Louis a pochi millimetri dal mio volto.

Per la prima volta...credetti davvero che quel ragazzo potesse cambiare la ma vita, quindi...

- Mi fido di te. - risposi provocandogli una risata. Come era bello il suono della sua voce. Ci staccammo e solo allora capii che già mi mancava.

***
- Ce l'ho fatta finalmente, mucchietto d'ossa...ho guadagnato la tua fiducia. - esultò Louis mentre tornavamo a casa. Lo spinsi via scherzosamente.

- Non mi piace questo soprannome. - ribattei facendo il muso. Louis sorrise.

- Fammi pensare...Haz, ti piace? - Trasalii a quel nome. Haz...Haz...

- Hey...allora? - Louis mi scosse ed io tentennai un po' prima di guardarlo.

- Che succede? - continuò leggermente preoccupato.

- Haz...era il soprannome che m-mi dava Liam... - spiegai abbassando il capo.

Pensai, a quel punto, che niente e nessuno mi avrebbe fatto dimenticare Liam. Sospirai ma qualcosa di caldo mi accolse. Erano le braccia di Louis che mi stringevano forte...in una morsa rassicurante.

- Hey...ci sono io ora, chiaro? E con me, non rischi alcun pericolo. - mi disse Louis. Lo abbracciai forte anche se una parte di me era titubante nell'affidare a quel ragazzo la mia intera fiducia.



ANGOLO AUTRICE :3

Eccomi lettoriii. Scusate per il ritardo. Davvero mi merito tutti i tentati omicidi pensati da voi. Solo che ho avuto dei problemi e tra poco inizio l'università.

Voi come avete passato l'estate?

Come è andata alle nuove liceali? LET ME KNOW.

Come vi è sembrato il capitolo? Spero di aver chiarito qualche dubbio che vi tormentava...altrimenti contattatemi su Ask (TeresaMartucci) o facebook (Terry D. Martucci) oppure chiedete direttamente nella recensione...vi darò le informazioni necessarie.
Liam ha 27 anni (non me lo immagino così vecchio ma fa niente) ed è nella fase di "espiazione dei peccati"...vuole riscattare le pene dell'inferno che ha fatto subire al piccolo Harry.
Parlando dei Larry...mio dio io li ho trovati magnifici *-*
Che cuccioli che sono...ma qualcuno metterà loro dei bastoni tra le ruote...mmm vabbè basta sto spoilerando troppo u.u
Quindi se vi è piaciuto il capitolo, fatemi sapere...u.u con calma eh, so che avete compiti da fare :P
Volevo ringraziarvi per il capitolo precedente...O_O cioè io piango. Siete meravigliose, fantastiche, speciali, dolci e...VI AMO!

E ho appena visto che la storia ha raggiunto le 1049 letture. Mi viene da piangere!


Vediamo se ci riusciamo, suuuu!!!!!!!
Qui troverete il della fan fiction http://www.youtube.com/watch?v=tasIXUs_b5s...se avete canali youtube, potreste commentare?? Mi farebbe troppo piacere :3
Okay non ho più niente da dirvi quindiii...ANDATE E DIVULGATE LA DOTTRINA LARRY STYLINSON!!!!
Mi lasci una recensione? *occhi da cucciolo*
Terry.


Your fucking eyes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora