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- Louis lo vedi che sei un coglione?? Neanche una torta sai mangiare. - lo ripresi.

Louis cercava di pulirsi le labbra impregnate di cioccolato con le dita altrettanto sporche. Era una visione stupida, bambinesca ma troppo divertente per rimanere impassibili. Incrociai le braccia sotto al petto osservandolo, cercando di rimanere serio davanti a quella performance. Si infilava le dita in bocca assorbendo la nutella e roteando la lingua su di loro. Ero arrossito violentemente innanzi a quei gesti che potevano indurmi a pensare male. La voce di Louis mi portò alla realtà.

- Non è colpa mia se queste torte le riempiono di nutella, cazzo sono squisite. - lodava quei dolci come un pellegrino davanti ad un santo.

Roteai gli occhi al cielo sospirando. Louis era così infantile a volte. Mordeva quei dolci lasciando fuoriuscire la cioccolata che andava a depositarsi sul piatto. Temevo che avrebbe leccato anche quello.

- Infatti è la terza che ti mangi, potevi prendere la mia. - gli feci notare abbassando gli occhi nel mio piatto ancora contente la leccornia.

- No! - obbiettò. - quella la devi mangiare tu e se non ti muovi sarò costretto ad imboccarti. - di nuovo quel tono autoritario che mi fece andare in bestia.

- Hai ancora un po' di sporco qui. - tentai di cambiare discorso.

Indicai a Louis l'angolo della bocca destro ancora macchiato leggermente. Gli feci segno con il dito e lui puntualmente sbagliò. Ero serio mentre osservavo la pelle chiara del mio amico seduto di fronte. Potevo chiamarlo "amico"? O rappresentava ancora una minaccia per il mio mondo? Una mina vagante che poteva esplodere mandando in frantumi quel muro che nessuno poteva oltrepassare, lasciandomi senza difese...pronto a farmi male. Sarei riuscito a sopportare quel dolore?? Seppi solo che quel pomeriggio...mi lasciai andare alle nuove scoperte.

- E' lì idiota. - risi indicandogli una seconda volta il punto. Louis errò nuovamente.

- Diciotto anni mandati al vento. - scossi il capo deluso.

Mi stavo leggermente aprendo con Louis, parlavo spensierato e potei dedurre che l'atmosfera intima di prima si era ricreata totalmente se non addirittura rafforzata. Non mi sentivo vincolato, per la prima volta ebbi la sensazione di poter parlare di tutto e di tutti senza che mi facessi male.

- Diciannove per la precisione. - specificò lui sorridente.

- A maggior ragione...dovresti vergognarti. - replicai facendo scontrare i suoi occhi con i miei, di nuovo.

Rimanemmo a guardarci per un po', fissi l'uno nell'altro come a volerci studiare a vicenda, annegando nei reciproci pensieri, nei reciproci errori. I suoi occhi avevano dei lineamenti morbidi anche se erano più socchiusi rispetto ai miei, davano l'impressione della stanchezza ma sapevo che Louis non era un ragazzo stanco, era evidente. Non si arrendeva. Intravidi una strana luce nelle sue iridi, diedi per scontato che fosse il riflesso del sole.

- Da quando cacci gli artigli, mucchietto d'ossa? Fino a mezz'ora fa volevi evadere come fumo nell'aria. - mi fece notare facendomi arrossire di brutto. Abbassai lo sguardo.

- Sai che con un pugno potrei romperti la mascella? - gesticolò chiudendo la mano e facendomi intravedere le nocche.

- Non lo faresti. - risposi piccato.

Fu in quel preciso istante che mi resi conto della grande affermazione che avevo appena detto. Louis si guardò le nocche per un attimo prima di riportare la sua attenzione su di me e su di quello che avevo detto. Portò il pugno sulla tavola e lo batté leggermente.

- Come fai a dirlo? - chiese lui poi, lasciando che finissi il mio discorso.

- Non lo so, lo sento. - risposi senza neanche una motivazione il che lo portò ad innervosirsi leggermente.

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