Capitolo 1

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Ehilaaaa, ci si rivede!! ヾ(。>﹏<。)ノ゙✧*。
Sono tornata con una nuova storia, sperando che sia all'altezza della prima e che riesca a trasmettervi qualcosa ٩(♡ε♡ )۶
Ma bando alle ciance, buona lettura a tutti!! (^_-)-☆

Si avvicinò lentamente alla porta della sua classe.

Un altro giorno.

Respirò profondamente ed entrò.
Le chiacchiere dei compagni non lo sfiorarono minimamente e lui si fiondò al suo posto senza alzare lo sguardo.

-Ehi checca.

Si strinse a sè intimorito.

-Andiamo, lo sappiamo tutti che lo prendi in culo quotidianamente!

L'intera classe scoppiò a ridere.
Andrea si morse il labbro, tremando.

Perchè?

Perchè doveva essere ogni giorno così?

-Che razza di femminuccia, perchè non torni a giocare con le bambole??

Altra risata generale.

Non ce la fece più.
Scatto dal suo banco e corse fuori, tra le risate, corse fino al bagno e si chiuse nell'ultimo.

Lasciò scivolare le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.

Checca.

Femminuccia.

Da quando aveva iniziato il liceo non sentiva altro.

Sua madre non era stata di grande aiuto.

Aveva sempre voluto una femmina e quando era nato lui era rimasta un attimo insicura, ma aveva trovato il modo di rimediare.

Lo aveva educato come una ragazza.

Era cresciuto sensibile, con movenze femminili, tenero.

Fragile.

I prof lo "coccolavano", i compagni lo odiavano e lui si sentiva un errore.

Perchè?

Perchè era tutto così ingiusto?

Scivolò sulla porta fino a sedersi per terra, piangendo silenziosamente.

Era solo il secondo mese del secondo anno di scuola.

Non ce la faceva giá più.

-Non devi prenderli sul serio.

Sussultò.

-Sì, sto parlando con te.

Qualcuno si appoggiò sulla porta del bagno.

-Sono solo degli idioti senza cervello, non possono farti nulla. Ma tu devi reagire per non essere schiacciato.

Il cuore di Andrea iniziò a battere più forte.

Simone.

L'unico che non lo aveva mai preso in giro.

Lo aveva sempre ignorato, nè insultato nè difeso.

Era sorpreso, parlava poco in classe ed era sempre scontroso.
Invece in quel momento sembrava che lo stesse... rincuorando.

-Questo bullismo... l'ho subito anch'io.

Smise di respirare per un paio di secondi.

-Devi tirare fuori le palle. Datti da fare. Vali più di quello che credi e soprattutto di quello che loro vogliono farti credere.

La campanella suonò.

-Buona fortuna.

Si staccò dalla porta e uscì dal bagno.

Andrea rimase un secondo immobile, come intontito.

Le lacrime gli si erano asciugate sul viso.

Si pulì il viso con la carta igienica.

Aveva ragione.

Doveva farcela.

Lui credeva in lui. Incredibile ma vero, qualcuno che avrebbe scommesso su di lui.

Uscì dal bagno con un sorriso ebete sul volto.

Si fermò davanti alla sua classe, di nuovo, per ricomporsi.

Il suo battito cardiaco decelerò lentamente.

Tornò serio ed entrò in classe.
Il prof borbottò qualcosa sull'appello che aveva appena finito di fare e lo mandò al suo posto senza troppe storie.

Ignorando le risatine dei compagni, Andrea si sedette al suo banco, in fondo, quasi nascosto.

Non ascoltò nemmeno una parola una parola della lezione, continuando a guardare in direzione di Simone.

Un nuovo sentimento stava crescendo in lui.

Pensò che doveva essere riconoscenza e iniziò a riflettere su un modo per ringraziarlo.

Le sue parole lo avevano davvero salvato.

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