Capitolo 7

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Era un normale giorno di scuola.

Si erano seduti ai loro banchi come di consueto.

Ma non era un giorno come gli altri.

Il re degli stronzi più stronzi dei loro compagni entrò in classe ghignando.

-La checca e l'apatico, che bella coppia.

Loro si guardarono di sfuggita confusi.

Non poterono chiedere niente poichè era arrivato il prof, ma all'intervallo fu tutto più chiaro.

Li aveva visti darsi un bacio veloce prima di parcheggiare il motorino.

Come, se erano sempre stati attenti?

Ma il problema in quel momento non era quello, ma la loro foto che circolava per la classe.

-Vado a prenderlo a calci in culo.- mormorò Simone tra i denti.

-Sono qui per te.

Il ragazzotto era di fronte a loro, circondato dagli altri compagni che sghignazzavano.

-Che cazzo vuoi?? Siamo liberi di fare quello che ci pare.

-Ma certo, come due adorabili froci di cui una checca.

Schivò per un pelo il pugno tiratogli da Simone.

-Come sei ripetitivo.

Gli tirò un calcio che lo fece cadere.

-Cazzo...

-Oooh poverina si è fatta la bua.

Si avvicinò sghignazzando, pronto per il colpo finale.

Alzò il pugno per colpire, ma prima che potesse riuscirci qualcosa lo colpì allo stomaco, facendolo piegare in due dal dolore.

Davanti a lui c'era Andrea, col pugno stretto, che ansimava.

-Non ti azzardare a toccarlo, stronzo.

Tutti si zittirono.

Simone era a bocca aperta.

Non lo aveva mai visto così sicuro.

-E tutti voi, sappiate che noi siamo felici insieme, quindi potete andare direttamente a fanculo.

Si girò e dopo aver aiutato il compagno ad alzarsi scapparono fuori da quella merda di scuola.

-Che gente, c'è da vergognarsi...- borbottava Andrea, ancora acceso.

Simone lo bloccò e lo guardò negli occhi.

Ardevano come fiamme.

-Tu... lo sai cosa hai fatto??

Andrea abbassò lo sguardo, titubante.

-Un casino?

Simone lo abbracciò, stringendolo a sè.

-Mi hai salvato.- sussurrò.

Andrea avvampò.

-N-Non potevo permettere che ti facesse del male, non sono riuscito a trattermi... e poi devo sdebitarmi, tu hai salvato me e...

Simone lo bloccò con un bacio.

-Tu non mi devi niente. Anzi, sono io quello fortunato, ad averti incontrato, tu... hai superato le tue debolezze.

Si guardarono dritto negli occhi.

-I-Io... non sarebbe mai successo senza di te... ti amo.- mormorò Andrea distogliendo lo sguardo.

Simone portò il suo volto verso di sè e baciò le sue labbra con passione.

-Anch'io pivello, anch'io...

Rimasero a baciarsi, lentamente, dolcemente, facendo danzare le loro lingue lì, in mezzo alla strada, senza preoccuparsi di essere indicati.

Insieme avrebbero superato qualsiasi cosa.

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