È cominciato tutto pochi giorni prima di iniziare la scuola. Mi guardavo spesso allo specchio e mi vedevo grassa, volevo che mi si vedessero le ossa, volevo poterle toccare.
Così mi sono messa a fare una vera e propria dieta. Ho comprato un diario, sul quale annotavo con precisione le calorie dei cibo che mangiavo più spesso e le diete che potevo seguire. Ogni settimana che passava riducevo le porzioni, sempre meno cibi a disposizione e quantità più piccole. Tanto che mangiare a tavola con i miei genitori per me diventava fonte di preoccupazione. Ho cominciato a nascondere il cibo nei modo più stravaganti: facevo finta di pulirmi la bocca e lo sputavo nel tovagliolo, lo mettevo nelle tasche e nelle maniche, lo vomitavo dopo cena. Tuttavia non ero molto furba e i miei mi hanno scoperta presto, trovando il diario e il cibo nella spazzatura di camera mia. Nemmeno le scuse "non ho fame", "mangio fuori", erano più credibili. Così ho ripreso a mangiare normalmente. Questo pensiero però continuava a ronzarmi nella testa, mi suggeriva che dovevo dimagrire, che tutti l'avrebbero notato, che sarei stata bella. Allora ho cominciato a non mangiare sul serio: ho ridotto drasticamente la mia dieta ad una mela al giorno. Ho cominciato a fare sport, mi sono iscritta ad un corso di acrobatica, un'ora e mezza due volte a settimana. Pensavo bastasse, infatti in poche settimane da 45 kg, che avevo ripreso, sono passata a 43, ma il mio obbiettivo fisso erano i 40. Mi sono stufata della mela dopo poco, perchè non riuscivo ad andare in bagno. Ho cominciato a prendere delle pastiglie, perchè pensavo che avrei pesato di più senza riuscire a espellere il cibo. Piano piano mi stavo imponendo delle regole: masticare un boccone un certo numero di volte prima di ingoiarlo, bere molta acqua tra un boccone e l'altro, tagliare tutto in pezzetti minuscoli. Quelle che prima erano regole sono presto diventate ossessioni, tagliavo il cibo in pezzetti uguali e lo predisponevo secondo un certo ordine, ma finivo sempre per non mangiarlo. Sono arrivata a non riuscire a mangiare nemmeno una mela al giorno. Poi mi sono bloccata. Non mi muovevo dai 43 kg. Panico. A quel punto mi sono convinta che acrobatica non bastava, e dovevo iniziare a fare molto esercizio e sforzarmi di mangiare un po' di più, per sbloccare il metabolismo. Così ho iniziato una folle dieta ipocalorica, il massimo delle calorie all'interno di essa era 800. Facevo esercizi di continuo, mi convincevo di non averli fatti e li facevo di nuovo. Ovviamente questo ha influito molto sulla scuola, non riuscivo più a studiare. Non solo, non ascoltavo in classe e proprio non riuscivo a capire ciò che leggevo. Dentro la mia testa ho cominciato a sentire una voce, una voce femminile, acuta e bastarda. Quella voce mi ripeteva che ero grassa, che dovevo arrivare a casa in fretta e fare i miei esercizi, che era la mia migliore amica. Quella voce mi aiutava. Mi spronava a fare di più, mi faceva sentire forte quando, ancora una volta, resistevo ad una pizza o ad una bella fetta di torta. Bevendo solo acqua mi sentivo importante, mi sentivo Dio, sentivo di avere il controllo della mia vita.
Ero diventa più scaltra, riuscivo a far credere ai miei genitori che andava tutto bene, a far credere che mangiavo. Durante quel periodo mangiavo sí e no un pasto da 400 calorie massimo al giorno, quando proprio ero obbligata, e subito dopo mi ammazzavo di esercizi. La voce nella mia testa si faceva sempre più forte e mi diceva di essere gelosa dei miei amici, che mi portavano via troppo tempo. Loro sapevano della dieta che stavo facendo e cercavano di dissuadermi dalla mia idea ma non c'era verso.
-Elena, guarda che poi diventi anoressica!- Mi aveva detto una volta Lea, una mia amica, sull'autobus.
Mi ero messa a ridere. Non avevo certo il fisico di una anoressica. E comunque, pesavo ancora troppo. Ogni volta che non mangiavo la mia vocina applaudiva e poi se ne stava zitta per un po', per questo spesso evitavo il cibo.
Nel frattempo i colloqui con Deborah proseguivano e anche lei era al corrente della dieta.
-Hai un problema alimentare.-
-Io non ho nessun problema.-
-Mangi troppo poco.-
-Sono normale.-
-Il tuo BMI è al di sotto della norma, Elena se vai avanti così dovrò dirlo ai tuoi e farti ricoverare.-
Le nostre conversazioni andavano avanti così. Però man mano che il tempo passava le mie energie cominciavano a venire meno. Le mie unghie erano diventate violacee, perdevo i capelli e avevo sempre, costantemente freddo. Soprattutto alle mani e ai piedi.
Bene, se hai freddo il tuo corpo brucia di più.
Mi suggeriva la vocina. E io le davo retta. Continuavo a mangiare meno e bruciare di più, mentre la vocina faceva i salti di gioia. Sono arrivata a 42 kg in una settimana circa, ero contenta. Cominciavo a vedermi le ossa del bacino, mi piaceva tantissimo toccarle con le mani gelate, mi piaceva la sensazione del freddo sulla pelle. Quello stile di vita mi stava però stroncando a poco a poco, avevo delle crisi di pianto e la voglia di mollare tutto cresceva. La vocina però si faceva sempre più forte e più severa quando ero sul punto di mangiare quella gocciola immersa nel latte.
Sei proprio una vacca! Vedrai che dopo che l'avrai mangiata vorrai ucciderti per i sensi di colpa e non riuscirai mai a bruciarla! Dai retta a me, buttala nel gabinetto.
Facevo così ormai da parecchio tempo. 'Mangiavo' prima che i miei arrivassero a casa, masticavo tutto, solo per sentirne il gusto, e poi sputavo nel gabinetto e tiravo la catena. Avevo ginnastica tardi, quindi usavo la scusa che dovevo mangiare almeno due ore prima, altrimenti avrei vomitato tutto. Quando non dovevo andare in palestra dicevo che avevo fame e avevo mangiato presto per studiare. Insomma, riuscivo sempre a scamparla.
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Il peso della felicità // Anoressia e Bulimia - la mia storia
No FicciónQuesto racconto parlerà del mio viaggio con l'anoressia. È iniziato tutto cosí: una dieta, un po' più di sport, stare attenta alle calorie. Poi quella voce che si insedia nella tua testa e grida: "mangia di meno,sei una grassona!" E quello che dovev...