:Bianco:

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2 settembre 2015 ore 8:00

Porca carota sono in ritardo!

Ecco cosa penso quando di solito la mattina faccio tardi, come oggi dato che la mia amata sveglia non ha voluto suonare.

Faccio uno scatto degno di Bip-Bip dal letto all'armadio, dal quale prendo le prime cose che mi capitano sott'occhio, non prendendo però l'intimo, dopotutto se per un giorno non faccio la doccia mica si muore!

Tolgo velocemente il pigiama a pois rosa e verde e infilo ciò che ho preso dalla pesca all'armadio:skinny celeste e maglietta dei Green-Day, bianca.

Dopo aver finto di infilare anche le scarpe prendo lo zaino sulla scrivania e stacco il cellulare dalla carica notando che mancano solo cinque minuti al suono della campanella e io ho ancora tre quarti di autobus e metrò.
Decido di chiedere a Carmine o ad uno dei vecchi, che non si fanno trovare e dopo aver supplicato Carmine in Australiano-Ostrogoto per due minuti, finalmente alle 8:24 entro a scuola.

X:perchè corri?

Mi giro verso la persona che ha perlato trovando, come al solito, Carmen e Alessia.

Io:sono in ritardo, ma voi per....non è ancora arrivato vero?
Domando ricordando poi che il mio caro professore di discipline pittoriche, o come dico io pittura, fa SEMPRE ritardo.

Alessia:si
Carmen annuisce e io ruoto gli occhi al cielo per la mia stupidità.
Ci dirigiamo verso la classe dato che lo zaino iniziava a pesare non poco e io non sono di certo il tipo da palestra.

Tra una chiacchiera e l'altra arriviamo davanti la porta della classe aperta da dove si intravedono tutti i ragazzi della classe che fanno più chiasso di una mandria di unicorni mangia panda arcobaleno.

Sapete ,di solito il buongiorno si vede dal mattino, questo giorno non è per me.

Perché?
Sapete quando ho detto che dalla porta della classe si vedeva tutta quella classe di unicorni?
Beh scordatevelo, si vedevano tutti, tutti tranne il "clown dell'ospedale".

E ora eccomi qua, in bagno, tremolante e fradicia mentre Alessia e Carmen continuano a bussare alla porta.

Io:ANDATEVENE!!

Passano secondi, forse minuti di silenzio dove non si sente niente, solo il mio respiro irregolare seguito da copiose lacrime e singhiozzi, poi spezzato dal suono dal suono della porta del bagno aperta, da me.

L'ultima cosa che volevo vedere è qua di fronte a me, nel bagno delle ragazze, si perché lui non è una persona, quelle hanno un cuore, lui no.

Mirko:il professore mi ha mandato a prenderti e a chiederti scusa.
Dice prendendo rudemente il braccio e cercare di portarmi fuori dal bagno, cosa che non gli faccio fare, se deve chiedere scusa lo deve fare.

Mirko:e ora che c'è? Perché non ti muovi?
Io:secondo te?
Mirko:se è per le scuse sognatele e poi bagnata sei più carina.
Dice indirizzando lo sguardo verso il petto, e portandolo anche io noto che l'acqua che mi ha buttato adosso ha fatto diventare la maglia trasparente e di conseguenza si vede tutto.
Cerco di strattonare il braccio, che aveva ripreso, per potermi coprire, ma essendo più forte di me,mi tira verso di lui facendo aderire i nostri petti e facendo bagnare la sua maglia anch'essa bianca.

Ma non capisco oggi è il giorno "mettiamo tutti la maglia bianca?".

Mirko:sai voglio tanto fare una cosa che non facciamo da un po.
Sussurra con una voce calda e sensuale al mio orecchio, facendomi diventare rossa.

Si avvicina pian piano alle mie labbra e dopo secondi infiniti provo lo sfogo di una mandria di unicorni nello stomaco.

Le nostre labbra sono nuovamente unite dopo sette mesi di distanza.

Sarai mia di nuovo||Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora