Non ho chiuso occhio in tutta la notte.
Ho in mente soltanto quei succhiotti.
Su tutto il suo corpo.
Era ubriaco fradicio.
Sorrideva.
Rideva.
Stava bene.
Senza di me.
Quando sono arrivata a casa i miei erano già a dormire così non mi sono nemmeno dovuta inventare una scusa.
Voglio uscire.
Andare via.
Voglio correre.
Scappare da questo mondo monotono, ripetitivo, traditore, falso e ubriaco.
Andare via.
Sono le 5:45 quando sento suonare il campanello di casa.
Sento mio papà brontolarsi e mia mamma che si alza e va vedere che pazzo può essere che suona i campanelli della gente a quest'ora.
Mamma:"Alleegraa! Perché c'è qui Gennaro?! Che scherzi sono questi?!"
Genn?
Cosa caspita ci fa qui.
Corro giù per le scale.
Sono molto scompigliata e la mia vestaglia da notte bianca con i fiori non è la più bella cosa al mondo da vedere.
Arrivo davanti alla porta.
Che freddo.La prima cosa che vedo sono i suoi occhi.
Mi tremano le gambe.
Come posso due occhi farti tremare le gambe?
Non so cosa dire.
Genn:"Scusa. Scusa Allegra. Sono un coglione e lo so, potrai dirmi tutte le brutte parole che vorrai fra poco, ma prima lasciami spiegare. Stanotte ero ubriaco fradicio, non mi sono accorto di quello che ho fatto, ma ora me ne pento. Ci casco sempre eh. Sono uno sfigato da quando sono nato. E per questo mi devi perdonare. Però so che non mi perdonerai per quello che ho fatto ora, perché mi hai già perdonato troppe volte e nonostante tutto io continuo a commettere gli stessi errori. Ma volevo vederti un'ultima volta. Vedere i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo naso. Vedere il tuo sorriso, anche se non credo che ne farai uno per me. E volevo sentire la tua voce, anche se molto probabilmente mi griderai addosso.
Volevo vedere un'ultima volta ciò che mi sto perdendo, la meraviglia che sta davanti a me ma che io continuo a non vedere.
Vedere quanto un cretino come me possa consumarti.
Volevo vedere quanto ti amo.
Per un'ultima volta".Mia mamma è senza parole.
Io non so cosa dire. Mi batte forte il cuore.
Segui l'istinto, Allegra.Metto le mie mani dietro il suo collo.
Mi alzo in punta di piedi.
E lo bacio.
Quando mi stacco ha la faccia sorpresa.
Gli sorrido.
Sorrido per lui.
Me:"Io ti amo Gennaro"
Mia mamma ci sta guardando in modo freddo ma quasi commossa e sento il fiato di mio papà dietro di me.
Ma che mi frega.
La vita è una.
È da vivere.
Lo bacio ancora.
Sento la sua lingua picchiettare sulle mie labbra e la lascio entrare nella mia bocca.
E continuiamo come se nessuno ci stesse guardando.All'improvviso sento che mia mamma fa una risata isterica e troppo rumorosa.
Papà:"Avete finito?".
Mamma:"Che cosa è successo?"
Papà:"Le hai fatto del male?"
Me:"Basta. Non è successo niente che a voi interessi e non mi ha fatto del male".
Genn tiene ancora gli occhi bassi.
Mamma:"Beh avete intenzione di restare lì con il freddo che fa? Entrate dai"
Lo prendo per mano e andiamo in camera mia.
Devo scegliere i vestiti per la scuola, tanto ormai sono le sei.
Maglia grigia, jeans e Vans.
Me:"ehi Genn, se i miei sanno che stai qui mentre mi cambio sono guai... ti va di uscire? "
Genn sorride, si avvicina e mi bacia.
Mi spinge contro al muro e continua a baciarmi.
Mette le sue grandi mani sui miei seni.
Il nostro respiro si fa più affannato.
Sposta la sua bocca sul mio collo.
All'improvviso mio papà da dietro la porta dice:" Allora? Di che state parlando?"
Ci stacchiamo subito e Genn esce dalla stanza.
Quando mi sono cambiata e truccata è già ora di andare.
Mi accompagna a scuola e poi se ne va.A ricreazione trovo Mattia al bar.
Sembra felice.
Mattia:"Alli, credo di aver trovato un modo per parlare di Mitya ai miei genitori".
Me:"Oh Matti, sono così felice. Cosa gli dirai?"
Matt:"La verità.
Solo e soltanto la verità"
Lo abbraccio e gli dico "Sono così felice per te.
Ma quando lo farai?"
Matt:"Questa sera, in aeroporto, prima che loro partano per Berlino, sai com'è con il loro lavoro".
Infatti i genitori di Mattia sono dei giornalisti e, lavorando insieme, sono spesso via per lavoro.
Suona la campanella e prima che la folla ci divida riesco a rispondergli:"Bene, poi fammi sapere".
Durante il pomeriggio devo studiare e fare i compiti e verso le sei di sera vado a lezione i pianoforte.
Mentre sto uscendo di casa mi suona il telefono, è Rosanna.
Rosi:"Ei Alli, stasera io e Veronica abbiamo deciso di dare una festa qui a casa mia, ti andrebbe di venire?"
Me:"Credo di potere, solo se i miei mi lasciano, ma a che ora è?"
Rosi:"Alle 21:00, fino all'una, tanto domani è domenica"
Me:"Vedrò, anche se fino quell'ora i miei non mi lasciano"Chiamo subito mia madre. Dice che mi lascerà andare alla festa ma dovrò tornare prima di mezzanotte e mezza.
Finita la lezione di piano vado a casa e inizio a preparmi, nonostante non mi metta cose tanto eleganti: leggins, maglia lunga dei Lakers e solite Vans. Metto il rossetto e mi faccio una sottile linea di eye-liner.
Alle 21:15 sono davanti la casa di Rosanna.
C'è un bel po' di gente. E stare in mezzo alle persone non è il mio forte.Spazio autrice
Ei bella gente.
Scusate se ci ho messo così tanto ma la mia vita è cambiata.
Tutta colpa di un ragazzo.
Si, ha due anni in più di me e mi piace da morire. Fa la mia stessa scuola e un giorno mi sono decisa a parlargli. Non ho ancora il suo numero. È molto chiuso in se stesso.
E aw quant'è carino quando fa le figure di merda.
Si okay, dalla descrizione iniziale sembrava fossi fidanzata. PUAHAHAHAH
Comunque... Scusatemi davvero tanto per l'attesa e anche per lo schifo del capitolo; cercherò di migliorare, ma vi anticipo già che sono una persona pessimista.
STAI LEGGENDO
UrbanStrangers
FanfictionMi sono innamorata di due ragazzi che hanno voci stupende. Sono gli Urban Strangers. Non credo ci siano storie su di loro. quindi ho deciso di scriverne una io. Grazie a chi legge♡ La mia è stata la prima ff sugli Urban Strangers.