Ciao, mi chiamo Melanie, e ho 30 anni, ho lunghi capelli neri e grandi occhi verdi.
La mia vita cambiò nel 2001, quando andai in visita all' orfanotrofio della mia città .
Iniziamo dal principio...
Ci ero andata, sotto ordine del mio capo ( lavoro in comune) per convincere il misterioso proprietario, che pochi avevano visto, a chiudere.
Quando entrai, seduto a giocare coi bambini, c'era un uomo.
Indossava un pigiama rosso, aveva la pelle chiara, il naso sottile e i capelli neri e lisci erano legati in un codino.
Tutti i bambini erano rannicchiati intorno a lui, appoggiati sulle sue ginocchia.
L'uomo prese un bambino molto piccolo in braccio, avrà avuto al massimo 7 mesi.
Cominciò a cantare.
Era una canzone dolce, diceva spesso " Have you seen my childhood ?"
Dopo poco i bambini si addormentarono.
L'uomo mise il più piccolo in una culla e portò tutti gli altri in una stanza con dei lettini.
Gli rimboccò le coperte per poi riordinare i giocattoli sparsi per terra.
Sorrideva.
Non si era accorto che l'avevo seguito, ma poi starnutii e lui mi vide.
- Oh, ciao!!!- disse sorridendo - e tu chi sei?
- Mi chiamo Melanie...
- Piacere Melanie, io sono Michael.
- Sei solo?
- Si, gestisco io l'orfanotrofio. Dopotutto abito nell' appartamento qui sopra.
-Ah...
- Hai bisogno di qualcosa ? Vorresti adottare un bambino?- chiese Michael con un luccichio negli occhi.
- Oh, no, ero passata solo per ... Be' non importa...
- Capisco... Se vuoi potresti lavorare qui... Da solo è difficile e ho bisogno di aiuto...
- Forse...
Il cuore mi batteva all' impazzata. Quell'uomo era molto bello...
Lui fece salti di gioia. Letteralmente.
Si mise a saltellare per tutta la stanza.
Poi cadde a terra e scoppiò a ridere . Risi anche io.
-Vieni - disse poi - ti mostro il piano di sopra...
Salimmo una rampa di scale e ci trovammo davanti a un corridoio con quattro porte, due per lato. Me ne indicò una.
- Lí ci sono i bagni, mentre questa...- disse Michael aprendo un'altra porta-è la mensa...
- E quella porta?- chiesi indicando la terza porta.
- Quella è l'aula- disse Michael sorridendo - entra pure.
Lo feci e rimasi a bocca aperta: c'erano quattro tavoli con quattro posti ciascuno.
C'erano quattro lavagne, una su ogni muro, e c'erano molti disegni sul muro e tanti pastelli e pennarelli in alcune scatole.
- Perché ci sono così tante lavagne?
- Perché i bambini hanno età differenti e ogni gruppetto studia cose differenti- rispose lui sorridendo- di solito la mattina studiamo e il pomeriggio giochiamo tutti insieme.
- E tu invece dove abiti?
- Nell'appartamento qui di fronte.
- Posso entrare?
Michael si bloccò - ehm... Non...
- Tranquillo, non importa ...
- Allora, domani mattina vieni qui? Così ti mostro le nostre giornate .
- Certo. Verso che ora?
- Non lo so... Le otto?
- Perfetto, a domani Michael.
- A domani, Melanie.
Io feci per andare via, ma in realtà mi nascosi all'ingresso: volevo vedere cosa faceva Michael ora che tutti dormivano.
Sentii un pianto. Diedi una veloce occhiata alla camera dei bambini: una di loro, di circa tre anni, stava piangendo. Aveva i capelli color del grano.
Michael arrivò pochi secondi dopo. Io ero nascosta, ma riuscivo a vedere e a sentire tutto.
- Julie, piccolina, cos'è successo?- chiese Michael premuroso.
- Ho fatto... Un brutto sogno...- disse la bambina piangente.
- Oh, mi dispiace... - disse Michael abbracciando la bambina. Lei lo strinse forte.
- Ho paura...
- Di cosa? Cos'hai sognato? Vuoi parlarmene?- chiese lui accarezzandole i capelli.
- C'era un uomo cattivo... Tanto cattivo... E mi faceva male... Tanto male...
- Oh no... Mi dispiace piccola... Ora è tutto finito, quel brutto uomo è andato via...
- Si, ma... Puoi dormire con me?
- Certo Julie- disse Michael sorridendo.
Si alzò e prese da un armadio li vicino un cuscino e una coperta. Poi li sistemò per terra accanto al lettino della bambina e si sedette di nuovo accanto a Julie.
Le accarezzò i capelli e le ricoprì il viso di piccoli e teneri baci.
Poi la bambina sembrò rattristarsi.
- Cosa succede?- la interrogò Michael.
- Nulla, è che mi manca il mio amico George...
" Chi è?" pensai.
- Lui ora è con la sua nuova famiglia...
" Probabilmente un bambino che è stato adottato..." capii.
- Io non potrei mai volere una nuova famiglia. Io voglio stare con te...- sussurrò la bambina.
Era assonnata e stava per addormentarsi.
Michael le sorrise commosso - Oh Julie... Dormi ora...- le diede un bacio sulla fronte.
Poi si sdraiò per terra dove aveva sistemato il cuscino e la coperta.
Michael vide la manina di Julie sporgere dal letto e i suoi occhietti dolci.
Le strinse la mano .
- Sogni d'oro piccola Julie... Buona notte...
- Buonanotte papà ...- e la bambina si addormentò.
Corsi fuori dall'orfanotrofio e mi rifugiai nella mia auto.
Lì lasciai scorrere le lacrime, perché quello che avevo visto era troppo commovente.
In quel momento presi una decisione: non avrei mai tentato di far chiudere l'orfanotrofio.
Tornai a casa e andai a letto: il giorno dopo sarebbe stata una giornata impegnativa.___________________________________________________
Salve a tutti! Questa è la mia prima vera storia.
Mi chiamo Alice, e da come avrete capito sono una fan pazza di Michael Jackson...
In questa mia storia vorrei far capire quanto la famiglia sia importante, dato che io per prima non ho mai avuto la gioia di averne una vera e propria.
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Tre anni di vita, tre anni di amore.
FanfictionMelanie è una bella donna che lavora nel comune di una piccola città nel nord della California. Le viene ordinato di inviare una mandato di chiusura per l'orfanotrofio della città. Lei vi si reca, ma lì incontrerà il proprietario, Michael, che le fa...