Capitolo 5

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CAPITOLO 5

- Punto di vista di Melanie -
Cavoli... Michael sembrava molto turbato.
- Allora ... Da dove cominciare... Si... - prese un grosso respiro ed iniziò a raccontare - vedi Melanie... I miei genitori mi odiavano. Mi picchiavano e mi chiamavano "La rovina della loro vita"... Un giorno, quando avevo sette anni, mi dissero di salire in macchina: mi hanno portato qui, con la promessa di tornare dopo poco. Non sono più tornati...- una lacrima rigò il volto di Michael. Mi si spezzò il cuore. Poi lui continuò.
- E rimasi lì ad aspettare una nuova famiglia, ma... Questa famiglia non arrivò mai... Sono arrivato all'orfanotrofio che avevo sette anni. Ora ne ho trentacinque. Sono qui da ventotto anni. Sono Michael, l'unico a non essere stato adottato. Michael, senza il quale questo posto sarebbe distrutto. Avevo appena compiuto diciotto anni ed ero l'unico nell'orfanotrofio. Mi dissero: noi ce ne andiamo, demoliranno questo posto settimana prossima, a meno che non lo voglia gestire tu. Erano ironici, ma io lo feci davvero. E ne sono grato. È vero, è stato difficile disdire la demolizione e ho dovuto fare parecchi lavori per pagare la ristrutturazione, ma poi il comune si è degnato di aiutarmi... Con tre anni di ritardo, ma è sempre meglio tardi che mai...
Lui mi guardò con fare preoccupato - Melanie, tutto ok?
- Si...- solo in quel momento mi accorsi che stavo piangendo - sono commossa e sono dispiaciuta ...
- Ti prego, non piangere per me...
- Non piango per te...
- E allora per chi?
Lo guardai negli occhi - per il bambino che è in te.
Lui fece per dire qualcosa, ma dal salone si sentirono dei piccoli passi venire verso di noi.
Era la piccola Julie.
- Ciao papà !!! Ciao Melanie!!!
- Ciao Julie - disse Michael sorridendo, prendendola in braccio.
Lei mi guardò - Melanie, perché piangi?
Mi asciugai le lacrime - nulla, piccola...
Julie si sporse verso di me e mi fece una carezza sulla guancia umida. Sorrisi.
- Ehi Julie, stasera starà con noi anche Melanie, sei contenta?
- Si!
Andammo tutti e tre nel salone a guardare il film con gli altri.
Ad un certo punto mi venne sete.
- Michael, io vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
- Certo, se hai bisogno chiamami - mi ricordò con un sorriso.
Andai in cucina e presi un bicchiere d'acqua. Uscendo lanciai un'occhiata alla porta dell'appartamento di Michael: era socchiusa.
Mi avvicinai per chiuderla, ma la mia curiosità era troppo forte.
Aprii la porta e diedi un'occhiata.
Vidi un grosso divano rosso sbiadito con accanto un tavolino, una piccola televisione e tanti scaffali.
Mi avvicinai ad uno di essi : c'erano un sacco di fotografie...
Di Michael e Julie.
Ma soprattutto della piccola bambina.
Lei durante i primi passi, lei che mangiava...
Michael con lei in braccio, lui che le faceva il bagnetto...
Scene tenere e dolcissime.
- Ehi - disse una voce da fuori. Mi voltai nel panico credendo fosse Michael.
Era Sophie.
- Oh, Sophie... Sei tu...
- Faresti meglio ad uscire...
- Giusto ... - uscii dall'appartamento e chiudi la porta.
Scendemmo di sotto e ci trovammo davanti ad una scena piuttosto esilarante...
C'era Michael sdraiato per terra a pancia in giù, Julie seduta sulla schiena ed un altro bambino, il piccolo Paul, che gli faceva il solletico ai piedi nudi, mentre Michael rideva a crepapelle.
Io e Shopie scoppiamo a ridere.
Mi avvicinai a Michael - Ehi piccoli, cosa state facendo al povero Michael? Hihihi!!!
- La lotta !!!- esclamò Julie.
- Hahaha!!! Bambini ... Hahaha, basta!!!
Presi in braccio Julie e Paul si alzò, lasciando respirare Michael.
- Ragazzi mi avete distrutto...- disse sorridendo.
Mentre Michael e Sophie si sedettero per continuare a vedere il film io andai dai tre dodicenni.
Se davvero sarei rimasta lì dovevo fare amicizia con tutti.
- Ehi - sussurrai ad uno.
- Ciao- rispose lui.
- Tu sei Mark, giusto?
- Si. E tu sei Melanie...
- Si...
- Resterai qui?
- Non lo so...
- Sei molto simpatica. L'ultima volta che è venuta qui una donna, io avevo otto anni e lei era molto antipatica. Ha persino fatto piangere Michael.
Aggrottai la fronte - davvero? Come? Chi era?
- Non lo so, non ricordo... Ricordo solo che una sera lei gli aveva dato uno schiaffo e gli aveva detto certe parole che non andrebbero ripetute, e poi se ne è andata. Non è più tornata.
" Non è più tornata... Michael teneva a lei, e lei si è comportata come i suoi genitori..."
- Ricordi il suo nome?
- No...
- Non importa, sei stato bravissimo- gli diedi un bacio sulla fronte e lui restò pietrificato.
- Melanie... So che è una tua decisione ma... Per favore, resta a lavorare qui.
Restai immobile per qualche istante - ci proverò .
Mark sorrise.
Finito il film era l'ora di cena, così salimmo tutti nella mensa.
Quella sera mangiammo maccheroni al formaggio.
- Michael, dove compri gli alimenti?
- Me li fornisce il comune.
Sentii una fitta al cuore.
Il vero motivo per il quale ero andata lì era perché mi era stato ordinato proprio dal comune di far chiudere. Lavoro, o forse lavorAVO, in comune.
Scacciai i brutti pensieri con un cenno del capo.
Mangiammo tranquillamente e poi, dopo aver messo in ordine l'aula e i giocattoli, mettemmo a letto i bambini piccoli, quelli fino ai nove anni.
Dormivano in una grande stanza con tanti lettini di legno dipinti ognuno in un modo diverso.
Su uno era dipinto un fondale marino, su un altro stelle e pianeti e così via .
I dodicenni erano in un'altra stanza, per conto loro, mentre Sophie si godeva la sua nuova stanza. I piccoli si addormentarono quasi subito...
Tranne Julie.
- Papà - sussurrò, per niente assonnata - mi avevi promesso che avrei dormito con te ...
- Ed io mantengo sempre le promesse - rispose Michael sorridendo e prendendola in braccio.
Poi mi guardò- vieni di sopra, ti offro un caffè.
Andammo nel suo appartamento e la piccola Julie corse subito sul divano rosso che avevo già visto... Ma dovevo fare finta di non essere mai entrata li.
- Così ... Tu vivi qui...
- Si. È piccola, come casa, ma è molto accogliente. In più era qui che dormivo quando ero un ragazzino. Poi ho spostato il dormitorio al piano di sotto.
La sue espressione era leggermente più tesa : evidentemente parlare del suo passato lo metteva in agitazione, così decisi di cambiare argomento.
- Allora, questo caffè ?
Lui sorrise ed andò verso una piccola cucina, tirò fuori una tazzina ed una caffettiera.
Io andai da Julie, che era seduta sul divano.
- Ehi Julie!- le dissi allegra.
- Ciao Melanie!
- Così tu e il tuo papà vivete qui?
- Si! Ti piacciono le foto?- chiese poi indicando lo scaffale con le fotografie.
- Moltissimo...

Tre anni di vita, tre anni di amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora