Era passata una settimana dalla morte di Margherita; la vita doveva andare avanti anche senza di lei. Marco aveva riaperto il bar e ora doveva darsi da fare; i soldi non occorrevano più per le spese mediche, ma per mantenersi, per cui doveva fare in modo che la sua attività fruttasse. Non aveva più rivisto nè sentito Azzurra, sembrava che avesse smesso di pensare a lei, ma la cosa era in realtà impossibile. Tutte le mattine si recava al cimitero e vi trovava sempre fiori freschi, andò subito per esclusione: se non era Mattina, nè Maria Luce, nè Agata, restava soltanto lei tra gli amici più stretti. Azzurra dal canto suo aveva lasciato il lavoro in ospedale, viveva ancora da Agata, ma era già impegnata nella ricerca di un piccolo appartamento. Pensava ancora a Marco e tutte le mattine, oltre a portare fiori freschi per l'amica, sperava di incontralo. Maria Luce continuava a telefonarle e a mandarle messaggi invano, Azzurra non voleva avere nessun contatto con lei. Era rimasta delusa dall'amica, tacere su una questione vitale; già in troppi avevano giocato con la vita di Margherita e il solo pensiero che anche loro se ne fossero rese complici la tormentava e contribuiva ad alimentare sempre più la rabbia nei confronti di Maria Luce e di se stessa. La tentazione di passare dal bar o meglio ancora di andare a casa sua era forte, ma Marco era stato chiaro; non voleva più vederla, quello era stato un bacio d'addio e si era ripromesso di odiarla. Sfogliava pagine e pagine in tutti i siti e su tutti i giornali, ma nemmeno l'ombra di appartamenti a buon prezzo, fu un'inaspettata telefonata a distoglierla dalla sua ricerca, era sua sorella Laura. Laura era più grande di lei di quattro anni, era sposata con James, un pilota inglese, e avevano due bambini: Michael e Kate. Quella telefonata chiedeva ad Azzurra di passare qualche giorno da loro; la famiglia Castelli aveva sempre vissuto a Torino, ma da quando il padre di Azzurra era andato in pensione, si erano trasferiti nell'immensa villa di Laura, grande abbastanza per tutti, sul confine con il Trentino. Sicuramente la notizia di quanto fosse accaduto era giunta anche lì, del tutto inevitabile dato che il matrimonio era saltato. Non si sarebbe certo trattato di una visita di cortesia, non sarebbe stata accolta a braccia aperte, ma prima o poi andavano affrontati, così Azzurra fece i bagagli e partì. Aveva sempre detestato il quartiere in cui viveva la sorella, ma allontanarsi per un paio di giorni dalla città le avrebbe fatto bene, l'avrebbe forse aiutata a non pensare a Marco. Michael e Kate furono i primi ad accoglierla; i suoi nipotini la adoravano, da loro poteva ricevere calore familiare.
"Evviva è arrivata zia Azzurra!" Urlarono in coro con un leggero accento inglese, ereditato dal padre naturalmente.
"Ciao bambini! Mamma mia quanto siete cresciuti, vi ho portato dei regali. Lo vedete quel sacco verde? Sono là e sono tutti per voi, andate a prenderli su!"
Mentre i bambini correvano verso la macchina, Laura si avvicinò alla sorella e l'abbracciò.
"Benvenuta cara, com'è andato il viaggio?" Chiese.
"Tutto bene, ma ora basta con questi convenevoli, so perchè mi hai chiesto di venire, è stato papà vero? Dov'è?" Rispose Azzurra.
"Sei sempre la solita Azzurra!" Disse una forte voce maschile.
"Ciao papà." Rispose ancora lei.
Il dottor Castelli era un uomo alto, capelli grigi e occhi verdi, proprio come Azzurra. Era ancora un uomo affascinante per avere sessantotto anni; accanto a lui v'era la moglie, bassina con i capelli castani raccolti in uno chignon, sempre ben vestita e in ordine. James, suo cognato era fuori per lavoro e sarebbe rientrato in tarda serata.
Il momento della predica sarebbe arrivato di lì a poco, pensava Azzurra, e in effetti, quale momento migliore se non quello della cena?
"Ti rendi conto di quello che hai fatto?" Cominciò il dottor Castelli.
"Caro, siamo a tavola." Lo rimproverò la moglie.
"Operare in quelle condizioni!"
"Ehy zia, ma come mai tu e lo zio Luca non vi siete più sposati?" Chiese Kate.
"Ah per non parlare di questo! Gettare al vento un buon matrimonio, lasciare una persona con cui hai condiviso tutti questi anni per un barista!"
"Papà ci sono i bambini." Lo implorò Laura.
Azzurra non diceva una sola parola, ma quanto ancora avrebbe potuto reggere quelle critiche?
"Noi siamo medici, i medici devono prendere sempre drastiche decisioni, non si può pretendere di essere completamente lucidi, ma arrivare a tanto! Hai commesso un grave errore, hai macchiato il camice che porti!" Continuava suo padre. "Potevi riscattarti, e invece che hai fatto? Ti sei licenziata, come una vigliacca, sei scappata di fronte ai tuoi errori, ti sei umiliata e per cosa?"
"Umiliata? Umiliata? Tu mi stai umiliando e l'hai sempre fatto. Hai sempre deciso tu della mia vita e così anche la mamma!"
Laura, notando che l'atmosfera "familiare" era cambiata, prese i bambini e li portò in camera ordinandogli di giocare e di non andare a letto troppo tardi.
"Azzurra calmati." Disse sua madre.
"No mamma, sono stanca di tenermi tutti dentro. Parli di camice macchiato, ma in realtà tu pensi solo al buon nome della famiglia Castelli, è quello che credi io abbia macchiato. L'unica cosa che ti sia mai importato, il nome, l'elogio, bè sai che ti dico? Io l'ho sempre odiato questo nome, venivo ricordata, giudicata e stimata solo per questo, perchè sono la figlia del rinomato dottor Castelli. Io voglio essere apprezzata per i miei meriti papà non per i tuoi. Quando mi hai iscritto a medicina, mi hai mai chiesto se fosse ciò che realmente desiderassi?"
"Non hai opposto resistenza, sei stata tu a prendere la decisione finale."
"Certo, ma tu mi influenzavi la mente, dicevi che avrei avuto maggiori possibilità in futuro e che considerare le altre facoltà era solo una perdita di tempo. Sì, ho scelto io papà, non mi sono mai pentita di essere diventata un medico, ma sotto sotto era esclusivamente la tua volontà, non la mia. Non ci eri riuscito con Laura e dovevi riuscirci con me, eppure lei è sempre stata la tua preferita, hai rispettato le sue scelte, il suo lavoro, suo marito. Oggi la ami sempre più di me e vivi in casa sua. Mi hai presentato Luca, è un uomo fantastico, sono stata benissimo accanto a lui, ma ora capisco che anche i miei sentimenti per lui erano costruiti, per compiacerti forse, pensa, la mia mente era troppo influenzata da te da non riuscire a vederlo. Ora le cose sono cambiate, so chi sono e cosa voglio. Marco mi ha aperto gli occhi, lui è tutto ciò che voglio essere io, lui è tutto ciò di cui ho bisogno."
"Bambina mia, lui è solo un barista."
"Tu hai sposato papà solo perchè era un medico o perchè lo amavi? Mamma io e Marco ci amiamo."
"Davvero? Allora perchè non è qui con te adesso? So che ti ritiene responsabile della morte di sua sorella? Ti ha lasciata non è così? Ma certo che è così e non posso biasimarlo, guardarti e vedere...."
"Papà smettila! Non hai nessun diritto di parlare di questa storia. Ho sbagliato a venire qui, chissà cosa credevo. Ma non preoccupatevi, non rifarò mai più un simile errore."
Salì di corsa in camera, presa la valigia non ancora disfatta e uscì di casa. Sua sorella Laura le corse dietro.
"Azzurra aspetta dove vai? Sta per piovere! Ti prego, torna dentro, parliamone con calma."
"No Laura mi dispiace, devo essere io a decidere della mia vita, non lui. Dà un bacio ai bambini da parte mia."
Salì in macchina e partì, nessuna lacrima le rigò il viso, per troppo tempo aveva taciuto lasciando che gli altri decidessero per lei, ma adesso aveva detto basta e così sarebbe stato. Era intenzionata a vivere davvero, ad avere la libertà che meritava, libera di viaggiare, di amare, di vivere. Adesso finalmente poteva vedere questo sogno realizzarsi e allora schiacciava il piede sull'acceleratore per raggiungerlo più in fretta. Aveva iniziato a piovere e aumentava sempre di più; nubi nere, lampi e forti tuoni; strade colme d'acqua e Azzurra non riuscì frenare in tempo. Aveva perso il controllo dell'auto che si era ripetutamente capovolta. La macchina precipitò in un burrone e Azzurra era ancora al suo interno, immobile, priva di sensi.
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Il tuo cuore ha compreso il mio
RomanceAzzurra Castelli è il miglior chirurgo che la città di Torino possa mai desiderare. Figlia di stimati medici, Azzurra conduce una vita che tutti vorrebbero avere, ma tuttavia nasconde in sè il desiderio di porvi fine e ricominciare da capo. Sarà l'i...