Capitolo 10.

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12 Giugno.
Prendo una carota e la taglio a cubetti, riversandoli poi nella pentola.
L'odore del soffritto é una delle cose piú buone del mondo a mio parere. Sono nata in una famiglia meridionale e il cibo é uno dei piaceri della vita che fa parte di noi. Il ragú é una delle cose che gradisco di piú.
Il telefono vibra sul davanzale della finestra.
"Pronto" rispondo.
"Hei Desiré, sono Sarah!" sentí rispondere.
"Hei, ciao! Non avevo il tuo numero" dico io.
"Non te l'avevo dato" disse lei.
"Ah ecco perché" dissi ridendo e lei si aggiunse.
"Volevo chiederti se oggi volevi venire al centro commerciale con me. Mi piace molto come ti vesti e vorrei che mi consigliassi" spiegó lei.
"Ma certo! A che ora?" chiesi.
"Adesso!" disse euforica.
"In realtá mi servirebbero almeno quaranta minuti!" dissi io agitata.
"Oh si, hai ragione" disse lei ridendo.
"Va bene, allora a dopo" dissi.
"A dopo!" disse e chiusi la chiamata.
Finisco di fare il ragú e in fretta mi preparo.
Chiamo mio padre poi per avvisarlo della mia assenza.
Puntuale Sarah arriva davanti casa mia. Era davvero carina e in tema di stile eravamo molto simili. In confronto alla sua gemella lei era molto classica ed elegante. Invece Giulia aveva i capelli rasati da un lato, piercing, dilatatori e tatuaggi. Solo guardandola mi assaliva la voglia di farmi qualche disegno o scritta sulla pelle, perché lo stile le donava molto.
"Andiamo?" disse Sarah sorridendo.
"Certo" risposi e entrando in macchina.
In venti minuti eravamo giá al centro commerciale, girando per negozi.
"Ho intenzione di comprarmi un bel vestito per stasera" disse lei dando i vestiti nella rella uno ad uno "tu no?"
"Perché stasera c'é qualcosa da fare?" chiesi perplessa.
"La festa per Thomas!" disse lei, come se fosse ovvio.
"Devo venirci per forza?" chiesi alzando gli occhi al cielo.
"Certo! Non vuoi venire? Perché?" disse lei curiosa.
"Non sono molto compatibile con lui" dico io facendo spallucce.
"Dall'odio nasce amore" disse lei sospirando.
Le diedi una leggera spinta sulla spalla e poi le mostrai due vestiti.
"Ti starebbero da Dio" dissi guardandola.
"Sono bellissimi!" disse lei con gli occhi luccicanti.
Un vestito era con le spalline fini ed il corpetto a cuore totalmente in pizzo. Si stringeva fino alla vita e si allargava fino a metá coscia. Il secondo era a righe bianco e nero lungo fino al ginocchio con la scollatura a barchetta.
Me li rubó dalle mani e corse in camerino. Risi per la sua reazione, in confronto a me era una ragazza piena di energie e mi stava davvero simpatica, piú delle altre ragazze della compagnia.
Mi chiamó e corsi a vedere. Mi fece vedere indossati entrambi i vestiti.
"Quello a righe é in assoluto il migliore. La scollatura sottolinea il tuo seno" dissi sorridendole.
"Si, quel poco seno che ho" disse ridendo e la invidiai.
Ho sempre voluto avere un seno piccolo e discreto, mi avrebbe facilitato la scelta dei vestiti e sarei apparsa meno volgare.
"Ok, deciso. Prendo il vestito a righe. Adesso scegliamo il tuo!" disse saltellando fuori dal camerino, dopo essersi cambiata.
"Va bene, cerco qualcosa di molto semplice e possibilmente lungo fino al ginocchio" dissi.
"Allora usciamo di qui, so dove portarti" disse lei facendomi l'occhiolino.
Dopo aver pagato l'acquisto ci dirigemmo verso un negozio molto chic. Cominciammo a cercare finché Sarah non mi portó un vestito nero.
"Ti prego, Desiré. Provalo!" disse spuntando fuori da un reparto del negozio.
"Mi piace tantissimo, corro in camerino" dissi assorta nel vestito.
Lo indossai e rimasi a bocca aperta.
"Vieni, Sarah! Come mi sta?" la chiamai.
Lei corse e appena mi vide si mise le mani davanti alla bocca.
Il vestito rimaneva stretto nel busto ma dalla vita in giú si lasciava andare morbido fino a qualche centimetro sopra il ginocchio. Dietro, sulla schiena, rimaneva scoperto e si apriva una cascata di catenelle oro sorrette da una catena piú grande dello stesso colore.
"Desiré sei bellissima!" disse lei.
"Che ne dici, prendiamo questo e andiamo a farci i capelli?" chiedo.
"Oh si!" urla lei e ridiamo insieme gettando la testa all'indietro.
Tre ore dopo eravamo nella mia camera che truccavo i suoi occhioni scuri. Entrambe ci eravamo fatte acconciare i capelli in leggere onde sulle punte. Le uniche nostre distinzioni sono che Saraha ha lievi schiariture bionde sulle punte e i miei sono a tinta unica castana scura. Le prestai scarpe e accessori, stava davvero bene.
Non capivo perché era single era una ragazza bellissima, ma a quanto pare aveva una cotta per Alex.
Qualche ora dopo arrivammo alla festa. Il locale era sulla spiaggia, era pieno di persone e la musica era assordante.
Appena incontrammo la nostra compagnia rimasero tutti stupiti.
"Oddio ragazze" disse Giusy a bocca aperta.
"Wow siete splendide" disse Daniel.
"Stupende" disse Alex tenendo la sguardo fisso su Sarah.
"Grazie mille" dissi arrossendo "io vado a cercare Cristian".
Mi allontanai e mi buttai tra la folla. Talmente era pieno di persone che ballavano sotto le luci psichedeliche che quasi non riuscivo a passare. Di Cris non c'era traccia. Ad un certo punto andai verso il bar per prendermi da bere, arrendendomi momentaneamente alla mia ricerca.
"Un sex on the beach, per piacere" dissi guardando il barista cominciare a preparare la mia vecchia e amata miscela alcolica e sedendomi.
"Non ti facevo cosí perversa" disse una voce alle mie spalle.
Mi girai.
"Proprio a me dovevi rivolgere la parola?" chiesi giá scocciata a Thomas.
"Si, proprio a te" disse avvicinandosi ancor piú a me.
"Ecco a lei signorina" disse il barista offrendomi il mio paradiso in bicchiere.
Presi un sorso del mio drink.
"Cercavo Cris" dissi in tono acido.
"Lo cercavi? Seduta a bere drink?" mi chiese accigliato.
"Sei paragonabile a una mosca, tanta la tua antipatia" dissi alzandomi in piedi.
Aprí la bocca per rispondermi, ma la chiuse squadrandomi dall'alto in basso.
"Wow, Desiré. Sei..." disse, ma feci in tempo a interromperlo.
"Fai il gentile adesso?" chiesi arrabbiata.
"Sono sin..." cercó di parlare ma una ragazz lo raggiunse attaccandosi avidamente al suo corpo.
"Allora, balliamo?" la voce era stridula e fastidiosa.
"Ciao Thomas" dico afferrando il mio bicchiere e andando sentendo il suo sguardo sul mio corpo.
Ritorno dai ragazzi notando che Cris era lí con loro.
"Ciao Cris!" dissi abbracciandolo.
Lui ricambió forte l'abbraccio e mi sussurró all'orecchio "sei ancora piú bella stasera".
Mi staccai dall'abbraccio e gli sorrisi.
"Allora, andiamo a ballare?" disse euforica come al solito Sarah.
Tutti corsero in pista e io rimasi impalata lí dove mi avevano lasciata.
"Balli con me?" disse Daniel che non mi ero accorta fosse lí accanto a me.
Fissai per un attimo la sua mano tesa poi annuii e scesi in pista con lui.
Ballammo per una buona oretta e bevetti un drink dopo l'altro, forse anche troppi per ció che il mio corpo potesse sopportare. Poi arrivó un lento, dedicato a tutti gli innamorati e misi le braccia al collo di Daniel.
"Ti stai divertendo?" mi chiese in tono dolce.
Io annuii sorridendogli.
"Hai le guance tutte rosse, mi sa che hai bevuto un po' troppo" disse ridendo.
Risi forte con lui mentre mi teneva stretta con le mani sui miei fianchi.
"Permetti?" chiese qualcuno dietro di me.
Daniel annuii e compresi subito di chi si trattava.
"Thomas" dissi stupita.
"Tu mi stai seguendo" dissi puntandogli il dito.
Lui mi prese per il polso tirandomi cosí da trovarmi in pochi secondi sul suo petto.
"E tu sei troppo ubriaca per ballare con uno come Daniel" disse dolcemente tenendomi stretta.
Potevo sentire tranquillamente il battito del suo cuore.
"E a te che importa?" dissi alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi intensi.
"Avanti" disse spingendomi fuori dal locale.
"Meglio che smaltisci un po' la tua sbornia" continuó.
"Dove mi porti?" chiesi con la bocca impastata.
"Passeggiamo sulla sabbia" disse tendendomi la mano.
"Aspetta, devo togliermi i tacchi" dissi appoggiandomi al muretto basso in pietra che divide la strada dalla spiaggia.
Appena cercai di avvicinare il piede a me per poco non cascai indietro.
Cominciai a ridere senza neanche respirare buttando la testa all'indietro.
"Ci penso io" sentí sussurrare Thomas. Abbassai lo sguardo e lui era inginocchiato che toglieva i miei sandali.
Il tocco delle sue dolci mani con le mie caviglie mi fece perdere ogni capacitá comunicativa.
"Fatto, andiamo" disse lui tendendomi di nuovo la mano.
Presi i miei sandali e afferrai la sua mano alzandomi barcollando.

Il ghiaccio nel cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora