1 - ottavo capitolo.

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Parte prima — Ottavo capitolo

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NARRATORE CASUALE

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NARRATORE CASUALE.

Marzo 2979, Firenze, Regno di Italia.

Cristoforo si divincolò dall'abbraccio della madre, aveva dodici anni ma sentiva già di essere l'uomo di casa – e l'uomo di casa non si fa sbaciucchiare dalla madre, per quanto il suo odore fosse buono, la sua pelle e i suoi capelli rossicci profumassero di pesca. Per quanto gli pesasse ammetterlo, amava stare abbracciato alla madre. Ma doveva fare l'uomo, si disse, gonfiando il petto e raddrizzando la schiena, soprattutto dopo che il padre aveva lasciato lui e la madre, facendogli promettere di prendersi cura della madre e del cugino più piccolo, che aveva sempre vissuto con loro, Paolo.

La madre gli aveva detto che era andato via per combattere in una terra lontana, per fare l'eroe e che non sapeva quando sarebbe tornato. Cristoforo lo aspettava da tre anni, vantandosi con gli altri bambini della coraggiosa e bella persona che era il padre. Si vantava anche con il fruttivendolo del suo quartiere e la fornaia che abitava dall'altra parte della strada. Loro lo guardavano sempre con aria gioiosa, ma una nota di tristezza velava i loro occhi.

Dicembre 2983, Roma, Regno di Italia.

La neve ricopriva i resti di quello che un tempo, forse, era stato un teatro. Nessuno sapeva cosa fosse, ma sapeva di antico. Qualcuno lo chiamava Colosseo, ma se lo faceva, lo faceva sussurrandolo ed evitando di gridarlo di fronte le guardie reali o le guardie clericali. Esse erano contraddistinte da sue diverse uniformi: i primi ne avevano una azzurrina, i secondi una bianca. Per quanto ci fossero ancora i membri reali, solo il Sommo Papa aveva potere in quel paese.

Cristoforo aveva da poco scoperto la verità. Sua madre era morta di una rara malattia di origine sconosciuta ed aveva utilizzato gli ultimi respiri di vita per dire tutta la verità.

Nessuno li aveva aiutati, anzi, molti avevano additato la madre come una strega, per via degli intrugli di erbe che preparava e dei suoi capelli, di un biondo leggermente ramato.

Aveva sempre pensato che suo padre fosse ormai morto in guerra, un uomo valoroso che incontra la morte davanti un colpo di proiettile. Eppure, non era stato così.
Il padre era vivo e vegeto, probabilmente, tra le braccia di una prostituta sud-americana che aveva rubato il suo cuore, e anche i suoi soldi.

Si era trasferito nella capitale del Regno di Italia insieme al tanto adorato cugino Paolo. Si era trasferito per lasciarsi il suo amaro passato alle spalle, cogliendo l'opportunità di poter dare inizio ad un nuovo capitolo della sua, fino ad allora almeno, tanto sfortunata vita.

3000 d.C. - la figlia del diavolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora