1 - sesto capitolo.

7.9K 587 106
                                    

▃▃▃▃▃▃▃▃▃

Prima parte — Sesto capitolo

▃▃▃▃▃▃▃▃▃


Ogni anno oltrepassiamo senza saperloil giorno della nostra morte

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ogni anno oltrepassiamo senza saperlo
il giorno della nostra morte.

Un fiore colto dal giardino troppo presto, un fiore ancora non sbocciato.
Un fiore poi strangolato, violentato, diventato sangue e cenere.

EIREEN

Miranda aveva provato in tutti i modi a tenerla in vita, prima che una delle ragazze arrivasse con un medico.

Si era levata la giacca di cotone, che le copriva le spalle, e l'aveva premuta dove il sangue usciva copioso, non trovando ostacolo alla sua fuga. Le aveva gonfiato i polmoni di aria, ma ormai non c'era più niente da fare.

Portarono Lauren nella locanda, dando la possibilità al dottore di estrarre, non sapevo bene come, il bambino dal ventre della madre.

Il dottore aveva detto che probabilmente i calci avevano provocato un' emorragia anche al bambino, cosa che gli era stata fatale.

Era un maschio, Lauren mi aveva confessato il suo grande desiderio di avere un maschietto da coccolare e far crescere come un uomo.

Miranda non aveva pianto, ma il suo sguardo trasudava disprezzo e terrore, e tristezza. Pensavo fosse impossibile trasmettere così tante cose insieme.

Disprezzo verso le persone, terrore verso le loro azioni, tristezza per quello che avevano causato: la morte di una ragazza.

— Ho visto tante persone morire, ma una ragazza... Il suo bambino. Erano innocenti, hanno ucciso la purezza. È il più grande dei peccati. — aveva detto, con una punta di rabbia sulla voce, soffocata e rauca a causa delle lacrime trattenute.

Le ragazze si tenevano l'un l'altra, consolandosi a vicenda. Aleysha, la più legata a Lauren, aveva reagito in modo diverso. Stava a testa alta e schiena dritta, mantenendo la sua fierezza di sempre e andando a fare manforte a chi ne aveva più bisogno. Le parole che spendeva erano poche, ma giuste nel contesto.

Io mi appartai in un angolo, con affianco il ragazzo che guardava impassibile la scena. Era rimasto, benché non c'entrasse niente con noi, solo per compassione probabilmente.

Alla fin fine, anche io mi sentivo estranea. Conoscevo Lauren da poco, per quanto mi avesse dimostrato un po' il suo essere combattiva e tremendamente buona. Eppure, ero li.

La morte di una ragazza non poteva rimanere una morte fine a se stessa. Mi aveva lasciato il vuoto dentro, il marcio e l'amaro in bocca.

3000 d.C. - la figlia del diavolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora