Capitolo 4.

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Salgo sul jet e rimango a bocca aperta. Non era un aereo, era una casa. C'erano poltrone morbide e divani disposti lungo tutto lo spazio disponibile. Tavolini in legno lucidi e altre comodità. C'erano delle tende chiuse suppongo attorno a delle poltrone negli angoli.

-wow- sussurro osservando tutto nei minimi particolari.

-wow è proprio l'affermazione esatta- ribadisce Ashton.

Lo guardai e sorrisi. Fin ora era l'unico che dimostrava un briciolo di umanità nei miei confronti.

- O MIO DIO È PERFETTO - urlò Brianna.

Sbuffo e faccio roteare gli occhi.

-Dio non la sopporto- borbotto allontanandomi da tutti e andando verso una tenda chiusa.

Volevo stare da sola e pensare.

Apro la tenda e mi catapulto dentro, gettandomi sul divanetto.

Porto le ginocchia al petto e ci affondo la testa dentro.

Era la mia opportunità di vivere il mio sogno, ma si era presentata come un incubo.

I miei idoli mi odiavano perché mi consideravano una troia e approfittatrice.

La mia compagna di avventura lo era veramente e mi aveva già dichiarato guerra.

Devo semplicemente essere me stessa ma non è facile se si ha un muro davanti.

Sento la tenda aprirsi e alzo la testa di scatto. Vedo il moro voltato di spalle, impegnato a chiudere la tenda.

Si gira e posa i suoi occhi su di me, portandosi una mano sulla fronte e poi tra i capelli e espirando violentemente.

Uno sbuffo, giustamente.

Ero di troppo.

-ciao- lo saluto accennando un sorriso.

-ciao- risponde facendo cadere con fare scocciato il braccio sulla coscia.

Rimane in piedi guardandosi attorno.

-Puoi sederti se.. se vuoi.- dico con voce debole e incerta.

Non sono sicura di aver fatto la cosa giusta ma prima inizio a farmi conoscere meglio è. Non posso sprecare la mia opportunità per degli stupidi pregiudizi.

Se dovevo giocare allora dovevo farlo bene e con sincerità.

Senza insicurezza.

Non devono pensare che io menta e soprattutto non voglio lasciar campo libero a Brianna.

Farò di tutto pur di impedirgli di usarli come se fossero suoi giocattoli.

Dovevo lottare con le unghie e con i denti per vincere questa battaglia.

Calum si siede affianco a me, ma rimane rigido e con mezza gamba fuori dal piccolo divanetto per evitare di sfiorarmi.

-Non farti strane idee, lo faccio solo perché la fuori è molto peggio.- chiarisce riferendosi a Brianna e i suoi patetici tentativi di portarsi tutti a letto fin dal primo giorno.

-E perché pensi che qui sia meglio?- chiedo sfidandolo.

-Beh, almeno tu non hai iniziato da subito. Non so se sia una tattica o altro ma per ora preferisco stare qui.-

Soffoco una risata e scuoto la testa.

Lo guardo.

-Non sono qui per quello, Calum.- puntualizzo.

Distolgo lo sguardo e appoggio la testa al finestrino, ignorando la sua presenza.

Passano alcuni minuti in silenzio, poi il moro decide di parlarmi.

-Perché allora?- chiede.

-Cosa?-

-Perché sei qui?-

-Per seguire i miei idoli magari? rispondo seccata.

-Credi davvero che lascerebbero che due fan vivano con noi tutto il tempo gratuitamente, se nemmeno ci fanno avvicinare a voi?-

-io..- cerco di dire qualcosa ma non riesco. Calum ha ragione.

-No, te lo dico io. Non lo farebbero mai.- risponde al mio posto.

-Se siete qui è perchè vogliono che ci distraiate dal lavoro, non che ci stressiate di più. E di solito le groupie lo fanno in quel modo.- continua.

-Io non riesco ad essere come Brianna, mi dispiace.- sbotto.

-Allora non farlo- risponde avvicinandosi e guardandomi come se mi stesse rimproverando.

- Mi prendi in giro? Hai appena detto che è quello che dovrei fare! - alzo la voce.

-No. È quello che hanno fatto tutte ed è quello che probabilmente farai anche tu.-

Mi stava facendo innervosire in un modo osceno.

-No- ribatto con sicurezza -ti sbagli--

-Sai quante ragazze dicevano come te e poi sono andate a letto con tutti e quattro? Tutte.-

Apro la bocca per rispondergli ma la tenda si spalanca e incrocio i suoi occhi azzurri come il cielo. Quante volte ho desiderato di poterli vedere così da vicino.

Calum scatta in piedi.

- Ti sei già dato da fare? - chiede Luke ridendo.

-no tu?- risponde lasciandoci da soli, senza nemmeno sentire la sua risposta.

-non ancora- precisa con un ghigno dipinto sul viso e squadrandomi.

-Carina- conclude.

-mi fa piacere- rispondo secca.

Voleva darsi da fare il ragazzo eh. Idiota.

Mi volto e guardo fuori dal finestrino.

-beh io mi siedo se non ti dispiace-

Il suo braccio sfiora il mio e non riesco a trattenere un brivido.
Insomma, era Luke Hemmings. Ed era seduto al mio fianco.
Sto sclerando interiormente ma fuori sono impassibile, forse un po troppo direi.
Guardò un punto fisso e stringo i pugni per la tensione.
-Beh?- chiede con fare scocciato, interrompendo quel silenzio più che imbarazzante.
-Cosa?-
- È così che corteggi una persona? Standotene per i cazzi tuoi, uh? - il suo tono era tagliente.
- non sono qui per corteggiare nessuno- cerco di imitare il suo tono ovviamente senza successo.

Luke ride. Una risata gelida e strafottente.
- A dopo... - dice alzandosi. Si interrompe e poi prosegue -Come hai detto che ti chiami?-

Allison, idiota. Vuoi che ti faccio il disegnino, stronzo?
Ovviamente la voglia di rispondergli in questo modo è altissima ma mi limito a dire il mio nome, ignorando il suo sguardo e il suo atteggiamento irritante.
-Ciao Allison- disse andandosene.
-ciao Luke- sussurrai comprendomi il viso con le mani, quando ormai la tendina si chiuse alle sue spalle, lasciandomi in un mare di pensieri.

Groupie|Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora