Capitolo 16

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Le 5 ore di lezione erano passate.

Finalmente.

Quando suonò la campanella uscimmo tutti di corsa da quell'orribile istituto da noi comunemente chiamato galera.

Io e Nicole eravamo fuori in cortile a chiacchierare.

Non vedevo Harry da stamattina.

Io avevo una voglia matta di tagliarmi, ma provavo a non pensarci.

Avevo dimenticato un libro nel mio armadietto.

Decisi di andarlo a prendere ora per distrarmi dal mio desiderio.

Arrivai al mio armadietto e presi il libro.

Mentre tornavo indietro sentii dei gemiti provenire dallo sgabuzzino delle bidelle.

Mi avvicinai alla porta piano piano.

La aprì di scatto.

Il mio cuore perse un battito.

Non poteva essere vero.

Ditemi che era un sogno.

Anzi, un incubo.

SOLO UN BRUTTO INCUBO.

Dietro la porta c'erano Michelle e quello schifoso di Harry.

Lo aveva fatto ancora.

Aveva preferito un'altra a me.

Iniziai subito a piangere ed ad urlare.

Appena si accorsero della mia presenza si staccarono.

Harry sbiancò.

Io gli sbattei la porta in faccia.

Presi un paio di forbici.

Corsi nei bagni.

Iniziai ad incidere tagli profondissimi, sulle braccia, sulle gambe, sulla pancia.

Piansi, piansi ed ancora piansi.

Provavo dolore.

Ma non per le ferite sulle braccia.

Mi faceva male il cuore.

Lo odiavo.

Uscii dalla scuola, corsi a casa.

Mi chiusi in camera mia.

Cominciai a prendere a calci tutto quello che avevo davanti.

Distrussi tutto.

Tutto ciò che mi ricordava lui.

Continuava a chiamarmi.

Distrussi anche il telefono.

Verso le 19 uscii.

Non volevo vedere nessuno.

Feci una passeggiata intorno al parco.

Il freddo pungente di Londra aiutava non so come a pensare.

Avrei rotto del tutto con lui.

Avevo già sofferto troppo per quella sottospecie di ritardato.

Tornai a casa verso le 22.00

Evitai velocemente le domande di mia madre e corsi in camera.

Mi stesi sul letto.

Mi addormentai poco dopo.

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Quell'orribile sveglia malvagia suonò anche oggi, puntualissima alle 6.55

Mi alzai di malavoglia-come sempre d'altronde-, mi feci una doccia, mi vestii ed uscii di casa.

Non feci colazione, avevo lo stomaco chiuso.

Arrivai a scuola alle 7.47

Non c'era ancora nessuno.

Le porte erano chiuse.

Presi le cuffiette.

Misi Justin Bieber con "Backpack" a tutto volume.

Mi sdraiai sull'erba.

Chiusi gli occhi godendomi la mia canzone preferita.

Mi sentivo osservata.

Ma non me ne fotteva un cazzo della gente.

Venni riportata alla realtà da Harry.

Era in piedi sopra di me che mi guardava, come se nulla fosse.

《Ehy Babe》disse sorridendo.

Che cazzo c'era da ridere?

《Che cazzo vuoi?!》dissi con le lacrime agli occhi

Ma perché cazzo piangevo per lui? Bho.

《Come siamo acide. Ancora arrabbiata per ieri?》disse ridacchiando.

《Ancora? Ancora?! Lasciami stare Harry! Non voglio vederti mai piu》 Urlai.

《Perché ti arrabbi? Dopotutto è normale, noi non siamo niente. Siamo solo amici. No?》

NOI NON SIAMO NIENTE.

NOI NON SIAMO NIENTE.

NOI NON SIAMO NIENTE.

quelle parole mi ronzavano in testa.

Aveva ragione.

Noi non eravamo niente.

Perché mi arrabbiavo così tanto?

**Perché tu lo ami, e lui non ricambia il tuo sentimento**

Vocina del cazzo.

E se fosse vero?

Io amavo davvero Harry?

Si.

Lo amavo.

Ma lui non amava me.

《Vai al diavolo Harry》 urlai ancora.

Dopo aver detto ciò me ne andai in classe.


















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