La ciurma Mugiwara

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Tra un arduo sogno e un altro, si svegliò.

Bastò guardarsi un attimo attorno, ad occhi semichiusi, per assodare che fosse sdraiato su un'amica molto dura, fatta interamente di corde data la sua durezza. Non era effettivamente molto comoda, ma il suo cullare era molto rilassante.
Allungando lo sguardo, notò che il sole picchiava molto forte, eppure lui era in ombra, sotto probabilmente un tettuccio in legno. Adesso che i sensi si erano ripresi un po', chiudendo gli occhi crogiolandosi comodamente nell'amaca di corde cominciò a sentire uno strano rumore, tipico delle onde che si infrangono sulla spiaggia, o anche una baita. A questa si aggiunse una sensazione più chiara; l'amaca era ferma, a produrre quel movimento era qualcos'altro. Qualunque cosa fosse, rappacificava l'animo abbastanza da togliergli qualsiasi pensiero negativo.
Wiiiisssssh
Se fosse rimasta qualche reminiscenza del dolore inferto dalle ferite subite in battaglia, quell'agglomerato di percezioni sensoriali erano un toccasana migliore di qualunque altra medicina.
Wiiiisssssh
Nel torpore, girò la testa verso sinistra, dato che dalla parte opposta c'era solo il muro.
E davanti, si ritrovò un sedere enorme. Non denudato, ma sotto un paio di jeans lunghi attillati grigi, mentre sopra non aveva nulla, fuorché un reggiseno color verde acqua con qualche semplice disegno sopra. Aveva dei capelli arancioni lunghi.
Data la posizione, ella stava dando le spalle al ragazzo, e quest'ultimo per evitare una figuraccia tossì falsamente, cercando con un verso brusco per attirare l'attenzione della bella ragazza.

« *COFF COFF* »
Come previsto, ella si girò.
– Oh, vedo che ti sei alzato! –

« Do... Dove mi trovo? »

– Sulla nave della ciurma di cappello di paglia.
Io sono Nami, navigatrice e meteorologa del gruppo! E tu chi sei? –

« Oh... Ahem, io s- »

– Yohohoho!! L'ospite si è alzato? –

Ciò che spuntò fuori a seguito di quella voce fu una sorta scheletro, apparentemente vivo, che spuntò dal retro di una posizione non visibile da dove si trovava il ragazzo. Era vestito con un parruccone (a prima vista) nero, con degli occhiali a forma di cuore rossi sopra. Il vestito pareva uno smoking intero che lasciava visibili i lineamenti da scheletro, coperti sì, ma più inquietanti, e sopra un fazzoletto blu. Qualcosa faceva sembrare quell'essere più una pop star che un pirata!

– Yohoh! Qui ci vuole una bella canzone! Iniziamo! –

E lo scheletro si avvicinò al ragazzo.
Il ragazzo dai capelli verdi arricciò le sopracciglia, certo di averlo visto da qualche parte.

– Una canzone? SUPER, mi voglio unire anch'io! –

Ad sopraggiungere alla ciurmaglia di fronte alla cosiddetta "Nami" vi fu enorme cyborg dagli arti e collo sproporzionati, così come i capelli di un assurdo azzurro, appena appena saltato giù da un'altra parte.

– Allora cantiamo, yohohohoh!! –

Riprese così lo scheletro, e i due iniziarono a suonare, lo scheletro un violino e il cyborg mise una musica Rap emessa dal torace che stonava completamente con la sinfonia del compagno.
In tutto ciò, il giovane restò fermo con una mano al mento e la testa lievemente piegata verso destra, a ragionare in perfetta posa pensierosa:

« Li ho già visti questi ragazz- »

Interrotto un'altra volta, prese voce la donna dai capelli arancioni, indicando con l'indice il ragazzino.

– S I L E N Z I O! VOI DUE ERAVATE LE ULTIME PERSONE CHE DOVEVA VEDERE! –

-Tu sei... Franky, e tu... Brook, sbaglio?-

Sicuramente la donna aveva parlato in vece del fatto che, essendo due tipetti fisicamente particolari, avrebbero potuto spaventare il nostro protagonista, ma questo aveva risposto con tono tranquillo intervenendo in tutt'altro argomento. Di riflesso, la musica si interruppe di colpo e lo scheletro di avvicinò verso il ragazzo, con lo sguardo - senza occhi essendo un cranio vuoto, ma tralasciamo - inquieto.

– Tu... ci conosci, eh? –
Alzò lo sguardo al cielo, sospirando.
– Che bel panorama... Dimmi ora, ragazzo. Ti interessa la taglia sulle nostre teste? –

– Cosa stai insinuando? –
Intervenì la donna, che adesso aveva abbassato il tono.
– Potrebbe aver letto i nostri nomi su, che so, su un Wanted Poster

« No, e si. »
Rispose lui.
« Mi chiamo Luke - uhm - Lighteyes, e vi stavo cercando ormai da molto tempo. »

– È per caso un cacciatore di pirati quello che ti ha mandato? –

Chiese Franky, facendo rientrare le casse stereo precedentemente tirate fuori nel suo corpo meccanico.

« No, no. Per conto di mio padre, Dracule Mihawk. »

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