"Anche io devo parlare con te."
"Allora.." iniziò, ma lo fermai.
"Posso parlare prima io?"
"Va bene."
"Ecco Fede.. Io non.. Io non credo che sia sensato continuare questa relazione. Tu non sei qui per me ed io non sono lì per te. Quindi, penso che sia meglio finirla qui." sospirai.
"Hai perfettamente ragione, sappi che io terrò sempre e comunque a te."
"Grazie Fede, anche io."
Furono le mie ultime parole, dopo di esse riattaccai.
Mi dispiaceva, ma tanto sapevo che ne avrebbe trovata un'altra subito, in più sembrava che l'avesse presa molto bene. Era inutile dispiacersi.
Città nuova, amici nuovi, vita nuova.
Decisi di ripartire da zero.Bloccai il telefono e lo buttai sul letto, poi presi l'IPod e mi misi ad ascoltare la musica e cantare.
«So one last time, I need to be the one who takes you home.
One more time, I promise after that, I'll let you go.
Baby, I don't care if you got her in your heart
All I really care is you wake up in my arms;
One last time, I need to be the one who takes you home.»
Smisi di cantare all'improvviso quando sentii sbattere la porta d'ingresso.
Spensi la musica e scesi giù per vedere chi fosse.
Era mio fratello, Alex.
Per me, lui, era un soggetto completamente inutile e non mi interessava minimamente parlarci, quindi tornai in camera.
Iniziai a messaggiare con Luke.A Luke:
Ehi Luke, ho seguito il tuo consiglio.Da Luke:
L'hai lasciato?A Luke:
Yup.Da Luke:
Pensi di aver fatto bene? Come ti senti ora?A Luke:
Credo di aver fatto bene, mi sento un po' strana.Da Luke:
Ti va di uscire oggi? almeno ti distrai un po'..A Luke:
Uhm.. Va bene, a che ora?Da Luke:
Passo a prenderti alle 16:15, va bene?A Luke:
Andata.
Adesso stacco, ci vediamo dopo.Da Luke:
A dopo.Bloccai il telefono e lo poggiai sul comodino.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla mia piccola libreria.
Presi "Cercando Alaska" di John Green.
Credo che ci siano pochi scrittori contemporanei che sappiano affascinare i giovani con i loro libri e lui, per me, era uno di quei pochi.
Mi ricordo la prima volta che vidi quella copertina.
Ero ancora in Italia.
Ero fuori con dei miei amici, ed una mia amica diede questo libro a mia "sorella".
Vi starete chiedendo perché sorella è tra virgolette.
Beh, lei non era una semplice migliore amica, ma era una sorella per me.
Ci conoscevamo da appena nate e negli ultimi anni avevamo legato molto.
Le chiesi se potevo vedere il libro, lei acconsentì, così mi misi a leggere la parte dietro, dove fanno le domande all'autore.
La risposta che mi colpì di più, fu quella alla domanda "Alaska soffre di un disturbo dell'umore?"
Credo che comprai quel libro, proprio per quella risposta, quella risposta che mi fece piangere.
In quel periodo io mi ritrovavo molto nel personaggio di Alaska, così decisi a farmelo regalare per la promozione dai miei genitori.Finii di leggere che erano le 15 passate. Non avevo fame e mia madre di sicuro era già tornata da un pezzo, ma io non me ne accorsi.
Sistemai il libro nella libreria e guardai l'ora sul display del telefono.
Erano le 15:40, così mi corsi a preparare.
Presi degli skinny jeans azzurri ed un maglioncino blu con i cuori, poi presi come scarpe un paio di stan smith bianche e blu.
Andai in bagno, mi lavai i denti, mi pettinai e mi truccai.
Alle 16:05 ero pronta, così aspettai l'arrivo del biondino.
Suonarono al campanello ed andai ad aprire.
Era Luke.
Avvertii mia madre che sarei uscita, per poi chiudere la porta alle mie spalle.
«Ehi.» lo abbracciai e gli diedi un piccolo bacio sulla mascella.
«Ehi Ari.»
Ci staccammo dall'abbraccio ed iniziammo a camminare.
«Allora, che facciamo oggi?» chiesi.
«Ti va bene una passeggiata e Starbuks?»
«Mi va più che bene, basta che questa volta non mi rovesci il tuo Frappuccino addosso.»
Mi guardò e ci mettemmo a ridere entrambi.Lungo il tragitto chiacchierammo del più e del meno, roba abbastanza normale.
Arrivammo da Starbuks e prendemmo due frappuccini.
Uscimmo e ci dirigemmo ad un parco non tanto distante.
«Allora quando inizierai la scuola?» domandò.
«Questo lunedì.»
«Emozionata?»«Molto, sono molto curiosa di conoscere i miei nuovi compagni.»
Arrivammo al parco e ci sedemmo sopra una panchina.
Continuammo a parlare di varie cose, quando notai che si erano già fatte le 18:20.
«Torniamo a casa?» domandai al biondo.
«Vuoi già andare?»
«Non so, tra poco fa buio. Ti ricordo che siamo ancora in inverno.»
«Allora andiamo..» sbuffò e si alzò di malavoglia dalla panchina.
«Perché sbuffi?» chiesi divertita.
«Perché con te sto bene e non voglio che tu te ne vada ora... Ma..» gli si accese uno strano luccichio negli occhi «..se venissi a cena da noi stasera?»
«Non so, per me va bene. Devo avvisare mia madre.»
«Okay, allora sei da noi. Chiamo i ragazzi e glielo dico.»
Sorrisi e presi il telefono in mano.A Mamma:
Rimango a cena fuori, baci.Da Mamma:
Va bene, fammi sapere se ci sono novità.A Mamma:
Certo.Arrivammo a casa ed andammo in camera di Luke.
«Ma gli altri?» domandai.
«Erano in palestra oggi.»
«Capisco.» dissi buttandomi sul letto.
«È più comodo questo letto rispetto a quello di Ashton.» affermai sorridendo.
«Eh beh, questo è il mio letto. È magico.»
«Immagino per cosa sia magico.» dissi ridendo.
«Non ti facevo così maliziosa, sai?» sorrise.
«Beh, penso che sia normale essere così, chi non lo è al giorno d'oggi?» feci spallucce e assunsi un'aria drammatica.
«Guarda che io non sono affatto così.» affermò cercando di essere il più possibilmente credibile.
«Oh, certo.» risi.---
SPAZIO AUTRICE
Questo capitolo fa pena, but, It doesn't matter :D .
Spero di poter aggiornare il prima possibile.-Gio xx