Capitolo 17 - Mamma

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ARIANNA'S POV
«Michey, ho sonno. Mi riaccompagnate a casa?» chiesi stropicciandomi un occhio.
«Aw che tenera che sei, ehm, comunque se hai sonno, certo che ti accompagnamo.» rispose Michael rivolgendomi uno dei suoi sorrisoni dolci.
Salimmo in macchina.
Io stavo dietro con Ashton, guidava Michael e al suo fianco si trovava Calum.
Ci mettemmo a parlare, quando mi appisolai distrattamente sulla spalla di Ash.
«Ari.»
«Ancora cinque minuti mamma.» mugolai.
«Ari siamo arrivati e non sono tua madre.» disse Ashton ridendo.
Le mie guance si colorarono leggermente di rosso per l'imbarazzo, dopo di che mi misi a ridere.
Abbracciai il riccio al mio fianco per poi sporgermi in avanti per dare un bacio sulla guancia ai due di fronte a me.
Presi le chiavi dalla borsa, loro aspettarono che entrassi prima di partire.
Aprii la porta ed intravidi una figura scura prendere le tre cornici d'argento sopra il mobile in salotto.
Sbiancai e sbattei la porta per poi correre dietro la macchina dei miei amici.
«RAGAZZI, RAGAZZI.» urlavo mentre correvo e gesticolavo con le mani.
La macchina si fermò ed io mi fiondai dentro.
D'istinto abbracciai Ashton e mi misi a piangere pensando che quell'uomo potesse aver fatto del male a mia mamma.
«Arianna che hai?» chiese Calum preoccupato.
«U-un ladro, vi prego, mia madre..» mi bloccai e le lacrime si moltiplicarono.
Non se lo fecero ripetere due volte e scesero tutti dalla macchina, così li seguii.
Aprimmo la porta e non c'era più nessuno in salotto.
Michael controllò il piano di sotto, Calum ed Ashton andarono di sopra ed io feci lo stesso.
Mi fiondai in camera di mia madre e la vidi stesa a terra.
«Mamma!» riniziai a piangere vedendo tutto il sangue uscirle dall'addome.
«Che ti hanno fatto mamma?» singhiozzai tremante.
I ragazzi si fiondarono in camera.
«Arianna che é succes...- oh mio dio, chiamo subito l'ambulanza.» disse Calum per poi tornare velocemente in corridoio e digitare il numero.
«È uscito dalla porta sul retro.» asserì Michael serrando la mascella.
Io non smettevo di piangere e mia madre non proferiva parola.
L'ambulanza arrivò dopo due minuti dalla chiamata, imbarellarono il corpo ancora sanguinante ed andarono all'ospedale dicendoci di non seguirli e andare a casa a riposarci.
I ragazzi mi ospitarono a casa loro finché mia madre non fosse stata bene, così presi tutto il necessario per stare da loro ed entrammo in macchina.
Ashton mi accarezzò la testa per tutto il tragitto tenendomi stretta tra le sue braccia.
Arrivammo a casa in una decina di minuti.
«Ash mi dai una tua maglia stanotte? Non voglio mettermi il pigiama.» chiesi.
«Certo. Ah devi decidere con chi dormire.»
«Stasera con Michael. L'altra volta ho dormito con te.. Facciamo una volta per uno.»
«E con me quando dormirai?» lamentò Calum.
«Se fai il bravo magari la prossima volta.» dissi ridendo mentre prendevo la maglia datami da Ashton.
Entrai in bagno e mi cambiai.
La maglia mi arrivava poco più sopra del ginocchio.
Uscii dal bagno e mi ritrovai Luke davanti con la sua ragazza intenti a baciarsi con parecchia foga.

Quindi dopo tutta quella scenata stanno ancora insieme?  pensai. 

Presi i vestiti e sgattaiolai da Michael.
«Che ci fa qui questa?!» squittì la ragazza.
«Non credo siano affari tuoi tesoro.» dissi rivolgendole uno dei miei adorabili sorrisi tirati.
Aprii la porta di camera del rosso e misi i vestiti sopra la sedia.
Vidi Michael già sotto le coperte.
«Già dormi?» dissi prendendolo in giro.
«Nah. Mi rilasso e basta.» disse mettendosi a sedere.
«Poss...» bussarono alla porta, quindi mi zittii.
«Avanti.» disse Michael.
Era Luke.
«Michael dovrei parlare un secondo con te.» parlò il biondo mentre mi fissava.
«Deduco quindi che devo andarmene.» dissi uscendo dalla stanza.
Mi appoggiai al muro e vidi la gallina fissarmi.
«Guarda che mi sciupi se mi guardi ancora.» ridacchiai scuotendo la testa.
Quanto mi divertivo a vedere la sua faccia quando le dicevo queste cose.
«Sei già sciupata senza che io ti guardi.»
«Aspetta che mi metto a piangere.» risi «Senti, quando ti scoperai Luke stasera, cercate di non fare tanto rumore che io e gli altri vogliamo dormire, grazie.» .
Rimase zitta, così mi alzai ed andai in camera di Ashton.
Bussai alla porta.
«Avanti.» sentii dire, quindi entrai.
Mi ritrovai Ashton solo con dei pantaloni, senza maglia.

Ah.

«Posso stare un po' qui con te? Sai Luke doveva parlare con Mic.» distolsi lo sguardo da lui.
«Certo. Puoi pure dormire qua se vuoi, non ho problemi.»
«Va bene. Vado a dirlo a Michey.»
«Ti aspetto.» disse infine mentre lasciavo la stanza.
Sentii delle urla dalla stanza di Michael, così aprii la porta senza farmi problemi.
«MA PERCHÉ L'AVETE PORTATA QUI DOPO QUELLO CHE-» il biondo si zittì appena mi vide entrare.
Mi feci piccola per qualche istante. Sapevo che si stava rivolgendo a me.
«Micheal, dormo con Ashton stasera.» li interruppi.
«Va bene Arianna» mi abbracciò «Buonanotte.» sussurrò poi.
«Notte Mic.» dissi lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Notte Luke.» salutai anche lui chiudendo la porta della stanza. Non rispose.

Pft. Che modi.

Salutai Calum che si trovava in cucina e mi avviai nuovamente in camera di Ashton.
«Eccomi.» dissi sorridendo.
«Eccoti.» rispose ricambiando il sorriso.
Era steso sopra il letto, senza coperte, con le mani dietro la testa. Sembrava pensieroso.
«A che pensi?» chiesi mettendomi sotto le coperte.
«A niente.» rispose «Hai sonno?»
«Un po' "mamma"» mimai le virgolette.
Si mise a ridere, così lo imitai.
«Se hai sonno dormi, domani abbiamo scuola.» disse accarezzandomi la testa.
«Già. Domani è lunedì. Ma non so.. io la salterei.» risi.
«Mhh.. questa trasgressività mi piace.» sorrise «Allora, va bene. Domani niente scuola.»
«Sii.» dissi battendo le mani come una totale cretina.
Ad Ashton scappò una risata.
«Che c'è?» chiesi.
«Nulla, sei buffa. Tutto qui.» confessò.
«Nono, io sono strana, non buffa. Potrei anche prenderti a schiaffi da un momento all'altro se mi va.» dissi ridendo.
«Nah, non ne saresti capace.»
«Signorino Irwin, mi sta sottovalutando, sa? Guardi che se voglio le posso fare davvero male.» dissi mettendomi a sedere.
«Ah si?» chiese con aria di sfida.
Mi tolsi le coperte e mi misi a cavalcioni sopra di lui.
«Guarda che ti faccio male poi.» dissi tra le risate.
«Mh, non mi fai paura.»
Il ragazzino mi teneva testa eh? Bene.
«Vedo che non ti scoraggi molto facilmente, Fletcher.»
«Come fai a sapere il mio secondo nome?» sbiancò.
«Io so tutto. Ricordalo.» dissi ridendo.
«Beh ora posso dire di avere paura di te.»
Credo che le mie risate le sentisse anche mio padre in Italia.
Aprirono la porta, ed io ero ancora a cavalcioni sopra di Ashton.
Come se non bastasse era Luke, il quale ora ce l'aveva anche con me, quando fino a qualche ora prima rideva e scherzava con tutti noi.
«Vedo che vi state divertendo.» constatò il biondino «Mi ha chiesto Michael di portarti i vestiti qui. Te li eri dimenticati in camera sua.» continuò con tono irritato.
Mi alzai da Ashton e gli andai incontro, ero credo a due centimetri dalla sua faccia.
«Ti ho per caso fatto qualcosa? Non capisco perchè tu ora faccia così, prima stav-.» mi tappò la bocca con l'indice.
«Stai zitta, parli davvero troppo.» disse freddo.
Rimasi addolorata dalle sue parole, che gli avevo fatto? Tolsi il suo dito dalle mie labbra ed iniziai a riparlare.
«Sai cosa? Non sto zitta solo perchè 'Luke Hemmings' mi dice di farlo. Sei solo un coglione e a quanto pare accenni anche al bipolarismo.» dissi « ora puoi anche andare dalla tua gallinella.» continuai infine, indicando la porta.
Mi prese il polso ed iniziò a parlare.
«Il mondo non va sempre come vorresti tu, hai capito? Non puoi pretendere niente dagli altri e se non ti voglio dire le cose sono liberissimo di farlo. In più, il fatto che tu chiami Jess 'gallina' o 'gallinella' o con altri nomignoli dispregiativi, mi irrita ancora di più di quanto la tua presenza in questo momento già non faccia. Quindi smettila»
«E se continuassi a chiamarla così cosa fai, mi ammazzi?»
Rimase impalato a guardare i miei occhi.
«Sei insopportabile.» sbottò per poi uscire dalla stanza, sbattendo ovviamente la porta.
«Mi è piaciuta la scena, complimenti.» ridacchiò Ashton.
«Grazie, mi diverto con poco a quanto pare.» confessai seguendo la sua risata.
Guardai l'orologio appoggiato sopra il comodino di Ashton.
«Ma sono le due?!»
«Uhm, si. Hai sonno?»
«No, mi è passato. Tu invece?»
«Potrei stare sveglio tutta la notte se ci sei tu a farmi compagnia.»

Secret Love||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora