Quel triste giorno di pioggia

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Erano le nove di domenica mattina, Haru suonó al campanello della villa di Kanade...

Gli andó ad aprire la domestica...
- prego signorino Iagami, si accomodi, venga la porto dalla signorina. Si è appena svegliata e sta facendo colazione -
Asami, la domestica, lo portó nella cucina dove, seduta ad un bancone di trovava Kanade. Aveva i capelli spettinati e gli occhi socchiusi, indossava un pigiama grigio ed azzurro. Nella mano destra teneva un cornetto con la punta bagnata di latte,
mentre, nella mano sinistra, teneva il manico della tazza.

"Sembra stia dormendo seduta... Nonostante non sia nelle condizioni migliori è dolcissima, assomiglia ad un gattino appena sveglio..." pensó Haru guardando Kanade sorridendo involontariamente, ma dopo essersi accorto che il suo viso iniziava a scottare spostó lo sguardo, immaginando di essere tutto rosso.

- buongiorno Haru! - disse la ragazza tra uno sbadiglio e l'altro
- buongiorno -
- come mai sei qui? -
- ieri mi avevi chiesto tu di venire, non te lo ricordi? -
- si ma... Perchè cosí presto? - disse guardando l'orologio e aggiungendo - sono solo le nove ed un quarto! Di solito io mi sveglio verso le undici, sei un tipo mattiniero eh?! -
- vuoi che me ne vada? -
- no, non ti preoccupare, non fa niente... Vieni, siediti vicino a me, adesso ti faccio portare la colazione da Asami -

Mentre mangiavano insieme la colazione, Haru inizió a spiegarle in sintesi la scrittura giapponese.
Finito di mangiare Kanade prese la mano dell'amico e lo porto in una stanza al secondo piano.

Era una specie di piccola libreria, o un piccolo studio. Tutte le pareti erano ricoperte da scaffali pieni di libri, tranne una parete, che era tutta di vetro, e mostrava il giardino della villa.

- siamo qui per studiare? - chiese il ragazzo
- no... Ieri mi hai fatto una domanda, mi hai chiesto di parlarti del mio passato... Adesso te lo racconterò - disse lei con un'espressiome seria.

"non posso dirgli tutto... O almeno niente riguardo "quello", se lo scoprirebbe non esiterebbe un attimo a scappare... Ne sono sicura..." pensó Kanade, sedendosi su una poltrona.

- allora, raccontami... Se te la senti - disse Haru impaziente
- va bene... Ti dico subito che il mio passato non è dei migliori, è una storia un pó... Triste.
Sono nata a Londra, vivevo con i miei genitori in un palazzo al centro della citta. Mia madre era una famosa violinista, mentre mio padre era un uomo di affari. Erano entrambi molto impegnati con il lavoro, ma nonostante questo trovavano sempre del tempo per me, io ero felice di stare con loro anche solo per pochi minuti al giorno. Mia madre mi insegnó a suonare il pianoforte, io imparavo molto in fretta e davo tutta me stessa per sentirmi dire da lei quel "bravissima" che mi scaldava il cuore. Mio padre invece era un amante della lettura, cosí quando passavamo del tempo insieme, solitamente lo trascorrevamo leggendo libri. Facevamo spesso delle vacanze insieme, venivamo ogni estate in Giappone, in questa villa, dove abitava mio zio...
Era un periodo bellissimo della mia vita, avrei voluto che non finisse mai, ma i momenti belli sono sempre sestinati a scomparire dopo poco. Non potrei mai dimenticare cosa successe quel giorno, quel giorno che pose fine alla mi felicità, quel triste giorno di pioggia..."

Occhi dal colore nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora