Ti ringrazio in questo modo

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"Yagami, allora? Com'è andata ieri?" chiese l'uomo, sperando in una risposta positiva.
"L'ho convinta." disse Haru, il professore sorrise, poco dopo il ragazzo aggiunse:
"Ma..."
"Ma cosa?! Cos'è successo?"
"Vede, non sa scrivere in giapponese."
Il professore rimase molto sorpreso.
"Io avrei un'idea da proporle... Lei parla e capisce perfettamente la nostra lingua, potrebbe venire a scuola e partecipare alle lezioni, in modo da poter prendere appunti. Io ogni giorno andró da lei e le daró lezioni di giapponese, manca ancora un mese all'inizio dei compiti in classe. Per le interrogazioni non c'è problema, ma per i compiti scritti è piú complicato: se non fará progressi nel scrivere e capire la scittura, nel peggiore dei casi le si potrebbe dare un compito a parte in inglese... Allora cosa ne pensa?"
"Yagami... Per me non è cosí facile, ci sono vari problemi... A parte che sarebbe impossibile imparare tutti i caratteri giapponesi in un solo mese, spero che tu lo sappia."
"Almeno riuscirebbe a capire i caratteri fondamentali."
"Non è solo questo... Non puó rimanere un mese senza compiti a casa."
"Potrei aiutarla io... D'altronde non sono cosí tanti, le materie orali come storia e geografia sono sicuro che riuscirebbe a farle da sola, penso che valga lo stesso per matematica ed inglese."
"Sei sicuro di volerle insegnare? Se prendi questo impegno dovrai rispettarlo, e voglio ricordarti che quest'anno avete gli esami."
"Professore, le insegneró al meglio, i miei voti non ne risenteranno, e posso garantirle che per la fine dell'anno sará piú che preparata. La prego accetti, in fondo non ha niente da perdere, no?"
"No, ma... Non dipende da me, appena tornerá la preside ne discuteró con lei, domani porta anche Suzuki a scuola cosí vi faró sapere."
"Va bene, la ringrazio molto professore."

Haru, uscito da scuola, andó direttamente da Kanade. Per la strada pensó: "Certo che sto facendo di tutto per sentirla suonare... Non importa, ne vale la pena..."
Arrivato davanti l'entrata della villa...
"Asami, vado io!" sentí urlare il ragazzo dall'interno appená suonó il campanello della porta.

Lo aprí Kanade che, senza neanche salutarlo, lo prese per un braccio e lo trascinó dentro.
"Allora?! Allora?! Ha accettato?!"
Chiese la ragazza in preda all'emozione e all'ansia. Si trovava in piedi di fronte Haru, con le mani unite vicino il petto, molleggiava leggermente con le gambe, non riusciva a stare ferma.
"Che ha detto?! Dai dimmelo!"
- se mi lasci parlare... Il professore ha detto che ne parlerá con la preside, sono quasi sicuro che accetterá -
La ragazza non trattenendo la felicitá strinse in un forte abbraccio Haru e disse:
- grazie! Grazie! Grazie davvero, sei fantastico! - Kanade gli prese la mano.
- vieni voglio ringraziarti - disse trascinandolo al piano di sopra.

"cos'è successo quando mi ha abbracciato? Mi sentivo... Felice? Sento il viso che mi scotta... Chissá perchè... Comunque, ha la stessa espressione di quando stava suonando il piano, certo non uguale, il suo volto quella volta era indescrivibile... Ma è comunque... Luminosa, sorride sempre, ma fino ad adesso questa è solo la seconda volta che l'ho vista splendere" pensó Haru, guardando il viso della sorridente biondina.

Kanade lo portó nella stanza del pianoforte, lo lasció vicino la porta e andó a sedersi sullo sgabello.

- non so perchè vuoi che io suoni il pianoforte, ma visto che tu sei stato cosí gentile con me, voglio ringraziarti dedicandoti questa canzone, quando ti ho conosciuto mi hai fatto penasare a questa melodia, spero che ti piaccia - disse con un bellissimo sorriso Kanade, facendo un sospiro profondo prima di toccare i tasti del pianoforte...

Occhi dal colore nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora