Fottuta sveglia, fottuta mattina, fottuta scuola. Penso sia illegale il fatto che alle 6.40 inizi a sorgere il sole e, oltretutto, che io debba andare a scuola, ancora. Finalmente é il mio ultimo anno e non ce cosa migliore di questa.
Dimenticavo, sono Jess, beh in realtà Jessica, ma non sopporto il mio nome e mi presento sempre con il mio nomignolo. Ho 18 anni,sono leggermente bassa, abbastanza magra, una terza di seno, niente di piu ne di meno, capelli lunghi fino alla vita, castani e occhi verde smeraldo. Sono nata in Puglia, e di conseguenza la mia carnagione é abbastanza scura. Il mio problema? La mia autostima, ma questo é solo l'inizio di tutti gli altri.
Beh mi sa proprio di dovermi alzare se non voglio una nota per il ritardo. Mi tiro giù dal letto rotolando, letteralmente, e corro in bagno per una doccia veloce. Mi infilo l'intimo, e vado verso la cabina armadio, e indovinate? Non so cosa mettermi. Tra tipo duemila abiti, jeans, maglie, gonne e che piu ne ha piu ne metta, io non so cosa indossare. Alla fine opto per un jeans strappato sulle ginocchia nero, una camicia a quadri rossa e gli anfibi. Mi asciugo i capelli e metto solo un filo di mascara.
Pronta per andare. Ma purtroppo non faccio colazione perché non ho tempo e la cosa mi dispiace un sacco.
Arrivo alla fermata per un pelo, e riesco a prendere la corriera e stranamente ce un posto libero, così mi siedo. Ma ho una brutta sensazione, mi sento osservata e la cosa mi inqueta molto.
Arrivati alla stazione mi incammino verso scuola, e sento dei passi dietro di me. Mi giro ma nulla di strano, la solita mandria senza voglia di studiare che si incammina verso la scuola.
Arrivo per un pelo ed é suonata da circa un minuto. Mi dirigo verso la classe e li trovo tutti i gruppetti di amici. Io me ne sto sempre in disparte, non voglio affezionarmi troppo e poi perdere le persone che amo. Iniziamo questo noiosissimo giorno, e le cinque ore passano lentissimamente e quella orribile sensazione rimane; fatto sta che comunque oggi non voglio tornare a casa per pranzo e quindi vado in un locale, un po distante ma molto confortevole.
Arrivo e ordino hamburger e patatine. Io amo il cibo, é la mia vita e non mi faccio tanti problemi a mangiare. Nel mentre arriva la mia ordinazione una ragazza inciampa nel cameriere, e il mio cibo mi finisce addosso. Scoppio in fragorosa risata. Penso di non aver riso mai cosi tanto, ma appena la ragazza mi rivolge la parola mi fermo.
"Oddio scusa, che figura di merda. Mi dispiace un casino, non l'ho fatto a posta davvero. Dio sono cosi sbadata. Permettimi di aiutarti. Vieni da me ti do una mia maglia e ti fai magari una doccia per i capelli."
"No grazie, non ne ho bisogno. Posso tornare a casa mia." dissi in tono acido.
Evidentemente lei ci rimase male e se ne andó. Forse avevo esagerato e mi sentivo in colpa per averle risposto cosi duramente. Cosi pago, nonostante io non abbia mangiato, e vado fuori a cercarla per chiederle scusa; ma non avvenne tutto ció. Vengo trascinata in un vicolo appartato e un corpo maschile mi tiene immobile con le mani alzate; il suo respiro caldo sul mio collo e la mia paura che sale. No. Ti prego no. Non di nuovo.Aⓝⓖⓞⓛⓞ ⓐⓤⓣⓡⓘⓒⓔ
É il mio primo libro, ed é semplicemente nato per sfogare cio che sento con personaggi, ambientazioni e contorni un po diversi ma che la mia mente elabora. Accetto commenti sia positivi sia negativi.
Spero di aggiornare presto. Alla prossima❤