Ci staccammo, e passammo il resto del film abbracciati come se ci volesse un attimo a separarci. Alla fine del film, anche lui si era commosso, e solo in quel momento mi dimenticai di chiedergli se lui avesse mai letto il libro. Così glielo chiesi.
"Certo. L'ho letto almeno una ventina di volte, e pensavo sempre a come sarebbe stato se avessi incontrato io il Piccolo Principe. Penso che cambierebbe i miei pensieri, i miei atteggiamenti, e riderebbe di me. Della mia ingenuità, delle mie insignificanti paure, del desiderio che provo ma che non accontento." "Oh beh, i tuoi desideri li placano i gommoni rifatti." e rido. Era solo una battuta innocente per ridere, per scherzare, ma evidentemente lui se l'è presa. Siamo fuori, dato che ci siamo mossi nel frattempo. "Ti va di fare una passeggiata prima di riportarti a casa?" me lo chiede così fin troppo serio. Accettò, anche perché ora inizia a dispiacermi di ciò che ho detto. Strano ma vero, ho delle emozioni. Camminiamo in silenzio, si sentono solo i nostri passi, il rumore dei locali affollati e le macchine. Arriviamo a un parco molto grazioso. Non sapevo esistesse, ma cosa volete che sappia io? Sto perennemente a casa e mi perdo nel mio cortile figuratevi.
Decido di rompere questo straziante e noiosissimo silenzio.
"Scusami. Per prima dico. Volevo scherzare. Non lo pensavo davvero. Era per sdrammatizzare un pò e.." "No sai che ce? E' che tutti pensano che io non abbia sentimenti come una persona normale. Io sono come tutti, sono stato come te. Solo che entrambi siamo testardi per ammetterlo. Per ricordalo. Perché fa male pensare a quanto stavamo bene, alla felicità che ora non mi da una puttana del cazzo. Era tutto troppo bello. Tutto troppo forte. E io non so che fare. Come comportarmi. Anche ora che sbraito e sputo parole a caso, specialmente a te, l'ultima persona che dovrebbe ascoltare quanto io sono stato male per quanto amavo. E per quanto soffro per il fatto che lei ora probabilmente non si ricorderà una pippa."
Ha il fiatone. Sembra proprio che l'ho colpito con una battuta. Mi sa che non faccio ridere anzi faccio arrabbiare. Alza e riabbassa velocemente il torace a causa del respiro veloce. Mi fissa. I suoi occhi sono diventati scuri e la vena sul collo si è ingrossata. Ma tutto questo non mi spaventa, anzi. Mi fa alzare, mi fa andare da lui e per qualche altra inutile spiegazione me lo fa baciare. Per la terza volta in questa sera. Un bacio ancora migliore dei precedenti, senza nessun rimorso o delusione da troppi baci. All'inizio è rigido, ma quando poso le mie mani sul suo petto, mi attira a se e mi bacia. Un bacio bisognoso di rassicurazione. E io sono qui a dargliela. Ci staccammo e purtroppo interrompe l'aria magica dicendo.. "Devi starmi lontana ti prego. Non finirà bene. Non so trattenermi a lungo. Non posso neanche continuare a fingere che tutto vada bene. " E con queste parole, mi sento totalmente debole. Io non ho fatto niente per avvicinarmi a lui, oppure si qualcosa, ma la mia testa non voleva assolutamente creare legami con lui. Eppure, una piccola parte del mio cuore, forse quella più importante, voleva essere con lui, prendergli la mano e camminare senza rimorsi.
Alla fine però avviene il contrario: lui cammina a passo spedito sempre davanti a me, e io che mi maledico mentalmente del bacio sbagliato.
Mi riaccompagna a casa, alla velocità della luce e appena scendo dalla macchina sfreccia via.
Avrò fatto qualcosa oltre al limite? non sembra. Anzi è abituato a peggio credo.
Entro in casa e ad aspettarmi c'è mio padre pieno dalla voglia di farmi il terzo grado.
"Com'è stato il film? Si è comportato bene? Stai bene? E' successo qualcosa?" Ma che gli prende a tutti??
"Papà, non mi hai mai fatto domande quando raramente uscivo, ma comunque il film è stato stupendo, sto benissimo e no, non è successo niente." sembra deluso credo, ma annuisce. Mi da un bacio sulla testa e mi da la buonanotte.
Salgo in camera, mi metto il pigiama, lavo i denti, faccio una treccia e mi metto a letto.
Penso che le persone abbiano sempre un punto debole che cercano di nascondere. E penso che Andrea mi abbia appena svelato, girandoci intorno, che è stato innamorato. Che è stato felice e che non gli piaccia poi così tanto andare a letto con la prima che passa.
Non so perché, ma mi addormento con questo strano senso di gelosia verso non so chi e un senso di pace che non provo da tanto tempo che mi rende il mio strano e incomprensibile incubo meno.. pauroso credo.
Mi sveglio tranquilla, dato che oggi è l'attesissima domenica senza niente da fare. Guardo il telefono e trovo sei chiamate perse da alessia e undici suoi messaggi lunghi una quaresima e una chiamata di mio padre. Lo chiamo e mi sgrida per l'orario. Non capendo mi informo sull'ora e si, cavolo, ha ragione. Sono le dodici cavolo!!
Alla fine voleva solo assicurarsi che io stessi bene e mi informò che sarebbe tornato domani pomeriggio perché aveva un congresso in Austria.
Mi alzo con la mia solita leggerezza di un elefante e vado a fare una specie di colazione- pranzo mentre leggo i messaggi della ragazza Cadetti riguardanti il suo meraviglioso appuntamento che da quanto ho capito, si è concluso con un sacco di baci rubati e tanti sorrisi. Che cosa mielosa. Mi viene il diabete, ma se è contenta lei, mi sta più che bene. Dopo il mio pasto, mi alzo e faccio una doccia lunga anni e anni. L'acqua caldo sul mio corpo mi sa riflettere molto, ma non questa volta. Mi sono semplicemente rilassata. Nell'esatto momento in cui esco dalla doccia suona il campanello. Così, in fretta e furia presi un asciugamano e me lo avvolsi al corpo, tanto sapevo fossero anny e suo marito e così non mi sarei dovuta preoccupare. Aprì la porta e sbiancai.