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Il viaggio fu sconvolgente. Miska l'aveva afferrata e l'aveva trascinata in acqua cominciando a nuotare velocemente sempre più in profondità. Quando lei sentiva l'aria mancarle, lui la baciava passandole l'ossigeno di cui aveva bisogno, continuando a scendere sempre più giù. A un tratto l'acqua era diventata così scura che lei aveva perso ogni cognizione del dove. 

Quando finalmente scorse una luce fu per un breve secondo, poi Miska cambiò direzione dirigendosi lontano da quella. Quando infine raggiunsero la destinazione, Abigail aveva ormai perso la sensibilità alle gambe e alle braccia, senza parlare delle orecchie e del naso. Aveva ancora il piercing? Di certo non avvertiva più niente, tranne quel freddo che le faceva battere i denti.

«Mi dispiace, non c'è altro modo di raggiungerla.. Tranne la morte, ovviamente..»

«L-l-l-lo ave-e-vo i-i-i-intu-ito..» disse lei balbettando per il freddo e stringendosi le braccia al corpo nel vano tentativo di scaldarsi.

Miska si trasformò rapidamente e le andò incontro abbracciandola e cercando di scaldarla a sua volta.

«Mi dispiace.. Vieni. Scaldati qui.» disse stringendola forte e strofinando le mani sul suo corpo.

Improvvisamente Abigail sentì un certo fuocherello accendersi dentro di lei e senza fare complimenti si accoccolò contro il corpo muscoloso del suo Crusoe. Senza accorgersene tirò un sospiro di sollievo, nonostante il freddo, e lui sorrise contro i suoi capelli.

«Mi è mancata questa sensazione...»

«Essere stretta a un corpo maschile?»

«Essere stretta a te..»

Lui la strinse un po' di più, le sollevò il volto e la baciò appassionatamente, mentre le sue mani le scivolavano sotto i vestiti, cominciando a spogliarla. Abigail lo lasciò fare, scivolandogli addosso come una seconda pelle, e baciandolo con sempre maggior foga lo costrinse a stendersi. Le sue mani erano ovunque su di lei e la sua pelle da fredda che era si stava lentamente scaldando sotto il suo tocco esperto. La sua barba incolta le faceva il solletico, ma per Abigail era la sensazione più piacevole del mondo. 

Il gelo si sciolse in fretta dalle sue membra rigide e Abigail si sentì sempre più accaldata. Miska la capovolse e lei si ritrovò schiacciata dolcemente dal suo peso. Le sue treccine le sfioravano il volto solleticandola e lei si permise di sorridere divertita. Sebbene il posto non fosse comodo, le sembrò il luogo più romantico che potessero scegliere per ritrovarsi, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente. Fu come se le loro anime si fondessero insieme, mescolandosi e lasciando l'una un pezzo di se stessa all'altra. E in qualche modo le parve che anche l'anima del bambino che cresceva dentro di lei si unisse a quella danza.

Un'ora dopo, stesi sulla roccia umida, abbracciati l'uno all'altra, Abigail fu colta da una visione che trovò stupenda: si vedeva seduta su quella roccia, con la sua lunga coda grigia che cullava il suo piccolo tritone tra le braccia. 

Sperava che il suo sogno diventasse realtà, ma cosa avrebbe dovuto offrire in cambio? Era certa che un Dio riconosciuto come Poseidone non le avrebbe fatto un piacere senza ricevere alcunché in contraccambio. Ma forse si faceva troppi problemi. Se Miska aveva proposto quella soluzione era evidente che era consapevole di quello a cui stavano andando incontro. 

Ormai sul punto di appisolarsi, Abigail sospirò cercando di scacciare tutti quei pensieri molesti e Miska le baciò la fronte stringendola forte con un braccio e carezzandole delicatamente la ferita chiusa dai punti sul fianco sinistro.

«Ti fa male?»

«Non più così tanto..»

Le sfiorò ancora la fronte con le labbra. «E la spalla?»

Ocean's Smile - Il Sorriso del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora