Before The Storm

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C'erano un sacco di cose che Alexander Damien Crystal non sopportava, troppe secondo gli altri, quelle necessarie secondo lui. Una delle tante erano le interviste invasive. Non tutti ne erano a conoscenza, ma vi erano tre tipi di interviste nel mondo dello spettacolo. Per cominciare c'erano le sue preferite, quelle standard, nelle quali le domande variavano da "Quali sono i vostri progetti futuri?" a "Parlateci delle nuove tappe del tour". Cose per cui sarebbe bastato internet, ma a lui andava bene così. Vi erano poi le interviste manipolate, il cui unico scopo in realtà era dare una sola ed unica notizia, mascherandola come parte di un'intervista qualsiasi. Infine c'erano quelle che facevano venire ad Alex una grandissima voglia di alzarsi ed eliminare tutti gli esseri umani presenti nella stanza. Le interviste invasive. L'unico scopo di queste era vedere quanto riuscivi a resistere senza irritarti tanto dallo spaccare a qualcuno il cranio. Ti chiedevano del passato, della famiglia, delle esperienze, delle relazioni. Tutte domande alle quali lui non voleva rispondere. E quindi quando l'intervistatrice chiese di raccontare al pubblico una delle esperienze più divertenti che avessero vissuto in famiglia dopo il loro debutto, Alex mise su un sorriso di circostanza e, maledicendo il suo agente per averlo messo in quella situazione, si alzò dalla poltrona scusandosi e inducendo una banale scusa, per poi andarsene dietro le quinte e chiudersi in camerino.

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Quando due anni fa avevano fondato i Broken Emeralde, nessuno di loro aveva pensato che sarebbero mai arrivati a quello. Stefan e Travis Landon, due gemelli cresciuti nella grande mela, rispettivamente chitarrista e batterista, suonavano letteralmente da Dio. La passione per la musica, inculcatagli fin da bambini dal padre pianista, era in realtà l'unica cosa che li accumunava. Infatti, mentre i tratti dei loro volti potevano somigliarsi, entrambi duri e attraenti, Stefan aveva una massa di ricci biondi disordinati e gli occhi dell'erba al mattino mentre Travis, coi suoi capelli neri corti e gli occhi anch'essi quasi neri, era l'opposto del fratello. Entrambi erano caratterizzati da una personalità abbastanza schiva, ma mentre Stefan era anche una persona seria e posata, Travis era, in egual misura, casinista e scherzoso. L'idea di fondare una band, a soli vent'anni, era stata portata dalla comparsa di Casper Porhter, un viziatello ventunenne di buona famiglia che però era capace di suonare cose. Quando per la prima volta l'avevano sentito, erano rimasti fermi per una buona mezz'ora a balbettare e guardarlo "con occhi da piccioncini" per citare il padre dei due. Casper era un tipo, non poteva essere definito in altro modo. Aveva i capelli abbastanza lunghi che erano un misto tra castano chiaro e rosso scuro, occhi d'ambra e un sorriso che da uomo adulto aveva ben poco, come la sua testa che, quando aveva conosciuto il duo Landon, aveva partorito l'idea di una band. Nessuno li aveva fermati, tranne la mancanza di un cantante.

Avevano incontrato Alexander Crystal ad un festa. Era giovane allora, aveva solo sedici anni, ma era di certo la persona più interessante in tutta la stanza, se non di tutta la città. Era alto, slanciato, forse un po' troppo magro. Aveva i lineamenti del viso decisi e dolci insieme, tanto da farlo inevitabilmente paragonare ad un angelo, aiutato anche dai lunghi capelli biondo cenere. E i suoi occhi, Cristo. Erano una delle cose più pure mai create in terra. Non erano solo di un blu profondo, no, assolutamente. Questo andava infatti a mischiarsi con sfumature di azzurro ghiaccio all'esterno, mentre all'interno sfociavano nel grigio pallido. Lentiggini scure erano sparse sulle guance pallide, sulle quali apparivano due adorabili fossette ogni qual volta sorridesse. Aveva un piercing nero sul labbro inferiore e uno al naso. La cosa che però fece letteralmente rimanere a bocca aperta i tre ragazzi non fu tanto il suo aspetto schifosamente perfetto, ma la sua voce mozzafiato. Stavano giocando ad uno di quei stupidi tornei di karaoke, tutti ubriachi o quasi, quando l'avevano sentito cantare per la prima volta. Era stato come sentir cantare qualcosa come un centinaio di sirene tutte insieme. La voce di quel ragazzino non era semplicemente perfetta da sé, era un misto di tante piccole perfezioni messe insieme. Sapeva essere dolce e delicata, calda e roca, pura e cristallina, tutto nella stessa canzone. E immediatamente, mentre i gemelli si riprendevano dalla colossale sbronza, il giorno dopo Casper era riuscito a mettersi in contatto col sedicenne, il quale aveva accettato la proposta di entrare nella band, quasi svogliatamente, più che altro perché in quel periodo si annoiava e non trovava nessun hobby per tenerlo occupato. Per i primi tre mesi le cose erano proseguite normalmente, tra video postati su internet di cover e alcune esibizioni dal vivo ad alcuni eventi di poco conto. Quando però furono contattati da un'agente che cercava nuovi talenti, l'unico sorpreso fu Alex. Gli altri sapevano che sarebbe stato inevitabile avendo come cantate quel fenomeno biondo. Il successivo anno e mezzo era stato un delirio totale.

Broken Emeralde (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora